Letture. Niente di grave, una storia vera di malasanità

14 luglio 2021, 08:37 Outside24

La Vergine del Cannato non esiste. La Vergine del Cannato è la Madonna di Capo Colonna e forse neanche lei esiste. Perché da una città che non dà speranza, le divinità, di ogni ordine e grado... quelle, scappano. Abbandonano un popolo che in fondo desidera essere abbandonato per non dare conto della propria miseria della propria disperazione.


di Natale G. Calabretta

Ed è in questa palude di disperazione umana e miseria professionale che i protagonisti di “Niente di grave. Una storia di vera malasanità” cadono e ne vengono risucchiati inesorabilmente.

Non ci può essere lieto fine nella storia scritta e vissuta da Pompilio Turtoro: chi vive a Crotone e non ha carte da giocare se non quella di pretendere rispetto, sa cosa significa perdersi nella solitudine dei labirinti sporchi del San Giovanni di Dio.

Ci siamo passati tutti. Chi ha potuto è scappato ... molti non ce l’hanno fatta e sono morti di una morte poco convinta. Altri sono salvi ma molti di questi portano fiori alle statue di qualche tipo di Madonna triste sugli altarini delle sale d’aspetto. Anche le guarigioni, qui, all’ospedale di Crotone, sono poco convinte.

È drammatica ma purtroppo non rara, da queste parti, la vicenda di malasanità testimoniata da Pompilio Turtoro e dalla sua famiglia; drammatica e spesso grottesca... la rabbia toglie il fiato, come gli odori di sporco, malattia e disinfettante e forme di disumana dabbenaggine superano il disgusto per diventare comiche e surreali.

Ma dura poco... poi si ritorna al disprezzo e alla paura.

Forse l’autore, scrivendo il suo dolore, ha voluto curarsi - senza ausilio medico... per carità - la rabbia velenosa che gli è rimasta dentro; la stessa rabbia e lo stesso veleno che i crotonesi meno evoluti sfogano a pugni in faccia e risse familiari in quegli episodi di violenza ospedaliera che noi tutti ci affrettiamo a biasimare ... ma nessun biasimo, in vero, è senza “se” e senza “ma”.

Conosciamo i nostri polli: il basso valore umano e professionale delle vittime. Essere vittima è un privilegio che, nel nostro caso, spesso non si merita.

La testimonianza di “Niente di grave” si posiziona fortemente tra quei tentativi, finalmente sempre più frequenti, di restituire ai crotonesi, troppo superficiali e vuoti, l’immagine reale di una città e di un popolo lontani dalle mistificazioni ottundenti sempre tanto di moda tra i coprofagi pitagorici o i tifosi cadetti per i quali la vita reale è un fastidio momentaneo e che quando arriverà il momento anche per loro o per i propri cari, risolveranno picchiando il medico o pregando la Madonna di Capo Colonna... o la Vergine del Cannato... che è la stessa cosa.

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“Niente di grave - Una storia vera di malasanità”, di Pompilio Turtoro

Editore: Imprimatur Edizioni

Prezzo: 12,00 euro

Da leggere assolutamente. Da tener presente come una testimonianza utile per cercare di cambiare Crotone e i crotonesi... senza “se” e senza “ma”.