Boni vinuti, boni vinuti… così salutano i comuni profughi delle due ormai sperdute province estreme di Crotone e Vibo Valentia, a quelli che accarezzano il sogno quasi proibito di ritornare all’antico, alla solida geografia territoriale della vecchia provincia madre di Catanzaro. Quasi a formare un coro da curva, un movimento sommerso e diffuso a polvere con tanti possibili “comitatini” comunali, tutti alla ricerca del sentiero o della strada per ritornare alla casa madre, al naturale alveo dell’antica Provincia di Catanzaro, una nuova grande provincia metropolitana che dovrebbe sorgere proprio al centro della Regione Calabria.
di Vito Barresi
Le cose stanno nei fatti e viceversa. Se solo si pensa che la prima riforma per la Calabria è quella di realizzare al più presto un assetto territoriale comunale, provinciale e metropolitano all’altezza delle sfide e delle opportunità offerte dal Pnrr.
La sola scelta efficace per avviare una sostenibile e produttiva governance della Regione Calabria è cominciare da una forte presa di coscienza da parte della maggioranza politica che sostiene il Presidente Occhiuto, di effettuare preliminarmente un riassetto funzionale del territorio regionale, finalizzato alla corretta gestione dello sviluppo economico e sociale, al riordino della sanità, all’amministrazione dinamica e ambientale degli insediamenti urbani e delle città.
Occhiuto saprà certamente molto bene che senza un’adeguata revisione degli attuali assetti geografici e istituzionali delle province calabresi, rischia di impantanarsi appena dopo la “luna di miele”, fermandosi al passo dei cento giorni, di fatto riscoprendosi imprigionato nelle sabbie mobili dell’antropologia politica dei vari potentati campanilistici e familistici e patrimonialistici di questa Calabria.
Almeno a chi scrive appare evidente che il ritorno immediato allo storico modello delle “Tre Calabrie” sia quanto mai necessario per dare equità e perequazione al dispendio inutile di tante risorse pubbliche, nazionali ed europee, cominciando in quest’opera di poderoso riordino e riassetto istituzionale a fare quello che la stessa legge elettorale in vigore ha già iniziato.
A partire dalla costruzione di un’asse polifunzionale e moderno, di supporto alla nuova centralità della Regione, cioè la creazione di una grande Provincia Metropolitana di Catanzaro, Lamezia Terme, Vibo Valentia e Crotone, che non lasci la vita regionale nel suo complesso nella solitudine tipica di una cattedrale costruita nel deserto di Germaneto.
Tocca dunque al Presidente Occhiuto mettere mano alla “riforma delle riforme” che in Calabria è quella di spezzare le catene del campanilismo e del rancoroso provincialismo per progettare e realizzare un’adeguata area di raccordo territoriale, volano del nuovo sviluppo mediterraneo dell’intera regione.