A chi serve? Lo scopo della scrittura deve contemplare un utente finale. È dal 2000 che scrivo e ho la fortuna di pubblicare e l’obbiettivo è sempre stato l’esigenza del lettore: uno spazio da colmare, una domanda a cui rispondere. Spesso a scrivere mi ha spinto la necessità di mettere ordine nei concetti, una mia personale idea di ordine: un ordine che possa essere riconoscibile, comodo e utile ad altri. Questa volta, più che in altre fortunate occasioni, queste due esigenze si sono sovrapposte: è stata l’esigenza di chiarirmi; è stata l’esigenza di chiarire ad altri.
di Natale G. Calabretta
All’interno della nostra storia di comunità, il mio intento è di non rimanere inerte: non ne ho il carattere tipico della mia gente, non me lo posso permettere in scienza e coscienza, per questo scrivo e metto in ordine i pensieri e le conoscenze sulla città che mi appartengono, perché la città mi appartiene.
Allora scrivo per la gente, potendolo fare metto loro a disposizione la sintesi di un discorso più ampio e complesso quale l’ingegneria ambientale e le tecniche di bonifica, affinché tutti, proprio tutti, possano avere gli strumenti per capire di cosa si parla quando si parla di bonifica della città, di questa Crotone umiliata, perché questa Crotone che dà morte più che vita, ora più che mai nella sua storia millenaria, appartiene a loro… a tutti i crotonesi.
Allora scrivo questo lungo “Report-Caso Crotone”, in allegato digitale (SCARICALO QUI), per tentare di colmare un vuoto conoscitivo che fino ad ora ha escluso i veri protagonisti della bonifica: la gente che a Crotone vive, in cui vive male… in una sorta di strana attesa.
Già, queste le motivazioni di un cittadino ingegnere: civili, tecniche, forse patetiche… in qualche modo generose, mai condivise, sicuramente personali.
Queste le motivazioni che avrebbero fatto di questo “Report” qualcosa di importante solo per me, sicuramente utile, ma al contempo qualcosa di piuttosto insignificante per tutti i crotonesi.
Ma chi scrive lo sa bene, capita che le pagine battute al computer tradiscano gli scopi per cui sono state scritte. Tradiscono le intenzioni.
Una riflessione
che va oltre la tecnica
Così è capitato, all’ennesima rilettura, che l’intento civile e divulgativo si sia trasformato in qualcosa non portato dalle parole intenzionalmente scritte ma inaspettatamente esplicitato in una riflessione che va oltre la tecnica dell’argomento “bonifica” … per diventare sempre più “Caso Crotone” … “il caso crotonesi”.
Non c’è divulgazione scientifica che allevi la perenne sensazione di paura.
È un dolore costante, un terrore subdolo e silenzioso che assale ogni giorno i cittadini di Crotone, al risveglio, mentre si cerca di sopravvivere un altro giorno ancora: la paura di essere malati, sapere di cosa e non capire perché.
Non è più importante, quindi, capire cosa sia una bonifica, ma risolvere l’esigenza inquietante di un “perché” che attanaglia tutti, anche chi sta scrivendo.
Sì, perché poi, alla fine di questa lettura, ci si domanda come sia stato possibile che Crotone e i crotonesi si siano ridotti in queste devastate, mortificanti condizioni.
I decenni persi
tra sprechi e
sterili discussioni
Perché, se nell’ambito delle tecniche di bonifica, è tutto così noto, se è tutto così chiaro, sia pur complesso ma chiaro, come è stato possibile che si siano persi decenni dietro sprechi di danaro, discussioni sterili, tavoli decisori inconcludenti e false bonifiche?
Come è stato possibile che chi doveva sapere e doveva padroneggiare per mestiere e per mandato i semplici concetti presenti in questa analisi, non ha detto nulla quando doveva, quando poteva e non si è sentito offeso nella sua intelligenza e professionalità davanti alla ingiustizia, alla prepotenza e al dileggio?
Perché chi doveva proteggere, con la forza del proprio ruolo di tecnico preposto a tutelare con “amore civico”, con cultura e competenza gli interessi dell’intera comunità crotonese, non lo ha fatto?
Perché non siamo stati difesi?
La semplice razionale
verità tecnica
Anche un politico corrotto passa, lasciando dietro di sé danni dalle conseguenze sociali incalcolabili ma non avrà mai il potere di ostacolare la trascendentale coerenza di chi ha voglia e dovere di dire la semplice razionale verità tecnica, di tutelare gli interessi di una comunità con la conoscenza.
Un politico corrotto passa e per farla franca ha sempre bisogno di tecnici omissivi, omertosi, complici, spesso venduti… meglio se indifferenti.
In questo quadro professionalmente “distratto” in un tessuto sociale ridotto a statistica oncologica, se l’incompetenza sembra una sciagura, il tradimento è imperdonabile. L’incompetenza e il silenzio colpevole e codardo di questi tecnici e burocrati, di chi sa e non parla, ha conseguenze tangibili: una terra avvelenata, un popolo malato.
Qualcuno dirà che non è colpa di nessuno, che è colpa di tutti, perché la politica corrotta e criminale soffoca, ammutolisce, compra le anime e i cervelli, fa sparire corpi… gli eroi non esistono.
Certo! Ma quanto costa il silenzio davanti ai figli morti di questa terra? Quanto?
Crotone non è mai stata
una città di eroi
Per molti un incarico nella multinazionale, per altri i soldi necessari per comprare un appartamento a Bologna o Milano, dove riunirsi con i figli fuggiti nella speranza che il cancro crotonese non li raggiunga.
Gli eroi non esistono. Certo! Ma cosa deve fare di un uomo, un eroe, quale altro stimolo è necessario più forte del vedersi sopravvivere ad un figlio morto senza un perché, con la condanna stampigliata sulla carta d’identità, nella cifra del codice fiscale?
Forse non essere tipicamente crotonese… avrebbe aiutato. Forse non svuotarsi e perdersi allucinati nel nulla per non pensare, come fanno i miei concittadini, avrebbe aiutato.
Crotone non è mai stata una città con eroi con gli elmi di bronzo, altrimenti non avrebbe tollerato politici corrotti, professionisti inetti… non avrebbe tollerato di farsi disprezzare a tal punto… non avrebbe tollerato di avere figli immunodepressi sparsi negli ospedali d’Italia con volti travisati da mascherine antibatteriche.
È questa sensazione di abbandono e tradimento che rimane dopo la lettura di questo “Report-Caso Crotone”: è questo quello che non ho scritto e che le pagine stampate hanno scritto per me.