Nelle ultime settimane si è molto parlato di una proposta per ridurre le riunioni delle commissioni consiliari, al fine di ottenerne un risparmio economico. Proposta che (ovviamente) è naufragata in sordina, e che ha visto la contrarietà di tutti gli schieramenti politici.
di Francesco Placco
La modifica, ipotizzata e presentata dal gruppo Stanchi dei Soliti, non ha trovato supporto neppure nella larga maggioranza che sostiene il primo cittadino. Una sequela di no ha rispedito al mittente la proposta, e per adesso nessuno sembra più volerla neppure sentire nominare: l'idea di fondo era quella di limitare ad 8 il numero massimo di riunioni consiliari per ogni mese, con un conseguente risparmio stimato in circa 90 mila euro l'anno.
Se siano pochi o tanti, decidetelo voi. Và considerato il fatto che nel Bilancio di Previsione 2022/2024, al capitolo 75, è indicato uno stanziamento annuo da 400 mila euro per "Giunta Comunale: Indennità, Commissioni, Oneri Riflessi, Missioni". Stanziamento che tiene conto delle rideterminazioni effettuate dal Ministero dell'Interno nel 2021 e recepite dall'ente l'anno successivo (QUI), che hanno visto un rialzo dei fondi destinati agli amministratori dei comuni.
Che poi sul tema ci sia particolare riserbo è ovvio, viste le passate inchieste sui gettoni gonfiati (QUI), ma sulle commissioni c'è ancora poca chiarezza. Vale dunque la pena puntualizzare come l'ente, per il 2023, abbia destinato 295 mila 593,13 euro alle commissioni consiliari, che corrispondono ad una media di circa 24 mila euro al mese.
E proprio 24 mila e 234 euro è il totale dei gettoni di presenza erogati nel mese di gennaio, saliti a 30 mila 675 a febbraio (mese corto, ma che ha garantito ad un consigliere comunale ben 59 presenze) e riscesi a 28 mila 286 a marzo. Nei prossimi giorni avremo i numeri di aprile, e già sappiamo che con l'arrivo dell'estate le riunioni diminuiranno sensibilmente.
Nel solo mese di marzo la prima commissione (Trasparenza, Affari Istituzionali, Affari generali) si è riunita 17 volte; la seconda commissione (Pianificazione Territoriale - Urbanistica, Programmazione e Politiche per lo sviluppo economico e produttivo, Bilancio, Finanze e Tributi, Patrimonio) 18 volte; la terza commissione (Politiche per la Salute, Politiche Sociali e Socio-Sanitarie, Politiche Assistenziali, Sicurezza, Quartieri, Viabilità e Traffico, Emigrazione ed Immigrazione) 8 volte; la quarta commissione (Diritto allo studio - Pubblica Istruzione, Università, Cultura, Beni Culturali, Turismo, Sport ed Impiantistica Sportiva, Politiche Giovanili, Spettacolo, Teatro ed attività teatrali, Tempo libero) 10 volte; e la quinta commissione (Economia del mare, Energia, Trasporti, Lavori Pubblici, Verde Pubblico, Politiche comunitarie, Programmi complessi) altre 10 volte. Seguono poi 4 incontri per statuto e regolamenti, per un totale di 67 incontri in 31 giorni (che diventano 23 se togliamo i sabati e le domeniche).
Tanto? Poco? Giusto? Sbagliato? I risultati devono essere valutati in base a ciò che l'amministrazione riesce ad ottenere: certo è che alcune discussioni potrebbero essere tranquillamente accorpate e affrontate in una sola seduta anziché in due o in tre. A colpire infatti è il contenuto delle riunioni. Spesso (se non sempre) vengono convocate con un solo e specifico punto di discussione, seguito dalla voce "varie ed eventuali".
Sia ben chiaro: il tutto è lecito, e non è solo il costo l'unico fattore da considerare. Basti leggere la mole di argomenti da affrontare, per rendersene conto. Una buona amministrazione non può funzionare con risorse risicate, ma al contempo può dimostrare efficienza ed oculatezza anche nella gestione delle proprie finanze e della propria organizzazione. E ad oggi, con la presenza di 21 monogruppi su 32 consiglieri comunali, l'idea che si fa il cittadino comune è sempre la stessa.