“Mi ha sfregiato viso e anima, ora sono rinata”. Lei è Filomena Lamberti, prima donna in Italia aggredita con l’acido dal marito il 28 Maggio del 2012. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità la violenza sulle donne rappresenta oggi più che mai un problema di salute pubblica di proporzioni epidemiche da gestire come un'emergenza sanitaria con pesanti riflessi sul sistema sanitario.
di Anna Maria Stanganelli*
A dare la misura dell’emergenza sono i dati diffusi dall'Istat alla vigilia della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. In Italia, stando ai dati Istat, il 31.5% delle donne ha subito nel corso della vita una qualche forma di violenza fisica o psicologica.
Dal primo Gennaio ad oggi, sono state novantasette le donne uccise, ottantaquattro in ambito familiare affettivo, cinquanta dal partner o dall'ex.
Soltanto nel primo trimestre di quest’anno, secondo quanto documentato dall’Istat, sono state quasi ottomila, precisamente 7814 le chiamate al 1522, numero nazionale gratuito antiviolenza e stalking, finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Non solo. A fronte della riscontrata diminuzione del numero dei casi, si registra un aumento della brutalità. Nel 61% delle chiamate, le vittime hanno dichiarato di subire violenze da più anni.
Violenze che compromettono fortemente lo stato di salute della donna per tutto l'arco della sua vita, con conseguenze anche invalidanti a causa di traumi, ustioni, avvelenamento, patologie sessuali o riproduttive, problemi ginecologici, interruzione di gravidanza, infezioni sessualmente trasmesse incluso HIV e con un forte impatto psicologico e ricadute sullo stato complessivo di salute, con conseguenze quali depressione, abuso di alcol, comportamenti suicidari, disturbi alimentari e sessuali.
Tuttavia bisogna evidenziare che dal 1999, anno in cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite istituì la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, molti passi avanti sono stati fatti in termini di diritti e di sensibilizzazione.
Tale fenomeno deve essere affrontato attraverso interventi strutturali in modo da costruire un sistema di protezione delle donne vittime di violenza efficiente, a partire dall'attivazione in tutti i presidi ospedalieri di percorsi operativi per l'accoglienza e l'assistenza, spazi protetti e dedicati nei servizi di pronto soccorso alle donne che hanno subito violenza, presenza di un medico legale con competenze specifiche nei principali pronto soccorso in determinate fasce orarie, in modo da creare una modalità organizzativa e presa in carico omogenea tra le aziende sanitarie con particolare attenzione al racconto della donna, ad eventuali segnali di violenza pregressa, oltre che la raccolta dei dati, con monitoraggio costante sulla violenza di genere, perché consente di intercettare anche le donne con difficoltà a dichiarare la violenza subita.
La legge regionale 43/2022 “Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per l'occupazione femminile”, fortemente voluta dalla Vicepresidente della Giunta regionale, Giuseppina Princi, la proposta di legge per l'istituzione della figura del Garante delle vittime di reato, presentata dal Presidente del Consiglio Regionale Filippo Mancuso assieme al Consigliere Regionale Valeria Fedele, il prossimo insediamento dell'Osservatorio sulla violenza di genere e della Commissione Pari Opportunità cosi come ribadito oggi dal Presidente del Consiglio Regionale, rappresentano dei segnali importanti attraverso i quali il Consiglio Regionale della Calabria, il governo regionale a guida Roberto Occhiuto e la sua giunta dimostrano la propria sensibilità su un tema delicato quale è quello della violenza di genere.
Da parte mia la collaborazione con tutti i soggetti coinvolti sarà massima, nella consapevolezza che una società libera dalla violenza e dagli stereotipi di genere è una società migliore.
Nella pagina che stiamo predisponendo con gli uffici per la trasmissione delle segnalazioni sarà attivato un canale di emergenza, con un modulo da compilare attraverso il quale le donne vittime di violenza potranno segnalare eventuali situazioni di rischio, uno strumento che potrà offrire aiuto alle donne per la tutela dei propri diritti inviolabili.
La morte di una donna, per mano del suo uomo è un crimine contro l’umanità, perché quella donna era prima di tutto un essere umano, che aveva aperto il cuore, la sua anima e si era fidata di quell’uomo, tanto da lasciarsi uccidere.
“La violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà e la vita delle persone”. (Papa Giovanni Paolo II)
*Garante della salute della Regione Calabria