La svolta ecologica della Costituzione Italiana. La parola ambiente entra nella Carta

11 giugno 2021, 08:10 100inWeb | di Vito Barresi

Fin troppo si è atteso che la parola ambiente entrasse a pieno titolo nella Costituzione Italiana. Finalmente potrebbe essere arrivato il momento, anche grazie all’impegno profuso dal senatore del Movimento 5 Stelle, Gianluca Perilli, primo firmatario del disegno di legge approvato dalla Commissione Affari costituzionali del Senato, con cui si chiede la modifica degli articoli 9 e 41 della Carta fondamentale dello Stato. Un risultato che neanche nel passato era stato raggiunto e che ora si spera, con le procedure rafforzate della revisione costituzionale, possa essere approvato dalla Camera, per passare al vaglio della seconda lettura, prima della sua definitiva approvazione.


di Vito Barresi

L’aspirazione a una autentica svolta ecologica costitizionale non sta solo in rapporto alla pressione sempre più forte che le minacce climatiche esercitano su ampi strati di opinione pubblica e intere regioni del mondo, esposte persino al rischio della catastrofe e dell’antropocene. Essa trova riscontro anche nei tratti nuovi, inediti, che sta assumendo in questi anni, la domanda politica ambientalista tra gli elettorati nazionali e comunitari, sia in Europa che in Italia.

A mio avviso sono sostanzialmente due le dinamiche che emergono con maggiore evidenza e nitidezza lungo l’orizzonte di una nuova sintesi del pensiero e dell’impegno ecologico: l’una sul piano etico, filosofico, religioso e teologico che trova rappresentazione nella rinnovata dottrina sociale delle Chiesa Cattolica, oggi decisamente ancorata e orientata sull’opzione ecologica integrale racchiusa nell’enciclica Laudato Sì di Papa Francesco; l’altra, invece, sul piano politico e istituzionale, nel modello di partito proposto, programmaticamente e organizzativamente, dall’intrapresa elettorale del partito Die Grunen di Annalena Baerbock e Robert Habeck.

L'emergenza della nuova ‘questione ambientale’ nel contesto costituzionale sta assumendo, una propria e non episodica rilevanza di 'governance', al punto da dover essere riconosciuta costituzionalmente, quale frutto di un lungo confronto su ricerche, allarmi, catastrofi ecologiche, ricerche scientifiche, lotte popolari, iniziative giovanili, scontri persino filosofici ed etici, su un diritto all’ambiente inteso non più come subalterno e ancillare al diritto di proprietà, all’impresa, al commercio e allo sviluppo industriale e infrastrutturale.

Il quadro complessivo dello sviluppo economico e sociale appare per questo inscindibile e connesso con quello della tutela e della salvaguardia ambientale, anche per evidare e impedire le ricadute distruttive che si conoscono ampiamente nel clima, negli inquinamenti, nel controllo dei rifiuti di varia specie, rendendo concreto e sostenibile ciò che Fritjof Capra ebbe a definire, nel suo epocale saggio ‘The Turnig point’, il vero punto di svolta della società postindustriale e contemporanea.

L'inserimento della parola ambiente, secondo quanto scritto nel testo del Disegno di Legge Costituzionale

"Art. 1. 1. All’articolo 9 della Costituzione è ag­giunto, infine, il seguente comma: « La Repubblica tutela l’ambiente e l’ecosistema, protegge le biodiversità e gli animali, promuove lo sviluppo sostenibile, anche nell’interesse delle future generazioni “

rappresenta un passaggio normativo primario che evidenzia con autorevolezza quale sia il vero spazio strategico, politico, giuridico, economico e sociale su cui ruotano, non solo i programmi di 'transizione ecologica’, ma l’intero modello di sviluppo di un Italia che ha più che mai bisogno di rinnovarsi nel profondo, facendo evolgere su un piano di interconnessione integrata rapporti, strutture e sequenze operative che legano società, democrazia, sviluppo alla tutela della vita e della natura, oltre che della stessa identità e futura esistenza.