Unità: questa la parola d’ordine che, nell’ultima settimana, è riecheggiata tra la politica crotonese e non solo; come si vedrà, però, si tratta di un sostantivo ormai svuotato di ogni fondamento: unità formale, cioè, ma non sostanziale.
di Sr* L’Impertinente
In questo scorcio di febbraio diverse sono le cose accadute e che meritano d’essere riportate e, soprattutto, spiegate: vale a dire tradotte da un politichese che come di consueto vorrebbe far intendere ciò che in realtà non è.
Ad esempio, il Partito Democratico (o meglio quel che ne rimane) da qualche giorno ha i suoi organismi ufficiali. Dopo anni di commissariamento sono stati difatti eletti i segretari della federazione e del circolo cittadino (QUI).
Si tratta, com’è noto, di due giovani virgulti, vale a dire di Annagiulia Caiazza e Leo Barberio, entrambe dalle consolidate tradizioni dinastico-familiari nel partito e che quei soliti maliziosi hanno etichettato un po’ semplicisticamente - e ingiustamente, aggiungiamo noi - come classici “figli di papà”.
Caiazza e Barberio sono giunti alla guida del Partito crotonese - tra l’altro caso inedito per quanto riguarda il Pd - da candidati unici, dopo cioè che nel corso del tempo e prima delle scadenze i loro competitor hanno fatto marcia indietro.
Come Sergio Contarino che “sollecitato” dal neo segretario regionale Nicola Irto ha ritirato la sua candidatura dalla federazione, e l’ha fatto percorrendo il sentiero del silenzio, non rilasciando neanche una dichiarazione.
Strada che, però, non ha percorso Mario Galea, in corsa per la guida del circolo cittadino, e che si è sì ritirato si (tra l’altro proprio alla vigilia del voto) ma non risparmiandosi nel dire la sua sul congresso che non avrebbero proprio rispettato il principio dell’unità.
Ma le sue sferzate non hanno risparmiato manco i due nuovi segretari: secondo Galea, difatti l’unico rinnovamento che rappresenterebbero sarebbe solo di natura anagrafica rispetto ad altri che hanno guidato il partito. Di altre qualità, però, non ne ha affatto riconosciute.
Galea ha poi stigmatizzato il fatto che non vi sia stato un qualsivoglia dibattito pre-congressuale sui problemi della città e del territorio ma anche per tentare di ricucire tutte le fazioni presenti all’interno dello stesso Partito.
Insomma, l’ha fatto sbattendo (solo un po’) la porta e lasciando presagire che l’unità raggiunta sia solo di facciata e che le divisioni continuino, come da tradizione (anche qui consolidata) del Pd.
Le anime dem, dunque, continuano ad essere diverse anche se nel corso della presentazione degli eletti sia stato detto sia finita l’era delle divisioni del Pd: affermazioni queste, però, che tanto somigliano alle storiche “ultime parole famose” della nota Settimana enigmistica.
Secondo molti liberi pensatori (tra cui umilmente qui si annovera anche lo Stronzio che vi scrive) non passerà infatti molto tempo prima che le divergenze ritornino a galla: ad esempio alla vigilia di qualche altro appuntamento elettorale.
Intanto, e a proposito di idee chiare e coerenti, sempre durante la presentazione dei nuovi segretari è stato anche ribadito che il Pd sarà all’opposizione al Comune di Crotone (contro Enzo Voce) e all’opposizione alla Provincia (insieme a Enzo Voce).
Tra l’altro non è sfuggita la presenza di Peppino Vallone, ex sindaco e dirigente anche regionale del Partito, alla presentazione dei due “eletti”: quasi come una sorta di passaggio di consegna e, soprattutto, un imprimatur da padre putativo.
“Se Atene piange,
Sparta non ride”
Intanto, se Atene piange, Sparta non ride, e ci riferiamo alla situazione dell’opposto schieramento, vale a dire del centrodestra crotonese, anch’esso folgorato sulla strada dell’unità.
Da qualche tempo si susseguono note - dallo stile non indifferente - firmate da Udc, Forza Italia, Lega e Coraggio Italia; anche qui, però, l’unità appare solo formale: sotto sotto le divisioni ci sono, eccome!
Come coi cosiddetti “cespugli” dello schieramento, tra cui i Pedace’s boys; ma anche l’associazione guidata da Giancarlo Cerrelli, Identità e territorio, ed i consiglieri comunali di Crotone.
La cosa più lampante, ad esempio, è che tra i firmatari dell’ultima nota mancasse Fratelli d’Italia, che pare aver scelto anche qui sul territorio una posizione un po’ più isolata rispetto al centrodestra, così come avviene a livello nazionale.
Ma non è questa l’unica ragione della scelta del riconfermato coordinatore provinciale FdI, Michele De Simone: a leggere le firme in calce ai documenti, c’è difatti poco di nuovo all’orizzonte.
E, soprattutto, c’è la figura ingombrante di Enzo Sculco che, come si ricorderà, aveva a suo tempo già lanciato un’Opa (offerta pubblica di acquisto) sul Pd e sul centrosinistra, e che adesso pare stia facendo lo stesso nell’opposto schieramento.
Una presenza ingombrante che - com’è accaduto in precedenza - divide la coalizione, crea continui malumori ed impedisce una unità sostanziale che tutti invocano ma che è ancora una chimera.
Con queste premesse tanto nel centrodestra quando nel Partito democratico e nel centrosinistra in generale, al momento le asce di guerra sono strategicamente sotterrate, sebbene pronte alla bisogna per tornare armati l’uno contro l’altro.
Cosa di cui però e al momento non si sente proprio il bisogno visti gli echi di guerra (quella vera) che si odono all’orizzonte.
*Simbolo dello Stronzio