L’eredità che De Magistris lascerebbe alla città di Napoli sarebbe molto pesante. Una gigantesca confusione amministrativa, n’ammuina generalizzata tra scelte opportunistiche ed errori madornali che resteranno alla storia un poco come il cataclisma vesuviano di Ercolano e Pompei. Fanno quasi un coro da stadio S.Paolo, tutti i suoi costernati compaesani, avvertendo il sottoscritto desolato 'inviato speciale' calabrese, che bisognerà scavare per decenni tra le macerie amministrative che sta per lasciare ai napoletani delle prossime generazioni. Visto "come è ridotta Napoli, ormai simile a una città ridotta allo sbando e senza regole”.
di Vito Barresi
Finita la pacchia? Se è scaduto il tempo in cui sul balcone che s’affaccia sul Golfo più bello d'Europa, il sindaco faceva appendere l’immenso cartellone contro il debito, il fallimento di De Magistris, dicono i cronisti, sarebbe lo stesso macroscopico e impressionante, politicamente insostenibile da parte di chiunque ne voglia prendere le difese o farlo avanzare nelle lande desolate della Regione Calabria.
Con simili credenziali, tutte racchiuse nella rassegna stampa di questa complicata estate napoletana del 'green pass’, il racconto puntuto su quel che qui accade ogni giorno, rappresenta lo scenario di un Comune alla deriva ‘spaccato tra politici e dirigenti con un retroscena di assessori dimissionari e sindaco candidato in Calabria, mentre a Palazzo S.Giacomo è fuga dalla responsabilità per evitare ripercussioni giudiziarie rispetto ai provvedimenti assunti finora”.
La Napoli delusa e urtata da De Magistris, l’ex magistrato di Catanzaro che agogna diventare il nuovo Presidente della Giunta Regionale della Calabria, insieme a Mimmo Lucano anche lui ex sindaco di Riace e attualmente sottoaccusa e in attesa di giudizio per una presunta gestione irregolare dei migranti, con simile bagaglio di rancori, commenti e critiche, accompagna alla ‘porta’ che da verso sud, un politico in cerca di nuove avventure che vorrebbe convincere i calabresi a dargli il voto comunque e a prescindere dal giudizio che di lui hanno negativamente consolidato i cittadini amministrati.
Un giudizio, a dire il vero, alquanto infuocato e implacabile tanto che, sempre dalla stampa partenopea, si apprende che ‘organizzazione, pianificazione sono parole indecifrabili per la grammatica della città sbracata, dove tutto è incerto, dove ogni cosa è avvolta in un manto di imprevedibilità”, per cui se per il momento tutto ciò accadrebbe solo a Napoli, meglio stare avvertiti che un domani potrebbe toccare alla Regione Calabria.
Calabria che se non riesce più a sfondare a livello nazionale almeno è al centro del dibattito napoletano tanto che dai resoconti di molte riunioni politiche si apprende che "l’ex pm non vuole perdere il patrimonio di rapporti politici e personali lasciati in eredità. Lui un piede a Napli ce lo vuole sempre tenere. E’ impegnatissimo in Calabria dove sta correndo per la presidenza di quella Regione, ma Napoli resta centrale.”
Anzi, De Magistris vorrebbe mettere in squadra anche gli ‘oriundi' poichè “una delle novità riguardo alla sua giunta è che ha chiesto all’assessore al Lavoro Giovanni Pagano di seguirlo. E per capire come stanno le cose lo stesso Pagano un giretto con il sindaco di qualche giorno in Calabria è intezionato a farselo. Magari come ufficiale di collegamento arancione sull’asse Napoli-Reggio Calabria. Dove male che vada De Magistris un posto di consigliere regionale dovrebbe acciuffarlo”.