La Strada del Petilino figlia di tanti babbi e di nessuna vergogna

21 gennaio 2022, 17:22 Sr l'impertinente

Un evento più unico che raro è stato al centro dell’attenzione, negli ultimi giorni, nel crotonese: vale a dire l’inaugurazione di un’opera pubblica; un avvenimento degno di rilevanza in un territorio dove, com’è noto, sono molte di più le incompiute.


di Sr* L’Impertinente

La provincia pitagorica ha festeggiato dunque la consegna della Strada del Petilino, un’infrastruttura la cui realizzazione è durata “appena” 17 anni - che diventano 20 se vi si aggiunge anche la fase di progettazione – e costata oltre 19 milioni di euro, vale a dire un milione e 732 euro a chilometro (QUI).

Se l’inaugurazione di un’opera pubblica è dunque e di per se una cosa del tutto nuova per il territorio, affatto nuova è invece la corsa sfrenata a prendersene i meriti.

In tal senso la Strada del Petilino non è sfuggita ad un simile destino. Così è stato infatti, e per esempio, per il leader dei Dk, oggi anche responsabile regionale organizzazione dell’Udc, Enzo Sculco, che vestendo i panni del mitico Pippo Baudo ha tenuto subito a precisare come quella strada l’abbia “inventata” lui, a cavallo tra il 1999 e il 2000, con l’allora presidente della Provincia, Carmine Talarico.

Il grande Blek - all’epoca dei fatti vicepresidente dell’ente intermedio e assessore ai Lavori Pubblici - si è quindi arrogato la primogenitura dell’opera con tanto di intercettamento delle risorse e avvio del progetto.

A fargli da contraltare, quando a pretesa di meriti, è però un altro ex vicepresidente della Provincia pitagorica, ovvero Emilio De Masi, secondo la cui verità se quella infrastruttura oggi esista pare sia solo per un suo di merito, avendo partecipato alla fine del 2001 ad una manifestazione a Petilia dell’Associazione “Diritto al mare”.

Per De Masi, l’associazione guidata da Masino Medagliaed ispiratore primo dell’opera”, avrebbe sollecitato l’allora amministrazione di cui faceva parte ad assumere dei precisi impegni sulla realizzazione della strada del petilino.

Così ha ricordato come con tanto di delibera da egli proposta - per la cronaca la n. 477 del 12 dicembre 2002 - se ne sia approvato il progetto preliminaretanto più sostenuto da una platea più ampia di soggetti”.

Ed il tutto, a suo parere, si sarebbe così concretizzato in un cofinanziamento che diede vita ad un Apq per il sistema delle infrastrutture e dei trasporti grazie all’allora assessore regionale Misiti.

Ma la querelle sui meriti non crediate sia finita qui e con soli due contendenti! Nella mischia vi si getta anche un altro ex vicepresidente della Provincia, vale a dire il già sindaco di Mesoraca Armando Foresta.

Intanto, almeno lui - in solitaria - ha ammesso come sia ormai risaputo che quest’opera sia stata “figlia di tanti errori” di “difficoltà” protrattisi per 20 anni “nei quali parlare di questa strada suscitava ilarità, perché gli sbagli sono stati tanti, sicuramente troppi”, ha avuto modo di evidenziare.

Foresta ha però sottolineato come “un’opera ormai nel dimenticatoio” abbia visto riaprire i cantieri - “tra lo stupore di molti” - e che interessavano due macro franeper un importo di 3 milioni di euro già finanziati dalla Regione”, e che per completarla in modo definitivo, “per la raccolta acqua, rotonde, eventuali microtubi” sia stata necessaria la richiesta alla Regione di un ulteriore importo di oltre 1,7 milioni.

Durante le inaugurazioni, però, ci scappa sempre qualche dimenticanza e quella della strada del Petilino non è purtroppo sfuggita a questa infelice consuetudine.

Lo ha ben ricordato la figlia del compianto Peppe Poerio, Elisa, palesando il suo apprezzamento per l’aver ricevuto “chiamate e messaggi da tanti cittadini” che ricordassero suo padre, all’epoca assessore provinciale, e che “facendo squadra con altri amministratori” lavorarono “per quello che oggi hanno inaugurato altri dopo 20 anni!”.

E poi l’affondo: “La corsa alle foto, alle interviste ed al taglio del nastro non ci appartengono, maha sbottato Elisa Poerio - non ricevere nessun invito e neanche menzionare l’assessore provinciale Peppe Poerio è alquanto strano”.

In tutta questa affannosa corsa ai meriti (veri o presunti) ci duole però constatare come non ci sia stata, invece, alcuna nota che, con un briciolo di vergogna, abbia avuto l’ardire di spiegarci come la realizzazione di un’opera pubblica, la più importante della Provincia, possa esser durata circa due decenni a causa di ritardi e abbia visto lievitare i costi in misura che non trova eguali!

A testimonianza, se ancora ce ne fosse bisogno, di come i meriti in politica abbiano molti padri, mentre gli errori e soprattutto le colpe si trovino ad essere sempre delle povere orfanelle. Con buona pace dei contribuenti.