Ad oltre 24 ore dall’omicidio del titolare di un’agenzia di pompe funebri (QUI), in pieno centro a Crotone, con le modalità di una vera e propria esecuzione, ciò che mi impressiona di più è il silenzio assordante delle pubbliche istituzioni, delle forze politiche e sindacali, della società civile sul fatto di sangue avvenuto nella tranquilla quotidianità della vita cittadina.
di Marilina Intrieri*
Nessun comunicato, nessuna iniziativa promossa dal sindaco e dalla sua amministrazione che parlasse alla città, nessuna forma di esecrazione per il grave fatto avvenuto.
Questo succede a Crotone, ultima città di una delle ultime regioni d’Italia, per disoccupazione, per mancata occupazione, specie giovanile, una città deprivata di sviluppo economico e sociale, con il poco esistente in mano a forze criminali, con molteplici atti di racket ed estorsioni e proventi di origine criminale ed usura, un’area cosiddetta a “legalità debole”.
In un contesto ambientale fortemente depresso non può esserci silenzio per l’accaduto da parte delle istituzioni locali deputate alla rappresentanza dei cittadini.
Necessitano dichiarazioni e analisi forti per offrire risposte alla domanda di sicurezza che sale dai cittadini a fronte del degrado morale, civile, urbano della città.
Una domanda sociale sempre più vibrata dei cittadini che chiedono soddisfazione dei loro bisogni, soluzione di annosi problemi, speranza per il futuro delle proprie famiglie.
E quando una comunità, dinnanzi a un fatto così grave, non viene coinvolta e rassicurata dal suo sindaco che non chiama subito a raccolta, insieme, le altre istituzioni, i partiti, i sindacati, le associazioni, le forze professionali, le categorie per concertare misure a contrasto di atti criminali e azioni per lo sviluppo della legalità, per rafforzare l’etica della responsabilità e i principi di correttezza e trasparenza che debbono presiedere al bene comune, allora siamo dinnanzi a una società sola, sfortunata, senza speranza e condannata alla rassegnazione.
Ci saremmo aspettati dal Sindaco una convocazione ad horas del Consiglio comunale, come avveniva quando albergava la politica, per un tavolo straordinario e di confronto sui fatti criminosi per riaffermare con forza che Crotone non è il far west e che le forze sane vogliono battersi insieme per un futuro diverso insediando magari un tavolo di lavoro permanente con le forze sociali e politiche per un approfondimento e una riflessione sullo stato della legalità e della sicurezza in città e per lanciare la richiesta al Governo nazionale di un intervento straordinario per gli impianti sportivi, gli spazi culturali e ricreativi che urgono per i tanti giovani che vagano sempre più soli e sperduti per la città, per organizzare una conferenza straordinaria delle autonomie locali sulla legalità.
Registriamo invece solo il silenzio di Voce e dalla sua amministrazione. Quanto lontani sono i tempi in cui gli amministratori di Crotone, all’unisono, con la voce importante della Chiesa di Monsignor Agostino facevamo quadrato dinnanzi ad avvenimenti difficili parlando alle genti impaurite, non lasciandole sole.
Da donna politica, dirigente nazionale del Pd, auspico che il sindaco Voce avvii urgenti iniziative facendo cessare l’inammissibile vuoto istituzionale, stigmatizzando il grave fatto per dare assicurazione e infondere coraggio ai giovani e alla città tutta.
*ex parlamentare Pd