Riprende a Crotone il cammino sinodale per una Chiesa del futuro più comunitaria e missionaria

7 settembre 2022, 08:31 Opinioni&Contributi

La Chiesa crotonese, completata la fase narrativa del primo anno, inizia il secondo anno del Cammino sinodale. Con le parole di Papa Francesco “Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”, ci si accinge ad iniziare un nuovo anno di strada, proseguendo in maniera unanime, creando preziose sinergie tra le diverse vocazioni e componenti del popolo di Dio (laici, consacrati, vescovi, presbiteri, diaconi, ecc.), tra condizioni di vita e generazioni, tra varie competenze.


di Salvatore Barresi*

È stato un anno proficuo che ci ha visti camminare tutti insieme avviando un processo dinamico che sta puntando a un cambiamento, coinvolgendo le persone rimaste ai margini del Cammino e mettendosi in ascolto delle loro narrazioni.

È evidente che chi vuole che tutto rimanga com’è, non si mette in cammino. Con il cammino sinodale la chiesa crotonese sta tentando di fare un salto in avanti, non tanto per produrre un nuovo documento - pure utile e necessario alla fine del percorso - ma quello di avviare una nuova esperienza di Chiesa.

Tutti siamo consapevoli che la chiesa crotonese sta attraversando diversi e non semplici problemi, ma credo che questa chiesa vanti una prerogativa importante: è una Chiesa ricca di spiritualità e di carità per i poveri.

Anche se la partecipazione al Sinodo e i risultati della fase dell’ascolto diocesano sono stati inferiori alle aspettative.

Discutere di sinodalità è molto difficile nella nostra chiesa locale, forse anche complesso, faticoso e se si aggiunge la diffidenza tra i preti e l’atteggiamento delegante dei laici, la problematicità diventa endemica.

Anche se l’Arcivescovo Mons. Angelo Panzetta, coadiuvato dall’equipe sinodale diocesana, ha sempre sostenuto che il cammino sinodale è faticoso, soprattutto dopo la pandemia che ha svuotato le chiese, ha sconvolto le nostre vite, ha inciso profondamente sul nostro essere comunità e sul nostro sentimento religioso.

“Ascoltare” questo popolo crotonese, tutti ed in particolare i giovani, è il primo atteggiamento da adottare come chiesa crotonese, facendo cadere i pregiudizi; ascoltare i protagonisti di questa società martoriata, senza lavoro, con una economia asfittica e senza sviluppo; ascoltare rinunciando alla pretesa di sapere sempre che cosa dire, imparando a riconoscere e accogliere la complessità e la pluralità sapendo che il Signore si lascia incontrare nella vita ordinaria e nell’esistenza di ciascuno.

Il sinodo non è un incontro politico né un comitato per decisioni parlamentari. È l’espressione della Chiesa dove il protagonista è lo Spirito Santo. Se non c’è lo Spirito Santo non c’è neanche il sinodo.

Il secondo atteggiamento da adottare come chiesa diocesana è quello della “Accoglienza”. Accogliere superando la distinzione dentro-fuori con una chiesa che sa far entrare, a partire dalla celebrazione dell’Eucaristia, armonizzando il desiderio di una Chiesa in uscita che riconosce il bisogno della povertà, di chi è senza lavoro, di chi non ha la possibilità di far mangiare i figli, di farli studiare, di renderli liberi.

Un atteggiamento fondante per una nuova chiesa diocesana è quello dell’“Incontro” con le persone, riconoscendole e prendendosi cura delle diverse forme di solitudine e di situazioni di fragilità e marginalità.


Le tre “C”: Celebrare,

Comunicare e Condividere


Le tre “C”, Celebrare, Comunicare e Condividere sono i pilastri su cui costruire la nuova chiesa crotonese. Infatti, nelle “Celebrazioni” c’è da colmare la distanza tra la comunicazione della Parola e la vita, coinvolgendo emotivamente tutti, ridando alla liturgia sobrietà e decoro, riscoprendo la bellezza che tocca le nostre vite, dando valore della pietà popolare, depurandola da potenziali ambiguità.

Urge una nuova “Comunicazione” con un linguaggio diretto che trasmette un Padre misericordioso, pieno di amore e non l’immagine di un Dio giudice.

Una comunicazione che renda la Chiesa diocesana più accessibile, più comprensibile e più attraente per i giovani e i “lontani”, più capace di trasmettere la gioia del Vangelo, prestando attenzione agli ambienti digitali.

“Condividere” è il terzo pilastro su cui dovrà poggiare la nuova chiesa diocesana, coinvolgere di più i laici, relegati spesso a un ruolo meramente esecutivo e funzionale con una attenzione alle donne, alle religiose e alle consacrate.

La chiesa crotonese deve ritornare al “Dialogo”, al confronto quotidiano con il mondo del lavoro, della scuola e della formazione, degli ambienti sociali e culturali.

Il processo sinodale ha svelato che molte realtà sociali, amministrative e culturali nutrono il desiderio di un confronto più assiduo e di una collaborazione più sistematica con la realtà ecclesiale crotonese. Bisogna imparare a dialogare e a camminare insieme con tutti.

Altro aspetto importante da tenere in seria considerazione è quello di far diventare la Parrocchia come una “Casache accoglie tutti, evitando di trasformare le comunità in fan club, di cui chi è fuori fatica a percepire il senso.

Una Chiesa-casa che non ha porte che si chiudono, ma un perimetro che si allarga di continuo. Mettere in atto una vera e propria rivoluzione diocesana sul ripensare i percorsi di accompagnamento perché siano a misura di tutti: delle famiglie, dei più fragili, delle persone con disabilità e di quanti si sentono emarginati o esclusi; una comunità cristiana che vuole camminare insieme è chiamata a interrogarsi sulla propria capacità di stare a fianco delle persone nel corso della loro vita, e di accompagnarle a vivere in autenticità la propria umanità e la propria fede in rapporto alle diverse età e situazioni.

Concludendo posso affermare che la sinodalità è uno stile di vita e di azione, un processo spirituale che deve essere promosso a tutti i livelli.

La sinodalità è un appello al cambiamento all’interno della Chiesa diocesana per una Chiesa del futuro più comunitaria e missionaria, dove la leadership è vissuta in modo cooperativo, orizzontale.

*Diacono, sociologo, economista