Crotone periferia allargata tra “invisibili” e luoghi da “riabilitare”: una nuova idea di città

1 maggio 2023, 09:32 Outside24

I quartieri Acquabona, Trecento Alloggi, Vescovatello, Villa Giose, San Francesco, Fondo Gesù, Sant’Antonio, Marinella, Gabelluccia, Poggio Pudano, Gabella, Margherita, il Centro Storico e non escluderei l’accampamento “degli Invisibili”, quello per intenderci attaccato alla stazione ferroviaria: così come lo Zen a Palermo, Scampia a Napoli, il Corviale a Roma, le Dighe a Genova sono luoghi ai margini.


di Giovanni Lentini

Luoghi non marginali ma certamente luoghi da “rigenerare” e da “riabilitare”. Si tratta senz’altro di luoghi diversi tra di loro. Per conformazione fisica. Per obsolescenza dei fabbricati. Per numero di residenti. E per condizioni sociali.

Ma tutti in egual misura interessati da fenomeni di degrado, marginalità, vulnerabilità sociale e materiale, insicurezza, insufficiente o nessuna dotazione di servizi, la cui condizione desta particolare allarme sociale sul fronte della sicurezza, dell'integrazione e della coesione sociale.

Crotone in questo senso è un’area urbana che si configura come una grande periferia allargata, priva di un centro cittadino di rilievo e di valore e mancante, d’altro canto, di quella che, invece, è una caratteristica tipica delle città italiane, le piazze.

Il cuore di una città, dove regnano o dovrebbero regnare sovrane le parole, i sorrisi e le grida dei bambini, la rabbia e l’allegria delle persone. Qualcuno arriva a dire che la piazza è ecumenica e ha qualcosa per tutti, vecchi e giovani, uomini e donne, ricchi e poveri, italiani e stranieri. Crotone non ha una vera e propria piazza.

Ne ha, ne avrebbe una confinata e banalizzata, vuota, grigia, considerata da noi crotonesi come un non luogo, situata nel centro storico; è lì, da secoli, un’agorà posta tra spiritualità e laicismo, ma dimenticata, Piazza Duomo.

Va dato merito a quest’amministrazione comunale, dopo tanti anni, di averla almeno resa pedonale, dopo che negli anni passati, all’epoca del sindaco Pasquale Senatore vi fu un tentativo di pedonalizzare Piazza Duomo e Piazza Pitagora, fallito per la miopia dei “putigari” crotonesi.


La rigenerazione urbana

strumento di aiuto allo sviluppo


Il presupposto da cui partono queste mie riflessioni è che il rilancio delle periferie, attraverso la rigenerazione urbana, può imprimere grande impulso ad una maggiore coesione sociale e, nel caso di Crotone, potrebbe essere di aiuto allo sviluppo.

Di qui la necessità, l’obbligo di mettere in cantiere un grande progetto, con una visione chiara e definita, ambiziosa e audace, ispirato ai principi dell’Agenda urbana europea, sottoscritti anche dall'Italia, con il patto di Amsterdam, il 30 maggio 2016, tra i quali la tutela della qualità della vita, della salute e della sicurezza dei cittadini, l'inclusione sociale, il sostegno all'accesso alla casa e all'abitare dignitoso e sicuro, lo sviluppo di reti per la mobilità sostenibile.

Partendo da esperienze maturate e passate come il contratto di quartiere di Fondo Gesù e il Programma d’Iniziativa Comunitaria Urban II.

Inglobando le progettazioni con le quali l’attuale amministrazione comunale ha partecipato, in maniera approssimativa e superficiale, a programmi complessi, il programma innovativo nazionale per la Qualità dell’abitare e il DPCM per la Rigenerazione Urbana, sui quali eviterò qualsiasi commento per evitare, in questo momento, inutili polemiche.

E non trascurando le progettualità di una passata esperienza amministrativa, Antica Kroton e Agenda Urbana che andrebbero inserite e incastonate nella visione complessiva della città e andrebbero contestualizzate in uno scenario in cui è diventato centrale il tema della rigenerazione urbana. Tutti programmi e progetti iniziali che, in questo senso, potrebbero fungere da leva per attrarre ulteriori e più cospicui finanziamenti.


In Masterplan della città

per il prossimo decennio


Operazioni sulle periferie per iniziare a ideare, pensare e progettare un Piano Strategico di Crotone, un Masterplan della città per il prossimo decennio.

