Il progetto ‘Grunen Calabria’ per una Regione più alta e orgogliosa, non spregevole e umiliante come quella in cui è ridotta

5 giugno 2021, 12:05 100inWeb | di Vito Barresi

La Regione Calabria nei prossimi mesi dovrà decidere con le elezioni del Presidente e del Consiglio Regionale chi vuole essere nei prossimi anni. Tutto questo rende speciali, e logicamente uniche, le scelte che faremo alle elezioni regionali che potrebbero svolgersi in una data compresa tra settembre e ottobre. Elezioni che dovrebbero risvegliare la sopita e disattenta coscienza di quanti ancora credono che nulla sia cambiato in Italia e nel mondo con Covid-19, che ha timbrato con la pandemia la fine di un'era, senza per altro iniziarne, ancora, una nuova.


di Vito Barresi

Ma il futuro non è qualcosa che accade per fatalismo, o soltanto per gli altri e non per noi calabresi. L’evoluzione scientifica ha subito in questi mesi un’impressionate accelerazione. Nello stesso tempo è cresciuta a dismisura la certezza che senza una valida e convinta difesa dell’ambiente e del clima non si può pretendere un miglioramento del sistema sanitario e ospedaliero, la prevenzione delle malattie, la difesa dai virus e dagli attacchi mortati allo stesso impianto biologico della vita umana.

Ecco perché è tempo che i calabresi, almeno quelli che credono ancora a un pasoliniano ritorno delle ‘lucciole’ nelle nostre campagne e nei nostri borghi, almeno quelli che non si lasciano incantare dalle lanterne dei finti cinesi del cambiamento, dovranno sforzarsi di usare il proprio voto per prendere una decisione che non esponga questa terra e i suoi abitanti alla criminalizzazione ‘ndranghetistica e alla continua derisione e disprezzo da parte dal resto d’Italia e dell’Unione Europea.

Si, è vero che il nostro Leoncavallo fu autore lirico di grande prestigio con i suoi indimenticabili ‘Pagliacci’. Ma la dignità e l’identità dei calabresi, ovunque e a ogni livello ormai considerati degli straccioni della politica e della vita sociale nazionale, è ben altra cosa.

Ecco perché in questa Giornata mondiale dell’Ambiente è necessario che quel che c'è di opinione pubblica che legge e s’informa in Calabria, sappia riprendere a valutare i programmi che la politica regionale ci offre in queste settimane e non solo guardare le figurine o le immagini seducenti e sedicenti di quanti si candidano come fossero a un concorso di bellezza.

Andremo a votare in una fase di emergenza globale. La pandemia ha colpito tutti e nel profondo. Ma ha anche evidenziato che c’è un modo positivo, un terreno comune, che si trova nella forza innovativa dell’ecologia integrale e nella resilienza sociale di cui siamo capaci noi calabresi, ugualmente a tutti gli esseri umani.

Ma la pandemia ha anche inesorabilmente mostrato, prima di tutto a noi stessi, le nostre miserie e i nostri punti deboli, di una regione come la Calabria che in Italia e in Europa è quella a più alto rischio criminale, ambientale, sociale, per le nuove e le antiche vulnerabilità che la contraddistinguono.

Dobbiamo imparare dagli errori e per questo è urgente che la politica calabrese entri essa stessa in una fase di vera e propria ‘transizione ecologica’, tale da trasformarla qualitativamente fino a tramutarla in una nuova politica lungimirante.

Se c’è un consiglio che va dato a tutti è quello che meglio prendiamo precauzioni, più diventiamo resilienti, meglio proteggiamo gli spazi della responsabilità e della obiettività, più liberi possiamo vivere, al riparo da frottole e fandonie di vari venditori di fumo che presto si potrebbero rivelare vere e proprie truffe ideologiche ed elettorali.

Far sì che la Calabria diventi una Regione amica del clima in meno di 30 anni è un compito epocale con un potere stimolante. Ecco perché è tempo di dare spazio, riconoscibilità e accesso di una vera presenza Grunen nel consiglio regionale della Calabria, l’unica utile a tutte le altre forze politiche che insieme intendono davvero gettare le basi per il rilancio della dignità e dell’orgoglio calabrese, con una ripresa del nostro regionalismo che vada oltre l'aspetto puramente economico.

Una ripresa che abbraccia tutta la vita sociale nella sua forza e diversità: transizione ecologica, ambiente ed ecologia integrale, educazione e cultura, lavoro e digitalizzazione, ricerca e scienza, territorio e mobilità, qualità della vita e sanità.

Sarebbe l’inizio di una Calabria alta, qualificata e non umiliante nè spregevole come quella in cui purtroppo si ritrova da decenni.