Da Area vasta della Magna Grecia a Riva Sud d’Europa col Cis della fascia jonica e la Zes del Golfo di Taranto

17 luglio 2022, 17:46 Opinioni&Contributi

Due fatti di una certa rilevanza, in queste ultime settimane, hanno interessato e riguardato la regione Calabria. La conferenza stampa del sottosegretario Danila Nesci nella splendida Tropea per la presentazione delle graduatorie del Contratto Istituzionale di Sviluppo “Svelare Bellezza”; e le dimissioni del Commissario della Zes Calabria Federico D’Andrea immediatamente sostituito dal ministro per il Sud Mara Carfagna, in accordo con il presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto, con l’incarico ad interim a Giosy Romano, commissario della Zes Campania


di Giovanni Lentini

Due fatti all’apparenza indipendenti l’uno dall’altro e che invece, per le cose che scriverò, mi paiono strettamente collegati e di cui, nei limiti delle mie capacità, cercherò di dare conto nel corso del mio ragionamento.

Per quanto riguarda la conferenza e, quindi, il Contratto Istituzionale di Sviluppo siamo stati l’unica regione italiana ad avere avuto a disposizione uno strumento di programmazione negoziata a valenza regionale e, non invece, com’era giusto che fosse, a valenza territoriale.

Circostanza non casuale né tantomeno insignificante. E non solo e non tanto perché la Calabria è sempre stata un caleidoscopio di etnie e di popoli che l’hanno segnata indelebilmente e inesorabilmente, ma soprattutto per la conformazione del suo territorio. Da una parte il Mar Tirreno. E dall’altra il Mare Jonio. A nord il Pollino. Al centro la Sila. E in fondo allo stivale l’Aspromonte.

Circostanza che, attesa l’idea di svelare bellezza di un territorio così variegato e policromo, avrebbe dovuto consigliare una maggiore attenzione e considerazione ai territori anche senza tener conto dei confini amministrativi provinciali.

Ma tant’è, così è stato. Per cui il sottosegretario Nesci, pur tra mugugni dei pochi presenti e malumori dei numerosi assenti alla conferenza stampa, ha presentato la prima graduatoria del CIS Calabria.

Graduatoria stilata dall’Agenzia Nazionale per la Coesione territoriale che ha lavorato su 890 schede progettuali dopo la prima scrematura effettuata dalla regione Calabria sulle 1180 schede progettuali presentate dagli enti locali nel mese di dicembre 2021.

Una prima graduatoria composta da 110 interventi a priorità alta a cui sono stati assegnati 226 milioni di euro, e alla quale, almeno da quello che è dato sapere, dovrebbero seguire altre due graduatorie.

Una per le proposte progettuali a priorità media. E un’altra per le proposte progettuali a priorità bassa. Per un controvalore che supera i 3 miliardi di euro. Cifra che, senza dubbio alcuno, mi fa pensare che le graduatorie successive non vedranno mai la luce.

E che, in questo modo, minerà ancor di più il già labile rapporto fiduciario degli enti locali e dei territori con gli enti sovracomunali, tranne che il Ministero per il Sud e l’esecutivo regionale, in accordo con le quattro provincie e l’area metropolitana e una rappresentanza dei comuni, penso ai comuni sopra i 15 mila abitanti, non decida di proporre una serie di Contratti Istituzionali di Sviluppo su base territoriale.


Da Cutro a Rocca Imperiale

un consorzio tra

tutti i comuni interessati


A questo riguardo penso e scrivo del territorio che conosco un po’ meglio, ad un Contratto istituzionale della fascia jonica che va da Cutro a Rocca Imperiale, da cui potrebbe nascere, con la forza di una programmazione territoriale integrata, un consorzio tra tutti i comuni interessati coinvolti nella progettazione per dar vita ad un processo volontario dei territori e delle comunità in grado di coordinare attività legate allo svelamento di bellezze straordinarie di un territorio riconoscibile non solo per la conformazione geografica molto simile ma anche per la storia e per le tradizioni che condividono da oltre tre millenni.

Un’operazione di grande respiro e di grande importanza. E che, tra l’altro, con la presenza di un imponente mole di schede progettuali a disposizione, alcune con progetti di fattibilità economica finanziaria, altre con progetti definitivi, e altre ancora con progetti esecutivi, potrebbero sbloccare e liberare risorse che la regione Calabria rischia di perdere e di tornare indietro all’Europa, penso ai residui della programmazione comunitaria 2014/2020 e ad altre risorse ancora.

Per fare un operazione di questo genere occorrono coraggio e determinazione e una particolare lungimiranza, da parte degli enti locali e da parte del presidente Occhiuto, a cui non difettano coraggio e determinazione.