Un progetto strategico per una Crotone del 2030. Bella, efficiente, sicura e sostenibile. Un progetto propedeutico all’adozione del Piano Strutturale Comunale e prodromico ad un eventuale Piano Strutturale Comunale Associato, strumento indispensabile per portare avanti ed, eventualmente, realizzare una grande area conurbata da far nascere dall’accordo e dalla condivisione tra i comuni di Crotone, Isola Capo Rizzuto, Cutro, o in subordine, tra i comuni di Crotone e Cutro e, in prospettiva, Scandale, e che posizionerebbe questa nuova area urbana come un’area di grandi potenzialità.

Senza convincersi erroneamente che “più grande” sia, necessariamente, la condizione ideale e ottimale per uscire dalla crisi o, peggio, sottovalutare i rischi che unendo tante debolezze si possa costruire una forza.

Ribadisco, tornando al tema centrale delle mie riflessioni, che oggi le periferie rappresentano l'effettiva natura delle grandi città, soggette a fenomeni dirompenti come la longevità, la crisi del ceto medio urbano, il multiculturalismo, il disagio giovanile.

L'insediamento periferico non adeguatamente presidiato con servizi pubblici funzionali o istituzionali, ha lasciato pericolosi vuoti soggetti al degrado ambientale, all'insediamento criminale, all'abusivismo e ai ricorrenti fenomeni di illegalità".

Abitare in sicurezza, trasformare il degrado in decoro, per fare questo occorre individuare una struttura dedicata all’interno del palazzo comunale, un punto di riferimento dell'amministrazione comunale con il compito di coordinare la politica per la città e definire annualmente l'Agenda urbana, aperta, in maniera volontaristica, alle associazioni di categoria e agli ordini professionali interessati.


Una riforma legislativa

per il governo del territorio


Solo in questo modo, coordinando le politiche urbane con una struttura dotata di poteri, struttura amministrativa e risorse, professionalità ed esperienze si potrà efficacemente affrontare il tema delle periferie, della sicurezza e della rigenerazione urbana di Crotone.

Struttura che mi pare sia l’amministrazione precedente che quella attuale hanno individuato nell’Urban Center, al quale io annetto particolare importanza tant’è vero che, assieme ad altri amici di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro, in tempi lontani e non sospetti, costituimmo con atto notarile l’Urban Center “Crotone-Isola Capo Rizzuto-Cutro”.

In Italia gli strumenti tradizionali per la costruzione della città pubblica, il piano regolatore generale secondo la legge n. 1150 del 1942, l'espropriazione per pubblica utilità, gli oneri di urbanizzazione, che pure hanno svolto un ruolo importante di promozione e miglioramento delle città, oggi sono insufficienti”

e quindi occorre

una riforma legislativa per il governo del territorio, che chiuda l'epoca dell'espansione urbana" e inaugura quella "della trasformazione e della rigenerazione urbana"

e tutto questo con

il contributo straordinario per il prelievo e la ridistribuzione della rendita fondiaria urbana, gli incentivi per il rinnovo edilizio, la cessione compensativa delle aree per il verde”.


Dalla “Rigenerazione urbana”

alla “riabilitazione urbana”


Solo passando dalle parole alle cose da fare saremo in grado e nelle condizioni di far uscire l’Italia, le sue inimitabili e straordinarie città e i suoi territori, dal degrado e dal decadimento urbano in cui si trova per l’eccessivo consumo di suolo che, complice anche il cambiamento climatico, sta trasformando il paesaggio e sta frammentando il territorio e che rischia di travolgere l’intero paese, a partire dal Meridione e dalle aree più deboli del meridione come Crotone e il suo territorio.

Rigenerazione urbana”, “riabilitazione urbana”, ancor meglio, queste le parole con cui dovremo confrontarci e commisurarci nel prossimo futuro, anni che, del resto, saranno decisivi e fondamentali per ripensare e ridisegnare le nostre aree urbane ed anche quelle extra urbane e per affrontare le complessità, certe e inevitabili, che derivano da uno sviluppo che ai più sembra, e a me con loro, inarrestabile e incontrollabile.

Sotto quest’aspetto saremo costretti a ripensare l’urbanità. E una nuova idea di città.

Bisogna agire, senza perdere ulteriore tempo, approfittando delle imponenti risorse provenienti dall’Unione Europea, ai quali dobbiamo aggrapparci per non correre il rischio dell’ostracismo da parte delle altre nazioni europee, stanche, come del resto la maggior parte degli italiani, dei nostri assurdi e inspiegabili bizantinismi.

Partendo anche dalle piccole realtà urbane e dai piccoli territori come Crotone, per rilanciare un modello di sviluppo fondato sulle persone, sul progresso e sul pianeta e per porre un freno a un modello di sviluppo fondato sulla finanza e sull’uso smodato e sfrenato delle risorse che, in poco più di tre secoli, ha dimostrato di essere insostenibile, ingiusto e innaturale.