Via, Via, vieni Via da qui… solfeggiano con la nota strofa di Paolo Conte i tanti elettori cattolici che amareggiati e delusi hanno dato il voto a questo sindaco Voce che ha firmato il referendum radicale per liberalizzare l’eutanasia. Una scelta che sta suscitando nella Chiesa crotonese grave inquietudine, delusione e sfiducia politica verso una amministrazione sempre più valorialmente ambigua e senza alcuna bussola, alla mercé degli interessi di carrierismo personale di singoli e di inquietanti gruppi di potere.
di Vito Barresi
Ciò nonostante Rachele Via continua a stare dentro una Giunta che si va manifestando dichiaratamente nemica e contro i principi della Chiesa, attestata apertamente su posizioni anticattoliche, antiumane, antisolidali.
Ben trincerata sulla sua poltroncina di Assessore alla cultura, la Vivere In che si è impegnata in politica resta in mezzo al guado dell’ambiguità e dell’incoerenza, nel mentre il Sindaco che sostiene ha appena messo la sua firma sul catalogo referendario dei Radicali, un partito ideologicamente anticlericale, pronto a raccogliere sostegni per un referendum che è, questo sì, radicalmente antitetico rispetto ai valori cristiani e al Catechismo della Chiesa Cattolica.
Eppure accade che, con una disinvoltura che ne rispecchia evidentemente il carattere, questo sindaco di Crotone, che non ha alcun partito se non quello del suo piccolo culto della personalità, un personaggio senza alcuna bandiera ideale come l’ingegnere Voce, abbia aderito alla campagna referendaria dei radicali senza ovviamente confrontarsi in giunta e/o in Consiglio Comunale, con la città se si vuole, sottoscrivendo un quesito che mira a liberalizzare l’omicidio di una persona consenziente anche se in buona salute.
In breve, una di quelle demenzialità della politica spettacolo che da Cicciolina porta ai giorni nostri, che ha fatto sbottare anche un giurista di vaglia come Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale ed ex ministro della Giustizia, secondo cui “uccidere una persona sana che lo chiede sarebbe ‘meno grave’ di aiutare un suicida”.
Ma, bada ben che non si bagni, se ognuno è libero di fare ciò che vuole, è anche vero che chi crede debba prestare fede e coerenza al principio sacrosanto della vita dall’alfa all’omega, come ci sembra sia ovvio per l'assessore Rachele Via e quanti altri siedono in Giunta e in Consiglio Comunale con il voto cattolico e la benedizione elettorale del proprio parroco.
A loro toccherebbe dare pubblica e libera testimonianza di apprezzare le indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana e, conseguentemente, di avversare e non aderire “alla raccolta di firme per un referendum che mira a depenalizzare l’omicidio del consenziente, aprendo di fatto all’eutanasia nel nostro Paese”, perché “chiunque si trovi in condizioni di estrema sofferenza va aiutato a gestire il dolore, a superare l’angoscia e la disperazione, non a eliminare la propria vita”, perché “scegliere la morte è la sconfitta dell’umano, la vittoria di una concezione antropologica individualista e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali”, perché “non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire”, ma di rispettare l’elettorato cattolico crotonese che ha largamente contribuito all’elezione di questo sindaco e della sua amministrazione.
Come pure sarebbe ora che tutti i parroci della diocesi, gli uffici pastorali preposti e lo stesso Mons. Arcivescovo di Crotone prestassero la dovuta attenzione ecclesiale ai bisogni morali della comunità cattolica locale, nei termini per loro adeguati di chiarezza e orientamento, senza lasciare soli e confusi di fronte a questa deriva di facili opinioni l’intero popolo dei fedeli crotonesi.