Crotone: il Gnl, il miraggio di una nuova era industriale e l’illusone di un altro periodo d’oro

19 luglio 2022, 11:40 Opinioni&Contributi

Di tanto in tanto capita che ritorni all’attenzione dei crotonesi, stanchi di essere ultimi ed affamati, il miraggio di un altro periodo d’oro legato ad una qualche forma di industrializzazione che rispolveri, in modalità lavorative e forme sociali, i fasti terminati da qualche decennio e durati quasi un secolo: ogni volta la tentazione è forte e le sirene hanno vita facile ad incantare un popolo che ha nell’attesa il suo miglior talento.


di Natale G. Calabretta*

Questa volta il miraggio di una nuova era industriale, di altre ciminiere a svettare, simbolo di una ricchezza e di un progresso “costi quel che costi”, ha la forma semisconosciuta di un impianto di stoccaggio e distribuzione di Gas Naturale Liquido, già noto a tutti in città come Gnl.

In questi giorni il dibattito nei bar si accende all’istante e la tipica e irragionevole faziosità per un “” e per un “Nodivide i cittadini non tanto su una diversa ed argomentata visione del futuro della città ma sulla scorta delle incomprensibili ragioni di un partito preso.

C’è da dire comunque che una certa propaganda bellica alla moda e il terrore indotto ad arte di una conseguente penuria energetica fa presa nelle menti più fragili, e in queste, un insensato entusiasmo si ravviva alla recente notizia dell’avvio da parte del Ministero della Transizione della fase di “scoping” (“analisi d’ambito” avremmo detto noi ingegneri con i capelli bianchi) per l’installazione di un impianto Gnl a Crotone.

Ma a questi crotonesi ingenui e facilmente condizionabili, sarà utile sapere che esiste ampia letteratura, anche in italiano, sulle problematiche legate a questa tipologia di impianto dedicato allo stoccaggio e alla distribuzione di Gnl.

Tale sostanza infatti è annoverata tra le merci pericolose di “terza divisione” ovvero occupa il terzo posto nella classifica delle merci capaci di innescare il così detto “rischio rilevante”.

Il concetto di “rischio rilevante”, coinvolge fortemente discipline come l’ingegneria ambientale e della sicurezza a causa dell’impatto tutt’altro che trascurabile quando non addirittura distruttivo sull’ambiente, sui lavoratori e sulle popolazioni.

Gli ambiti ambientale e della sicurezza, per quanto imprescindibili, non bastano tuttavia a descrivere con completezza la portata dell’impatto di una simile installazione industriale: l’analisi di rischio, per questo tipo di impianti, infatti, impone un poderoso approfondimento sulle ricadute e sui rischi sociali derivanti dai pericoli su vasta e scala del processo produttivo.


“Dall’approccio lirico all’analisi di rischio”


Questo necessario approccio sociale, che conferma come l’ingegneria sia la più umana tra le scienze, si contestualizza nello scenario ambientale dove la matrice sociale si è formata e ha avuto il suo sviluppo demografico, storico e culturale: una società, infatti, è figlia del suo territorio, delle sue acque, del suo clima, del vento e della pioggia.

Un approccio del genere è solo apparentemente “lirico”: in realtà si tratta di implementare, con la raccolta e le elaborazioni di dati, matrici numeriche rigorose che danno corpo alle modellazioni matematiche che costituiscono l’analisi di rischio, propedeutica a qualsiasi considerazione di fattibilità relativa all’impianto appartenete alla stessa categoria di pericolosità dello stoccaggio di Gnl.

Già perché si parla di un impianto potenzialmente pericoloso per l’ambiente e per le comunità vicine quando si parla di un impianto di stoccaggio di Gnl a temperature di processo sufficientemente basse da compensare gli effetti sul gas delle alte pressioni di stato; si parla di un impianto nel quale, per definizione, gli eventuali rilasci accidentali di materia e di energia sono, da tutta la letteratura, sempre definiti “incontrollati”.

In una ipotesi di impianto industriale del genere, per quanto di servizio e non propriamente produttivo, gli scenari incidentali riguardano incendi, esplosioni e dispersione di sostanze pericolose dove stimare le conseguenze di tali eventi incidentali significa valutarne i campi di radiazione termica, di pressione e di concentrazione in aria, al suolo e in falda di sostanze tossiche.

In particolare quello della dispersione di sostanze tossiche è un fenomeno che si ritrova come effetto comprimario anche nei fenomeni incendiari ed esplosivi dove anche in caso di rilascio di gas non tossico il pericolo deriverebbe dall’innesco della nube di gas che può dar luogo ad altre tipologie di incidente come l’esplosione non confinata di una nube di vapori e la conseguente combustione.


“Lo scenario quasi apocalittico dei flash fire”


Alla luce del rigore scientifico della procedura alla base dell’analisi dei rischi, non risulti quindi affatto peregrina l’ipotesi di uno scenario quasi apocalittico di un cielo carico di nubi di gas pronti ad esplodere (“flash fire” in gergo tecnico) che dalla zona industriale dove dovrebbe essere collocato l’impianto di Gnl, sospinte con il prevalente vento di Tramontana, avvolgano i quartieri semi periferici di Fondo Gesù e di San Francesco.

Non risulti assurda, modelli matematici di rischio rilevante alla mano, una città perennemente in pericolo.

Esagerato? Non credo proprio. Una simile immagine, infatti, a noi crotonesi non costa sforzo di fantasia: ci è già nota, una apocalisse simile è già stata vissuta dalla popolazione di Crotone dalle famiglie di Fondo Gesù e San Francesco ad esempio.

Certo meno scenografica, meno roboante ma silenziosa e subdola, più dilatata nel tempo delle generazioni di vittime fino al cancro bambino di chi in fabbrica, a respirare amianto e cromo, non c’è mai stato.

Un modello matematico magari statistico applicato ad una analisi di rischio di incidente rilevante, dice tante cose e ne nasconde altrettante; la conoscenza della propria storia, invece, dovrebbe rendere chiaro a tutti noi crotonesi, o quasi, in che direzione non si vuole andare, per non tornare indietro seguendo un altro falso e pericoloso ideale di progresso industriale, per scegliere con decisione la strategia alternativa sostenibile per il futuro di Crotone, per scegliere di vivere della leggera bellezza e del sostentamento pulito e armonico senza dover lavorare per sopravvivere non pensando al futuro colposo, come un omicidio, e per questo avendone paura.

*Ingegnere