Elettrificazione rete ferroviaria jonica: perché i ritardi e soprattutto dove sono finiti i soldi?

30 giugno 2023, 14:00 Opinioni&Contributi

Il 30 dicembre scorso, grazie all’ordinanza firmata dal Commissario Straordinario Roberto Pagone, che ha ratificato l’avvio dell’approvazione del progetto definitivo, è stato compiuto un nuovo importante passo del complessivo programma di elettrificazione della Ferrovia Jonica tra Sibari e Catanzaro Lido, e della trasversale Catanzaro Lido-Lamezia Terme Centrale.


di Giovanni Lentini

Un risultato importante che si aggiunge a quello della strada statale 106, con il finanziamento di 3 miliardi ottenuto grazie alla tenacia del presidente Occhiuto, anche se va premesso che, secondo il cronoprogramma di Rete Ferroviaria Italiana, l’attivazione e l’elettrificazione di queste tratte erano previste per l’anno 2023.

Data che non sarà e non potrà essere rispettata poiché le attuali stime del gestore dell’infrastruttura del Gruppo FS Italiane e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, prevedono l’autorizzazione alla messa in servizio (Amis) della trazione elettrica sulle tratte in questione, a dicembre 2026.

Le risorse finanziare necessarie al completamento di questa importante opera infrastrutturale, per come mi è dato sapere, verranno attinte dal Pnrr, per un ammontare di 315 milioni di euro.

Circostanza, quella dell’utilizzo dei fondi Pnrr, che a me piace e mi convince perché vanno nella direzione giusta, quella della riduzione del divario infrastrutturale dei territori svantaggiati, anche se conoscendo molto bene le vicissitudini legate all’elettrificazione della Ferrovia Jonica e della trasversale Catanzaro Lido-Lamezia Terme Centrale, sappiamo che tali opere erano state già finanziate nel 2018 dalla Regione Calabria attraverso l’utilizzo di risorse dei fondi FSC, per un importo quasi analogo.

In questi anni, purtroppo, gli unici interventi realizzati sono stati quelli relativi alla “posa dei pali tipo LS per il futuro sostegno della catenaria”.


Molto è stato

anche trascurato


Ci chiediamo e, a questo punto, chiediamo a RFI, ma anche alla politica regionale, cosa abbia impedito, nel frattempo, il completamento dell’opera, considerando le risorse precedentemente stanziate e, soprattutto, dove siano andati a finire i soldi.

Ciò che viene fuori da questo quadro, per altri versi, desolante e desolato è che molto è stato perduto, in termini di tempo e di denaro, ma molto è stato anche trascurato.

Trascurato dalla politica che in questi anni non ha mai davvero lavorato affinché questi progetti e i relativi finanziamenti vedessero la luce.

Ciò che registro oggi è un indubbio passo in avanti, dopo anni di immobilismo, anche se, forte dell’esperienze negative del passato, non mi fermerò e continuerò a seguire il lungo iter che auspico porti finalmente all’elettrificazione della Ferrovia Jonica.

Sotto quest’aspetto, proprio a conferma della data della fine dei lavori entro il 2026, chiedo a RFI se sono state individuale le varie “sottostazioni elettriche” e se l’intero processo di elettrificazione della linea sta procedendo senza intoppi e, soprattutto, se sono state affrontate e risolte le difficoltà legate alla “particolarità delle caratteristiche geologiche della galleria di Cutro”.

A margine di queste riflessioni un altro quesito, per il momento senza risposta, mi desta qualche apprensione e preoccupazione. Gli interventi previsti e inseriti nel Pnrr per la stazione ferroviaria di Crotone, dei quali vorrei avere notizie precise e dettagliate.

A partire da alcune criticità che pare siano emerse, nelle settimane scorse, in una conferenza di servizi, nella quale il fabbricato, in cui è ospitata la sede della stazione, è stato riconosciuto di interesse storico e artistico da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Crotone e Catanzaro.


La realizzabilità

di un Hub intermodale


Criticità che si aggiunge ad un’altra criticità rappresentata dal fatto che la stazione ferroviaria, ad oggi, è dotata di un unico punto d’accesso e non vi è, almeno io non ne sono a conoscenza, nessuna idea progettuale per dotarla di un secondo accesso dal lato della strada statale 106.

Accesso che di fatto renderebbe possibile e realizzabile l’Hub intermodale, per come prospettato nel Pnrr. Un Hub intermodale utile e necessario per realizzare una piattaforma logistica, a servizio del distretto energetico e del distretto agroalimentare, con epicentro nella zona industriale di Crotone e di Scandale.

Zona industriale che, in considerazione della liquidazione coatta del Consorzio Regionale delle Attività Produttive, necessiterebbe dell’istituzione di una società consortile o di un consorzio industriale autonomo e slegato dal carrozzone Corap.

Alla fine di queste veloci considerazioni mi dispiace solo annotare che questi argomenti, pur rilevantissimi e attualissimi, e tutti meritevoli di approfondimenti, non siano stati minimamente presi in considerazione dalla classe politica e imprenditoriale di questo territorio, pur in presenza di un apparente interesse, direi meglio di circostanza, verso le Zone Economiche Speciali che, stante così le cose, sono e si rileveranno delle scatole cinesi e invece potevano e possono essere un traino per l’imprenditoria, in special modo quella locale. Una vera vergogna.