Parlare oggi dei diritti dell’infanzia tenendo sempre alta l’attenzione su questa tematica è qualcosa di assolutamente necessario ed imprescindibile. I bambini sono fondamentali per la crescita di una società ed è indispensabile preservare il loro benessere presente e futuro.
di Michele Affidato*
Il 20 novembre ricorre in tutto il mondo la “Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza”. In questa data, nel 1989, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Oggi sono oltre 190 i Paesi nel mondo che hanno ratificato la Convenzione.
L’importanza di questo evento è data dal modo in cui, a partire dall’89, si iniziò a vedere l’infanzia e l’adolescenza. Un documento che riconosce per la prima volta bambini, bambine e adolescenti come titolari di diritti civili, sociali e politici, fu una vera e propria rivoluzione culturale.
Il bambino non è più visto come soggetto passivo, mero ricettore di cura e protezione, ma viene considerato titolare di diritti e reale protagonista della sua vita.
Questi, diventano soggetti a cui vengono riconosciuti universalmente dei diritti giuridici come ad esempio il diritto al nome, alla salute, a una corretta alimentazione, all'istruzione ed alla sopravvivenza.
Con il tempo poi, se ne sono aggiunti altri come per esempio il diritto di vedere rispettate la riservatezza e la libertà di espressione.
Eppure, nonostante spesso vi sia un generale consenso riguardo l'importanza dei diritti dei più piccoli, ancora oggi troppi bambini e adolescenti, anche nel nostro Paese, sono vittime di violenze, sono discriminati, emarginati o vivono in condizioni di grave trascuratezza.
Il diritto stesso all'istruzione poi, completamente negato in molti paesi del mondo, diventa opzionale per tantissimi bambini ed adolescenti. Una vera tragedia se si pensa che, proprio attraverso lo studio verranno plasmati gli uomini e le donne di domani.
Questa giornata andrebbe celebrata volgendo la “nostra” attenzione ad ascoltare quel coro di voci che in tutto il mondo si levano per richiamare ogni adulto al proprio dovere inderogabile: quello di proteggere, tutelare e promuovere i bambini, i ragazzi e gli adolescenti, perché tutta l’umanità si possa sentire un’unica grande famiglia.
Da anni il mio impegno con Unicef Italia segue questa strada. Sensibilizzare ma soprattutto sostenere i più deboli e gli indifesi, questa è la mission a cui siamo chiamati.
Quest’anno, poi, Unicef ha voluto dedicare questa giornata ad un tema in particolare: “la salute mentale e il benessere psicosociale”. L’importanza di questa tematica è dettata dal fatto che nonostante, oggi, ci troviamo lontani da quella che è stata la pandemia da Covid-19, molti giovani pagano ancora, da un punto di vista psicologico, le conseguenze che questa ha avuto nel mondo, ma non solo.
Secondo i dati pubblicati da Unicef, nel mondo il suicidio è la quinta causa di morte per i giovani tra i 15 e i 19 anni, la seconda causa in Europa: parliamo di quasi 46mila adolescenti che si tolgono la vita ogni anno, più di uno ogni 11 minuti.
Quasi la metà di tutte le problematiche legate alla salute mentale inizia entro i 14 anni di età e il 75% di queste si sviluppa entro i 24 anni: la maggior parte dei casi però non viene individuata né presa in carico.
Questo crescente disagio psicosociale, che colpisce giovani e giovanissimi, ha quindi imposto ad Unicef la scelta di promuovere una serie di azioni, tra cui anche la petizione “Salute per la mente di bambini e adolescenti”, per cercare di aiutare concretamente chi soffre di disturbi di questo tipo.
Il mio auspicio, ovviamente, è quello che tutti possano unire le proprie voci ed i propri sforzi al fine di portare, anche nella nostra terra, l’ideale della famiglia umana fondata sulla solidarietà e sulla coesione tra le generazioni. Perché bisogna partire dalla difesa dei più deboli per poter creare un mondo più equo e giusto.
*Ambasciatore Unicef