“Chi trova un amico trova un Tesoro”: un detto che pare valga per tutti ma non, evidentemente, per il sindaco di Crotone Vincenzo Voce che vede sempre più assottigliarsi le fila della sua maggioranza. È così, nell'ultimo Consiglio comunale, con dei punti all’ordine del giorno che non si prestavano di certo a fomentare eventuali discussioni, per il primo cittadino è scoppiata l’ennesima grana politica…
di Sr* L’Impertinente
Dopo aver illustrato - come da norma - i componenti della nuova giunta, il sindaco Voce ha ricevuto da parte del consigliere Nicola Corigliano quello che a queste latitudini è meglio noto con la definizione di “un liscio e busso”.
Il consigliere in questione ha difatti criticato aspramente la formazione del nuovo esecutivo e la ridistribuzione delle deleghe effettuate dal primo cittadino, motivando la sua contrarietà.
Corigliano non è il primo a farlo, si dirà! Peccato che quest’ultimo sia o, meglio, era il capogruppo del gruppo più numeroso in seno al Civico Consesso, vale a dire, Tesoro Calabria.
Era perché, coerentemente, Corigliano si è dimesso dalla carica sottolineando che la sua scelta è dovuta al mancato coinvolgimento della maggioranza proprio sulla scelta del nuovo esecutivo.
E fosse solo questa la critica mossa al primo cittadino! Corigliano, infatti, ha parlato anche della cacciata dalla giunta di due assessori: Ilario Sorgiovanni e Ugo Carvelli. Una esautorazione a suo dire “ingiusta”.
Così come ha manifestato perplessità sul ritorno del figliol prodigo, ovvero l’assessore Sandro Cretella, che solo qualche mese prima si era dimesso per i troppi impegni lavorativi.
Per tacere, ancora, della distribuzione delle deleghe a suo parere non del tutto funzionale alle capacità ed alle competenze dei singoli assessori rispetto a quelle dell’esecutivo precedente.
Il buon Corigliano ha sottolineato come con queste situazioni - difficilmente comprensibili all’esterno - si possa ingenerare il dubbio che qualcuno dal di fuori possa tirare i fili dell'amministrazione.
Concludendo infine con una frase diremmo quasi lapidaria: “ho sempre difeso l'amministrazione, anche per gli errori fatti. Ma adesso non posso, per coerenza politica e dignità, non manifestare le cose che sento. Sindaco, la città non è più con noi”.
Il sindaco, dal canto suo, non l'ha presa affatto bene, ribaltando le accuse, anche con veemenza, e invocando l'ombra dell’ipocrisia sulle critiche ricevute dal componente della sua stessa maggioranza.
Così ha ricordato che poco prima del rimpasto almeno la metà dei componenti della maggioranza ha fatto la fila dietro alla sua porta per chiedergli di cambiare giunta e dunque di rilanciare l'amministrazione.
Sulle motivazioni chieste relativamente ai due assessori estromessi, che erano rispettivamente all'Urbanistica ed ai Lavori pubblici, il primo cittadino ha fatto cenno a delle asserite lamentele giunte da centinaia di cittadini irati per una mancata risposta alle proprie pec (le email di posta elettronica certificata).
Voce ha poi lanciato allusioni sul fatto che lo scontento di qualcuno della maggioranza possa essere dovuto proprio al mancato ingresso in giunta, ed annunciando che ci potrebbero essere dei nuovi cambi.
In soccorso del sindaco è arrivato Mario Megna, seduto tra i banchi dell'opposizione; un intervento talmente accorato che, poi, forse resosene conto, ha pensato bene di precisare di non voler cambiare casacca. Hai visto mai qualcuno fraintendesse!
La riunione del Consiglio, però, non si è limitata al solo affaire Corigliano, ma ha visto i prodi rappresentanti cittadini bisticciare su una questione su cui ci sarebbe ben poco da eccepire: la pace in Ucraina.
Una proposta di mozione in merito da parte di Dalida Venneri è stata emendata ed aggiornata dato che era stata presentata quando ancora non era scoppiato il conflitto con la Russia.
Emendamento che, però, non ha trovato il gradimento della stessa proponente, che alla fine ha prima richiesto il ritiro della mozione e poi si è astenuta, esternando più volte la sua contrarietà.
Gli animi si sono piuttosto accesi, inoltre, quando un altro componente della maggioranza, Santo Vincenzo Facino, ha così apostrofato la stessa Venneri: “fa la guerra in tutte le commissioni”.
Non è mancato poi (non sia mai detto!) un altro scambio di vedute piuttosto acceso tra il presidente del Consiglio comunale, Giovanni Greco, ed il consigliere Fabrizio Meo sull’interpretazione del regolamento.
In questo clima di guerriglia, dunque, è stato convocata per il 14 marzo una nuova seduta del Civico Consesso con all'ordine del giorno un punto che, questo sì, ha acceso moltissime polemiche: quello del parco eolico off-shore.
E come accaduto per la mozione sulla pace, anche su quest’ultimo la contrarietà alla sua realizzazione - statene certi – non potrà non produrre baruffe e litigi con tanto di urla e toni accesi.
Come se non bastasse una guerra vera alle porte dell’Europa, ci mancava pure quella - ormai costante - nel Consiglio Comunale di Crotone dove si litiga anche (se non soprattutto) su punti su cui dovrebbero essere teoricamente tutti d’accordo.
*Simbolo dello Stronzio