Già li chiamano “furbetti calabresi” del Pnrr. Chi sono questi non meglio precisati soggetti? Tutto possibile, fino a fantasticare che, comunque, qualcuno tra questi, in campagna elettorale magari andava in giro dicevano “prepara subito il progetto che poi lo finanziamo con i soldi del Pnrr”. Gente executive, almeno a parole, molto attiva tra Roma e la Calabria pronta, tra studi tecnici privati e vari enti centrali e locali, a rispolverare i soliti “progetti sponda”, quelle innumerevoli opere pubbliche che, acciuffato il primo stato di avanzamento lavori, magari avevano anche usufruito delle anticipazioni dei vecchi fondi strutturali e della 488, rimanendo poi, more solito, incompiute e abbandonate.
di Vito Barresi
Fare presto ma bene, verificando, controllando, monitorando, cercando di passare al crivello ciò che dovrebbe essere l’anteprima del Pnrr in formato regionale, insomma il biglietto da visita da presentare al Presidente Draghi, con sopra stampato una “Nuova Calabria made in Recovery Fund”.
Forse è questa, a sommario di tutte le dichiarazioni diffuse in campagna elettorale, la parola d’ordine del neo Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che dovrà dirigere e ordinare la corsa a fare presto, quel darsi da fare a tratti confuso, volto a impacchettare le progettazioni, riassumendo i passaggi burocratici e i preliminari procedurali, agendo in fretta in nome dell’urgenza e dell’emergenza della spesa per arrivare primi al traguardo dei nuovi finanziamenti europei previsti dal Recovery Fund.
Esercitare
i dovuti controlli
per non trovarsi
davanti a domande
già presentate
alla rinfusa
Ma se fosse vero che c’è chi si sta muovendo per conquistare il monte premi che balugina da testo di base, regolamenti e decreti attuativi del Pnrr, sarebbe già questo un serio pre-allarme che richiamerebbe la nuova amministrazione regionale che sta per formarsi in queste settimane, a esercitare i dovuti controlli per non trovarsi davanti a giochi fatti con domande già presentate alla rinfusa da enti, comuni, consorzi, società in house, ecc. ecc.
Prassi inveterata nel passato che adesso infrangerebbe “ab ovo” quel requisito di integralità dello sviluppo che sta alla base della ripresa e della resilienza, titoli non retorici ma tanto necessari proprio a una Regione fortemente devastata e destrutturata dal terribile “Biennio Nero” della pandemia Covid-19.
Sta di fatto che la prima scadenza in calendario è il vicino 31 dicembre 2021, data in cui almeno due Missioni - Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo e Rivoluzione verde e transizione ecologica - con dodici riforme, ciascuna con la propria scadenza compresa tra il 31 dicembre e il 31 marzo 2024, sono nell'agenda del ministero della Transizione ecologica secondo quanto previsto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.
I settori interessati vanno dal Turismo e Cultura 4.0 ad Agricoltura sostenibile ed Economia Circolare, da Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile a Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici alla Tutela del territorio e della risorsa idrica.
Nell’ultimo giorno dell’anno in corso scadranno i termini per l’adozione di programmi nazionali di controllo dell'inquinamento atmosferico con la disposizione di uno o più atti normativi che indichino l’entrata in vigore della riforma, stessa data di scadenza per l’entrata in vigore di un decreto legislativo che promuove l'uso del biometano nei trasporti, nell'industria e nel settore residenziale e di un decreto attuativo che definirà condizioni e criteri d'uso, nonché il nuovo sistema di incentivi.