Regione Calabria: Estate 2021 sotto l’incubo rifiuti. Tra criticità e ritardi la stagione turistica si annuncia rovente

16 giugno 2021, 11:50 100inWeb | di Vito Barresi

Ticche, tocche, ticche, tocche a ballare continuò... mentre la palla rimbalza da Erode a Pilato. Una sfera enorme, gigantesca tanto che pesa tonnellate e tonnellate di rifiuti, un veleno per l’ambiente, oro puro per chi ci lucra sopra e sotto. Verdi, nere, gialle, bianche, rosse, arcobaleno, montagne di detriti indifferenziati tanto grandi da sommergere la Calabria. Una regione in disordine e confusione dove la politica è all’arrembaggio mentre i calabresi si apprestano ad affrontare una complicata estate 2021.


di Vito Barresi

C’è di tutto nel buco nero calabrese di una periferia italiana completamente caduta nel pozzo dell’entropia e del disordine del Covid-19.

A Rende, a San Giovanni in Fiore, a Cassano allo Ionio, a Lamezia Terme, a Vazzano, a Motta San Giovanni, insomma, una degradante e antiestetica mappa delle discariche, comprese quelle abusive, densificata a cumuli ai margini delle città capoluogo, diffusive e invadenti lungo i bordi della rete viaria stradale, a macchia di leopardo nel paesaggio rurale.

Se “Napule è na’ carta sporca e nisciuno se ne importa e ognuno aspetta a’ sciorta”, la Calabria dei rifiuti è un affresco vivente di arte surrealista.

Ovunque, nel territorio regionale, installazioni a vista di frigoriferi arrugginiti, materassi sfondati, divani divelti, sedie aggrovigliate, cessi, lavandini, bidet e quant’altro di un catalogo di pezzi igienico-sanitari sempre in bella vista.

Sul piano concreto e operativo le multiservizi sopravvissute ad altri “pregressi” fallimenti e infiltrazioni mafiose hanno sempre problemi da affrontare e risolvere e per farlo scaricano la spazzatura gestionale sul sito number one dell’amministrazione pubblica territoriale, la Regione Calabria, a Germaneto.

Regione Calabria ogni giorno alle prese con un emergenza continua e infinita che va dal mancato rinnovo dei contratti di servizio con i gestori degli impianti di trattamento, al recupero di discariche sequestrate, dal ripristino degli impianti di trattamento differenziata incendiati e distrutti, all’attivazione dei poteri sostituivi nei confronti della Comunità d’Ambito.

All’indizione della gara per l’affidamento del servizio di progettazione del Progetto operativo di bonifica del sito della discarica di Melicuccà (RC), sulla base delle risultanze del Piano di caratterizzazione ambientale, fino a “a intraprendere con urgenza tutte le azioni per rimuovere lo stallo amministrativo e della governance e procedere alle scelte organizzative e gestionali che assicurino la continuità del servizio pubblico di gestione dei rifiuti urbani, a partire dall’individuazione dei siti ove ubicare le discariche di servizio”.

Tutta una congerie di atti, richieste, verifiche, contenziosi che finiscono per avvalorare il solito schema del tutto ritorna in mano alla Regione, esattamente ai sensi dell’art. 191 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 che prevede che

“...qualora si verifichino situazioni di eccezionale ed urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell'ambiente, e non si possa altrimenti provvedere, il Presidente della Giunta regionale...possono emettere, nell'ambito delle rispettive competenze, ordinanze contingibili e urgenti per consentire il ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti, anche in deroga alle disposizioni vigenti, nel rispetto, comunque, delle disposizioni contenute nelle direttive dell’Unione europea, garantendo un elevato livello di tutela della salute e dell'ambiente...”

Calabria Vermicino del sud della pandemia nazionale. Dalla Sanità al fallimento del piano vaccinale, con migliaia e migliaia di fiale di vaccino ancora inutilizzate, con sindaci infuriati contro il tutto e il niente, davanti al muro di gomma delle istituzioni regionali, immobili e inefficienti.

In tale dissolvimento generalizzato il rischio ambientale è un copione già scritto persino nelle delibere, gli stessi atti che delineano i tratti di quella che potrebbe essere l’ennesima emergenza rifiuti regionale, in fase di incessante formazione, nella forma di una valanga di spazzatura di ogni genere che prima o poi tracimerà inesorabilmente per le strade, nei campi, a mare, in montagna, nei piccoli borghi e nelle città capoluogo.

Nel frattempo, il lungo lockdown con gli effetti non proprio efficientistici del tanto esaltato “smart-working”, ha fattualmente aggravato le criticità registrate nell’anno 2020, tutt’altro che superate con la fin troppo facile attivazione di un accordo interregionale con la Regione Puglia, ai sensi dell’art. 182 comma 3 del d.lgs. 152/2006 e s.m.i. per il conferimento di parte del rifiuto urbano codice EER, prodotto dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria, che altrimenti significa un’intera provincia.

Povera Calabria illusa che spera nella ripartenza. Tra galletti verdi e gialli e professori d’hully gully alla fine il solito balletto riprende senza sosta, e in pista si trovano sempre i soliti noti, chi è subito pronto a sfruttare l’assist e a girare la palla ai grandi capitalisti regionali, i “Re Mida” della spazzatura che all’ombra delle amministrazioni e della politica regionale hanno costruito il loro intramontabile regno, un monopolio delle discariche private, dove il sole non tramonta mai.