Il lavoro è ben fatto, anzi si potrebbe dire a regola d’arte. E fa bella mostra di sé appena al cancello d’ingresso della villa comunale di Crotone, un giardino pubblico aperto negli anni ’40 dello scorso secolo, su uno dei rivellini della cinta muraria della città vecchia, ora più che mai in drammatico stato di abbandono, dopo essere rimasto chiuso per oltre un anno a causa della devastante gestione commissariale di una pessima funzionaria prefettizia in pensione, tale Tiziana Costantino.
di Vito Barresi
I danni adesso sono finalmente “fruibili”, anzi aperti al pubblico dei visitatori. Quel che si vede, appena entrati, in un luogo che dovrebbe essere tutelato e protetto, in quanto patrimonio culturale e sito d’epoca, è un’enorme caverna scavata nelle mura antiche del Rivellino.
Praticamente ricavata, non si sa bene da chi, dietro quali disposizioni amministrative o specifiche direttive tecniche, per fare da armadio storico, monumentale, di alto valore antiquario, a due nuovissimi condizionatori d’aria perfettamente posizionati in loculo, evidentemente per l’utilità di non ben precisati locali adiacenti.
Spazi, e/o altrimenti magazzini, la cui titolarità appare di non immediata identificazione, poiché è palmare dover constatare la totale mancanza di targhe e segnaletica informativa intestata, eventualmente, all’ente proprietario, o altri soggetti concessionari, che potrebbero usufruirne come deposito di attrezzi, specialmente in uso quando viale Regina Margherita si trasforma in una periodica area mercatale.
Certo che non si tratterebbe di una rara scoperta di archeologia monumentale, appare altresì lampante nella misura in cui ai tempi dell’imperatore Carlo V non esistevano tali innovativi condizionatori industriali. Anzi, siamo alla pitagorica ed ennesima dimostrazione del teorema caro agli amministratori indigeni, tutt’altro che alieni dal degrado e dall'abbandono.
Dopo lo stemma imperiale in totale disfacimento, in quel che resta di villa Caloiro, ormai ridotta a un ammasso maleodorante di rifiuti ed escrementi; dopo lo scempio delle mura di via Tellini, in cui si affastellano finestre con grate, costruzioni edilizie e surfettazioni abusive su proprietà demaniale; dopo la totale e permanente tombatura del Castello di Carlo V, ancora non disponibile alle visite dei turisti, nonostante i liberatori rapporti Arpacal; dopo la chiusura dei Bastione Toledo, con allegata scomparsa di un’intera collezione di opere d’arte; eccoci finalmente al tocco finale, l’orripilante installazione di ben tre condizionatori d’aria incastonati in mura storiche.
Scherzi a parte, la cavità scavata con perizia cavernicola fa davvero impressione. Una devastazione vera e propria, l’ultima metodica demolizione nelle mura pertinenti al Bastione Rivellino che porta in avanti la squallida azione demolitrice della cinta muraria di Crotone.
Ma come si è già detto in altri appelli, denunce giornalistiche, manifestazioni democratiche illegalmente represse da un certo comandante Cogliandro, messo temporaneamente al comando del nostro glorioso e benemerito corpo dei vigili municipali con risultati discutibili, qui tutto avviene senza che alcuna autorità istituzionale, statale, ministeriale e pubblica (Mibact, soprintendenza, Prefettura, Procura della Repubblica, enti locali ecc. ecc.) muova un mignolo per fermare uno scempio ormai aggravato e continuato che si consuma senza sosta né limiti ai danni dei beni culturali, archeologici e monumentali.
Si sveglino i crotonesi prima che sia troppo tardi.