Un Recovery Plan Calabria per la nuova Giunta Regionale. Per Occhiuto biglietto di sola andata per salvare la Regione

28 ottobre 2021, 19:00 100inWeb | di Vito Barresi

Nel mentre lo stato di pesantissima crisi economica e sociale, frammisto alla condizione di estrema disgregazione territoriale e a uno scollamento sempre più netto tra istituzioni e società, amministrazione regionale e cittadinanza, si va aggravando di giorno in giorno, ai calabresi serve più che mai, non solo un nuovo esecutivo rinnovato nel suo impianto strategico oltre che nelle figure di competenza, ma soprattutto un valido, robusto, autorevole complemento di programmazione innovativo e prospettico che chiamerei altrimenti 'Recovery Plan della Calabria'.


di Vito Barresi

Senza un nostro “Piano Regionale di Ripresa e Resilienza-NextGenerationCalabria-Calabria Domani”, si rischia altrimenti di navigare a vista nel mare agitato della crisi post pandemica, poiché restando in assenza di linee di indirizzo e programmazione per affrontare oltre alle varie ed eventuali continue emergenze anche le macro questioni inerenti un nuovo modello di sviluppo regionale coerente con i Piani Europei e Nazionali della transizione ecologica e digitale, dell’innovazione infrastrutturale e delle connesse riforme del sistema, bensì di naufragare presto sulla spiaggia dei desideri e dell'inconcludente.

Dal nuovo Governatore della Calabria, on. Roberto Occhiuto, gli elettori e i calabresi tutti, attendono questa volta non risposte ordinarie ma un impegno programmatico straordinario, unitario e coesivo, che sappia stringere la Calabria chiamando tutte le componenti della vita pubblica regionale a convergere insieme sull’unico obiettivo possibile e sostenibile: uscire al più presto dalla condizione di sottosviluppo e arretratezza in cui siamo da tempo inabissati.

Un abnorme posizionamento negativo tanto scandaloso da relegare la Calabria in una posizione persino peggiore di alcune aree non già dell’Unione Europea ma persino del Nord Africa (basti pensare al confronto tra la crescita impressionante ed esponenziale del Porto di Tangeri in Marocco e il fallimento scandaloso del Porto di Gioia Tauro), va affrontato con coraggio e intelligenza, mettendo sotto controllo la situazione di stagnazione, declino e disgregazione regionale, propedeutica necessaria per sedere a pieno titolo al tavolo nazionale di programmazione di e rilancio dell’intero Paese nel Mediterraneo.

Questo deve essere l’impegno del Recovery Plan Calabria, come lo è quello europeo e quello nazionale, detto altrimenti “Piano Regionale di Ripresa e Resilienza-NextGenerationCalabria-Calabria Domani”.

Consiglio Regionale, Presidente della Regione e nuovo esecutivo regionale sanno bene che non è più consentito a nessuno uscire fuori dal solco tracciato dal Recovery Fund Ue.

E poi dal Pnnr approvato dal Parlamento, cioè deviare dalla direzione di marcia del Green Deal, di NextGenerationUe, sfruttando a pieno per le competenze regionali, i finanziamenti messi a disposizione dalla Commissione Europea, strettamente vincolati alla transizione ecologica e alla transizione digitale, nonché alle riforme profonde della pubblica amministrazione centrale, periferica, locale e regionale.

Il Recovery Plan Calabria, ovvero quello che dovrebbe essere il Programma Amministrativo Regionale della Giunta Occhiuto e della sua configurazione assessorile, non può che promuovere, coordinare, indirizzare, strutturare e integrare ogni sforzo per attuare una radicale riforma del sistema pubblico regionale.

Solo così si potrà parlare di fatto storico, cioè che segna realmente una netta discontinuità storica e politica con ciò che è stata fin qui una Regione Calabria contorta, inquinata, collusa, corrotta, confusa e distorta.

A tal punto da essere stata distruttrice di incommensurabili risorse pubbliche, nazionali ed europee, dilapidatrice di opportunità uniche.

Insomma liberarsi definitivamente dal pesante fardello pregresso di una disastrosa entità istituzionale a cui pure non sono state mai negate né gli sono mancate in questi cinquantanni di regionalismo e autonomia, tanti soldi e finanziamenti, investimenti, aiuti e sostegni, purtroppo e amaramente, in ampia parte sprecati e mal utilizzati.