Crotone, la “restituzione” della Tari resta un miraggio: Remunero non decolla

31 gennaio 2023, 15:30 Imbichi

Ad un anno dalla presentazione del servizio è necessario fare un bilancio sull'effettiva riuscita dell'iniziativa, che di fatto si trova bloccata in un impàsse che la rende inutilizzabile.


di Francesco Placco

A distanza di poco più di un anno dalla presentazione del piano Tari Indietro Tutta, poco è cambiato per i crotonesi che speravano di recuperare l'importo versato per la tassa sui rifiuti, da spendere - come promesso - nelle attività commerciali cittadine. Anzi, non è cambiato nulla: il servizio "offerto" rimane tale solo sulla carta, dato che nei fatti è impossibile spendere le somme riscattate.

Nel dicembre del 2021 il Comune di Crotone annunciò (LEGGI) di aver preso accordi con la start-up Remunero per restituire il 100% della Tari ai cittadini virtuosi (in regola con i pagamenti e privi di sanzioni di natura ambientale). Maggiori dettagli dell'accordo vennero resi noti il 28 gennaio 2022 nel corso di un incontro (LEGGI) al quale parteciparono anche le associazioni di categoria con l'intento di coinvolgere i rispettivi associati.

L'idea è semplice, e non c'è bisogno di spiegarla nuovamente. Attiva con successo in altre città italiane, Remunero non sembra aver fatto i conti con l'economia crotonese, che di fatto pare aver snobbato il servizio. Aprendo l'applicazione infatti sono presenti solo 24 attività commerciali, 23 delle quali non specificano la percentuale detraibile dal proprio saldo. Sono, di fatto, inattive.

Volendo essere polemici, potremmo dare eco ad un argomento della prima ora, avallato dai detrattori della start-up il cui unico intento sarebbe stato quello di "fare cassa": per sbloccare il credito infatti bisogna pagare, e chi ha pagato (come il sottoscritto) si ritrova con una sorta di conto corrente contenente del denaro che non può spendere. Ma tale affermazione sarebbe ingiusta, perché come già detto la società è attiva in altre realtà nazionali (e continua ad attivarsi in tanti comuni), dove nonostante tutto pare funzionare.

L'ingresso di alcuni supermercati nel circuito - annunciato in concomitanza con il lancio della nuova applicazione per smartphone - pare non essersi concretizzato, ed anche l'adesione di altre attività commerciali sembrerebbe bloccata. Un punto morto che perdura oramai da tempo: l'accordo sottoscritto dal Comune prevede una durata di cinque anni, di cui uno già trascorso. Ciò vuol dire che ci sono ancora quattro anni per far si che il servizio prenda concretamente il via.

Basteranno? Impossibile dirlo. L'importante però è che si inizi a dar conto ai cittadini dello stato del servizio, finanche delle difficoltà incontrate sul percorso. Perché non bastano gli annunci, c'è bisogno anche di verificare e di supervisionare. Cosa che, dopo la promessa in pompa magna, forse nè l'amministrazione comunale nè le associazioni di categoria hanno fatto.