La guerra, la crisi economica ed energetica non possono costituire il pretesto per compromettere, questa volta irreversibilmente, lo sviluppo di un territorio che nel corso degli ultimi cinquant’anni ha dato tanto all’Italia senza ricevere nulla in cambio se non briciole di pane e tanto veleno.
di Giuseppe Trocino*
Il sito di interesse nazionale lasciato in eredità da ENI alle vecchie e nuove generazioni, le piattaforme per l’estrazione del gas, le centrali a biomasse, la centrale turbogas, gli inceneritori, la centrale idroelettrica, le discariche pubbliche illegali e le discariche private, i parchi eolici … tutto questo e molto di più insiste sul territorio della provincia di Crotone ma la ricaduta economica è misera, impercettibile, assolutamente inconsistente.
Vi è una tanto evidente quanto inaccettabile sproporzione tra il contributo al fabbisogno energetico nazionale offerto dal nostro territorio, i fatturati delle società proprietarie degli impianti energetici e la ricaduta economica ed occupazionale che gli stessi impianti hanno sul territorio provinciale.
Per non parlare della crisi idrica che i nostri agricoltori hanno attraversato e attraversano sistematicamente. Anziché elemosinare la nostra acqua, dovremmo accendere i riflettori sulla convenzione sottoscritta negli anni Sessanta con la società che gestisce la più grande risorsa idrica della provincia di Crotone.
E mentre il Tribunale dopo anni di battaglie ha stabilito che la società di Stato dovrà pagare l’ICI per le piattaforme ubicate a largo della costa crotonese, noi accettiamo passivamente che il paesaggio - tanto caro ai padri costituenti - venga deturpato da pale eoliche opprimenti che regalano miliardi alle multinazionali, piccole rendite ai proprietari dei terreni su cui insistono e nulla a chi ha ancora occhi per vedere mostri d’acciaio e memoria per ricordare quanto erano belli i promontori dell’Alto Marchesato e le coste calabresi viste da terra e dal mare.
Ma le pale eoliche quanto sono diverse dalle piattaforme Eni? Dovrebbero o non dovrebbero pagare l’imposta comunale? Noi cittadini abbiamo o non abbiamo il diritto di vederci riconosciuto un indennizzo da parte dei proprietari dei Parchi Eolici per la compressione del nostro diritto ad ammirare un paesaggio naturale libero da bruttezze umane?
E i nostri imprenditori, hanno il diritto di sapere quale futuro i nostri rappresentanti hanno in mente per Crotone? Quale visione gli amministratori locali, turistica o industriale? Parchi eolici offshore, rigassificatori, nuove discariche, mega parchi fotovoltaici oppure turismo culturale/sportivo/enogastronomico/ambientale, ecc. ecc. ecc.?
E i nostri ragazzi: hanno o non hanno il diritto di sapere se gli amministratori della cosa pubblica vogliono valorizzare le peculiarità del nostro territorio ovvero svenderlo ai poteri forti? Hanno o non hanno il diritto di indirizzare i loro studi in funzione della visione – se esiste – che gli amministratori hanno o dovrebbero avere per Crotone?
Si avverte o no la necessità, oggi più che mai, di promuovere un serio confronto tra le istituzioni, gli ordini professionali, le associazioni di categoria e le rappresentanze sindacali per discutere del presente e del futuro che ci attende?
È o non è doveroso superare gli steccati ideologici e corporativi che, da sempre, hanno impedito un serio e sano dibattito tra le forze sane presenti sul territorio a discapito di uno sviluppo sostenibile della nostra comunità?
Personalmente ritengo che sia necessario, oggi più di ieri, comprendere che in questa vita terrena siamo solo di passaggio e anziché pensare ad accumulare ricchezze forse dovremmo impegnarci per lasciare qualcosa di buono alle nuove generazioni oggi costrette a vivere, a causa dell’ignavia dell’avidità e dell’indifferenza dei più, nell’ultima città d’Italia per qualità della vita.
*Un cittadino (e presidente dell’Ordine degli Avvocati di Crotone)