Il frenetico e confuso attivismo sul Porto di Crotone e di Corigliano Calabro, i sonori insuccessi sulle banchine di Gioia Tauro, il tutto messo in atto dall’ex ammiraglio “a cinque stellette” Agostinelli, dovrebbe mirare a miglior causa. Quello che segue è il racconto di uno “strano” dinamismo che si registra sui moli calabresi, una curiosa “maledetta” fretta che ha preso il Presidente dell’Autorità Portuale, lo stesso che ha ordinato a una ruspa, poi nemmeno tanto in regola con l’Iso 9000, di abbattere una casa decrepita con squilli di tromba mediatici da far tremare l’intero Porto Nuovo pitagorico. Anche se il vecchio lupo di mare toscano approdato in quel di Rosarno, si sarebbe ben guardato dall’ordinare la requisizione e la demolizione immediata di due giganteschi ecomostri, i silos che troneggiano scandalosamente sul Molo Giunti da oltre trenta anni, dopo essere scampati, non si sa per quale strana decisione alla Bonifica industriale dell’ex Enichem.
di Vito Barresi
Ma prima di passare alla cronaca del disordine in cui versa la portualità calabrese da qualche anno a questa parte vi invito a soffermarvi su questo gustoso antipasto, una slide “gourmet” purtroppo ancora senza pesci nel paniere, la diapositiva eloquente dello stato in cui l’Autorità Portuale di Gioia Tauro ha ridotto non il Porto e nemmeno il retroporto, che già sarebbe una veduta, ma un vero e proprio caotico e degradato “angiporto” di Crotone dove si affastella di tutto e di più: profughi, migranti, soccorsi militari, pescherecci, crociere, velistica, diportistica, pseudo cantieri navali, gigantesche pompe di benzina con qualche dubbio sulla sicurezza, imprese fantasma appaltatrici di servizi vari, banchine industriali metanifere, pale eoliche, giganteschi furti di cavi e attrezzature mai risolti, navi di acqua potabile per le Isole Eolie, fogne in pieno porto, montagne di biomasse che alzano polveri sottili ed esalano fetore, ecc. ecc.
Ma va da sé che basterebbe, infatti, riandare nemmeno tanto indietro nel tempo, per rivedere le immagini dell’abbattimento, alquanto “frettoloso” e molto discutibile, del famoso ed emblematico “Camino Mariani”, la torre simbolo dell’industrializzazione di Crotone, propaggine di quel terribile inferno che era il “Forno Fosforo”, da cui uscivano i fumi inquinanti, una specie di immensa “carota” che conteneva tutti gli strati dei veleni sversati in aria e ricaduti sui quartieri circostanti, con il complemento di un grande trullo con la scritta Enichem, adibito a magazzino per lo stoccaggio del metalloide del gruppo dell’azoto, normalmente trovato nelle rocce fosforose inorganiche naturali e utilizzato in sacchi di polvere bianca.
Per l’ex ammiraglio Agostinelli, che dicono gli esperti in materia sarebbe in quota Movimento Cinque Stelle, e per questo non allineabile alla nuova amministrazione regionale del Presidente berlusconiano Roberto Occhiuto, non deve essere certo un momento magico né tanto meno crocieristico.
Il mare intorno in vista dalla sua plancia di comando appare in burrasca visti i resoconti di cronaca che narrano non solo del forte disorientamento di rotta operativa, ma anche di una sempre più affannosa crisi quotidiana in cui naviga la sua unilaterale e decisionistica gestione dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro.
Più o meno alla Capitan Trinchetto si direbbe che Agostinelli è da più di qualche mese in balia delle onde a ragione dei fatti che hanno visto l’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, del tutto inerme per non dire incapace di scongiurare la chiusura del Pronto soccorso del presidio ospedaliero del porto tirrenico, un servizio di assistenza sanitaria di primaria importanza per gli oltre 1000 lavoratori portuali, a cui si aggiunge la chiusura del punto di Polizia Frontaliera all’interno dello scalo, con un evidente scopertura della rete di prevenzione e sicurezza in un territorio ad alto rischio criminale come è la piana rosarnese.
Cosa ben diversa da quanto accade a Crotone dove l’arruffata attività dell’ex ammiraglio sembra andare a nozze con le sempre più contorte azioni amministrative del sindaco Voce, anche sul fronte del porto di Corigliano Calabro si sono accese polemiche e scatenate scaramucce contro il Presidente dell’Autorità Portuale gioiese a proposito di una consistente progettazione che prevede un investimento di oltre 12 milioni di euro per la realizzazione della banchina croceristica e per l’approdo di navi “ro-ro” che trasportano i rotabili su gomma, l’alaggio e varo per la pesca e, non appena si risolveranno le beghe giudiziarie, l’affidamento dei cantieri navali.
È proprio ad Occhiuto che toccherebbe esaminare e valutare politicamente le discutibili esternazioni volanti di Agostinelli che nel corso di una curiosa “road map” tra Gioia Tauro, Crotone e Corigliano, bypassando la Regione Calabria, ha ammesso, testualmente che esiste
“una differenza di vedute fra noi e l’amministrazione comunale di Corigliano Rossano rispetto alla pianificazione urbanistica dell’area portuale da adottare. Noi siamo sicuri delle nostre scelte ed eravamo convinti di aver intrapreso una strada condivisa con l’ente locale fino al 18 giugno. Crediamo che vi sia ancora tempo, entro ottobre, affinché l’amministrazione ritorni sui suoi passi e approvi il parere di conformità previsto per il progetto che prevede un importante investimento. Quindi prima facciamo, meglio è, ma se si creano degli intoppi… Questa è la strada già percorsa a Crotone, dove abbiamo incassato il parere favorevole dell’amministrazione tre settimane fa. Speravamo che anche a Corigliano Rossano potesse arrivare una svolta positiva”.
Quello dei porti in Calabria è un affare pubblico di tali e notevoli dimensioni su cui l’ineffabile Agostinelli sembra avere una “maledetta fretta”.
Ma i porti in Calabria già da decenni sono oltre ogni linea d’ombra sprofondati in un’autentica fossa marina di gigantesche proporzioni.
Ecco perché tutte le parti sociali, datoriali e sindacali, le stesse forze politiche di governo e opposizione, a ragione delle disposizioni sulla portualità contenute nel PNRR, sono chiamate a fare presto chiarezza e dare concretezza a un valido ed efficace piano di rilancio e rimodulazione dei porti calabresi, sotto l’impulso e la supervisione di una “cabina di regia” compatta e autorevole da parte del neo governatore Roberto Occhiuto.