Negli ultimi anni, complici pandemia e consequenziale crisi economica, abbiamo assistito alla chiusura definitiva di una moltitudine di aziende, al contrario, proliferano indisturbati gli abusivi. Le imprese del settore turistico, presenti sul mercato con grandi sacrifici e difficoltà, sono stanche di assistere a questo scandalo a cielo aperto. Le istituzioni preposte agiscano senza soffermarsi sempre e soltanto sulle imprese regolari, che lavorano dignitosamente resistendo anche all’attuale caro energia che erode i pur risicati risultati economici.
di Giovanni Giordano*
È tempo di attuare maggiori e serrati controlli poiché l’attività di verifica non pare essere costante e puntuale da parte delle istituzioni preposte a tale scopo e che sembrano dimenticare come l’abusivismo sia un reato che, come tale, andrebbe perseguito, a prescindere da eventuali denunce dei cittadini.
La lotta a questo fenomeno e di conseguenza la scelta della legalità, non può essere solo un fregio da esporre o un contenuto per riempire convegni con fiumi di parole, ma deve essere un’attività organizzata e strutturata sul territorio da parte degli enti istituzionali.
L’abusivismo produce danni incalcolabili che qualunque cittadino, spesso disattento, forse non riesce a immaginare. Non è così, invece, per gli addetti ai lavori e soprattutto per le istituzioni che sono perfettamente al corrente di quanto questa piaga sia nociva per tutti.
Danneggia innanzitutto le imprese regolari spesso tartassate su vari fronti, i viaggiatori privi delle opportune tutele, ed infine, ma non ultime, le casse dello Stato che, come sappiamo, corrispondono al portafoglio dei cittadini.
Per tali motivi chiediamo un’iniziativa forte da parte delle autorità, che indichi la volontà chiara e ferma nel dire “stop all’abusivismo!”.
*Imprenditore Turistico,
Presidente Confapi Turismo Calabria
e Delegato Regionale Maavi