Seconda riflessione legata alla prima anche se all’apparenza potrebbero sembrare slegata. Le dimissioni del commissario Zes Calabria, D’Andrea, e l’immediata nomina del Commissario Zes Campania, Romano.

Dimissioni e contestuale nomina che mi convincono sempre di più che continua il commissariamento, seppur mascherato, della nostra regione. Prima con la Sanità. Oggi con la ZES. Ieri con il CIS.


Rilanciare i programmi

di internazionalizzazione

delle imprese calabresi


E vengo alla Zona Economica Speciale Calabria. Ad oggi la Zes Calabria, come tutte le altre Zes, è bloccata dalla burocrazia. Burocrazia che ha determinato, seppur indirettamente, le dimissioni del commissario D’Andrea.

Nel nostro caso, per non assistere ad altre dimissioni è da definire il perimetro delle Zona economica Speciale, secondo quanto stabilito nel decreto Pnrr2 dello scorso 13 aprile. E nel farlo non dobbiamo perdere altro tempo prezioso.

Per rilanciare, specie in questa fase segnata dal conflitto russo-ucraino, i programmi di internazionalizzazione delle imprese della Calabria.

E per promuovere investimenti dall’estero nell’area del golfo di Taranto, nel quale una parte della Calabria, quella jonica, è fortemente coinvolta.

Territori del golfo di Taranto con i quali vanno svolte attività sinergiche per offrire opportunità alle imprese che investiranno e che si localizzeranno nella Zes Jonica Puglia-Basilicata (Taranto) alla quale, e qui sta la grande novità, andrebbe aggregata parte della Calabria jonica.

Cosa possibile nell’ambito della Missione 5-Componente 3 in cui è prevista la Riforma per il Rafforzamento delle Zone Economiche Speciali (ZES).

Riforma che tra l’altro, punta a semplificare il sistema di governance delle ZES e a favorire meccanismi in grado di garantire la messa in opera degli interventi in tempi rapidi e a favorire l’insediamento di nuove imprese.

E che riguarderà anche l’attività e i poteri del Commissario, che avrà la titolarità del procedimento di autorizzazione unica e sarà l’interlocutore principale per gli attori economici interessati a investire sul territorio di riferimento.

E quindi, se così fosse, e senza volerlo, avremmo il già nominato commissario Romano che si occuperà della Zes Campania e Calabria Tirrenica. E il commissario Giampiero Marchesi che si occuperà della Zes Jonica Puglia, Basilicata e Calabria Jonica, la Zes del Golfo di Taranto.


Una rivoluzione

senza precedenti

per territori

che sino ad oggi

hanno vissuto

all’ombra


Tutto questo per fare in modo che i due porti di Corigliano e Crotone e l’aeroporto Sant’Anna di Crotone entrino naturalmente nell’alveo di pertinenza in cui sono collocati geograficamente e storicamente.

Senza trascurare la maggiore forza che questa aggregazione avrebbe sul Contratto Istituzionale di Sviluppo della fascia jonica incentrato sul turismo e sulle attività turistiche.

Una rivoluzione progettuale senza precedenti per territori che sino ad oggi hanno vissuto all’ombra, nella marginalità e nell’isolamento, e che vogliono ripartire dalle proprie origini per ricostruire e riscrivere il proprio futuro.

Sotto quest’aspetto non c’è un minuto da perdere. Il lavoro da portare avanti è gigantesco e, per alcuni aspetti, immane perché bisogna mettere insieme allo stesso tavolo, come dice l’amico Domenico Mazza del Comitato Magna Grecia,

tre Regioni, Calabria Basilicata e Puglia, per sfruttare le grandi (e per certi versi inespresse) potenzialità di tutta la fascia rivierasca che dal Crotonese raggiunge il Salento jonico. Un grande contenitore di 52 Enti comunali allocato lungo la linea di costa del Crotonese, della Sibaritide, del Metapontino, del Tarantino e del Salento Jonico. Cinque Province e tre Regioni coinvolte. Tre Distretti Agroalimentari di qualità. Un numero indefinito di siti archeologici, senza considerare le aree dall'incommensurabile valore storico. Il tutto costellato da 24 portualità tra navali, mercantili e nautica da diporto. Quattrocento km di costa con caratteristiche uniche al mondo”.

Un lavoro straordinario che non deve impressionarci e per il quale non bisogna lasciarsi distogliere da nulla e da nessuno. Né dalla preannunciata autonomia differenziata, usata a mo’ di clava nei confronti delle popolazioni e dei territori meridionali.

Né dalla preannunciata e scellerata e, forse, inevitabile crisi di governo. Né tantomeno dall’ignavia, dall’indolenza e dalla pigrizia della nostra classe dirigente e politica.

Giovanni Lentini