Benvenuto Amadeus, ciao ciao Castello. Il triste destino della fortezza-ufficio: “altro non ci meritiamo!”

23 ottobre 2023, 08:00 Opinioni&Contributi

Il Decreto della “Direzione generale Musei e della Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio” di recente pubblicazione, prevedibile presagio di quanto accadrà e più ancora, la colpevole sottovalutazione di tutto quanto sta accadendo, addirittura da anni a questa parte, avuto riguardo alla nostra Fortezza che fu di Carlo V, ed al nostro patrimonio, storico ed archeologico, obbligano ad alcune elementari considerazioni.


di Fabrizio Meo*

Intanto, bisogna dare atto alla Commissione IV che quanto stava avvenendo ha molto più che presagito, ed in funzione di quanto era facilmente prevedibile, si è fatta interprete di quelle che dovrebbero essere le istanze di una Comunità che ha visto il Comune di Crotone trasferire, negli anni, al Ministero circa 20 milioni di euro.

Ad oggi pure a fronte del trasferimento di risorse così ingenti non abbiamo un Parco archeologico, non abbiamo una degna sede della Soprintendenza e non abbiamo neanche un Castello, se è vero come è vero che la parte più importante della Fortezza è immotivatamente chiusa da una mezza dozzina di anni, un fatto incredibile e l’inverosimiglianza sta anche nell’assenza di reazione del territorio.

Neppure è bastato destinare milioni di euro delle risorse che erano destinate al Progetto Antica Kroton al Ministero per attuare la bonifica del Castello o per altri scopi ancora.

Tutte tali finalità, ad oggi, sono state bellamente eluse, il Castello infatti rimane chiuso, il Parco archeologico è una spianata desolata, nessun programma di valorizzazione né del “Parco archeologico” e neppure del Castello in vista, tantomeno sono in programma scavi archeologici duraturi, o per meglio dire gli scavi archeologici da parte del Ministero sono sì previsti (sappiamo che il Comune di Crotone ha quasi del tutto rinunziato a riportare alla luce anche una sola pietra dell’antica Kroton), ma nell’area Ariston, dove gli stessi avverranno, indiscrezioni dicono che fatti gli scavi, fatte le pubblicazioni scientifiche del caso, tutto verrà ricoperto.

Oggi arriva un decreto con il quale secondo il primo cittadino si opera un mero avvicendamento che per la verità non avrebbe alcuna esigenza di un decreto e del resto se l’italiano ha un senso, ben altro è il senso, del Decreto in argomento, ma staremo a vedere.

Soffermiamoci su ciò che invece è certo. Il Sindaco, l’Amministrazione comunale, nonostante più volte sollecitati, sia in Consiglio Comunale che nella preposta Commissione cultura, ad oggi, nulla assolutamente niente hanno fatto, nessun passo hanno compiuto neppure per valutare l’opportunità di acquisire al demanio comunale il Castello di Carlo V che pure ad oggi è sede dei locali che ospitano la Biblioteca comunale (inagibile), il Museo civico (non fruibile), senza contare che il Comune dispone, pure per gentile concessione e per un orizzonte temporale oramai assai limitato, della magnifica Torre aiutante (o del Tenente), ad oggi paurosamente sotto utilizzata, per quanto, la stessa, sia essa stessa sede, sulla carta, dell’istituzionalizzato Museo civico.

Il Comune dispone, quindi, solo di una porzione del Castello che di fatto è utilizzata molto al di sotto delle sue potenzialità, quanto, soprattutto, non può venire utilizzata allo scopo di attrarre finanziamenti che siano conseguenti a progettualità che di certo non hanno possibilità di esprimersi su un orizzonte temporale così ristretto, di qualche mese appena.

Quello che sarebbe stato perciò lecito attendersi era un impegno dell’Amministrazione volto a realizzare un piano di valorizzazione del Castello ed un’analisi di quelli che sarebbero i costi di mantenimento della struttura.

Nulla di tutto questo è stato ad oggi anche soltanto tentato. D’altro canto, il preposto Settore, le indubbie, notevoli professionalità al suo interno, così magistralmente dirette, sono, per volontà politica, assorbite quasi completamente, a spendere i soldi dell’Eni, impiegandoli, tra l’altro e l’elenco non è da intendersi come esaustivo, nell’ingaggio di comici, cantanti, stewards, acquisto di sedie, palchi, fuochi pirotecnici ed a breve, possiamo supporre nella predisposizione della degna accoglienza da riservare ad Amadeus ed alla sua Corte.

Stante le premesse, per quali ragioni il Ministero dovrebbe o anche solo potrebbe prendere in esame la possibilità di cedere il Castello al Comune, fermo restando che ad oggi non esiste alcun atto d’indirizzo in tal senso, nessuna richiesta formale, ma neppure niente che assomigli ad un piano di valorizzazione e che le condizioni di abbandono e di sotto utilizzo della parte di pertinenza, ancora per qualche mese, dell’Ente comunale, paiono così vergognose, e quindi, per quale ragione la Direzione dei Musei e quindi il dott. Demma, non dovrebbeprendersi” il Castello, e farne sontuosa sede degli uffici del nascente “Parco archeologico Crotone-Sibari”, piuttosto che deposito di atti polverosi e reperti vari?

Finirà così, il Castello o buona parte di esso, quando saranno terminati i lavori di bonifica che lo si ripete sono stati finanziati dal Comune di Crotone e mai concretamente iniziati, sarà adibito in tutto o in parte quale sede di uffici, ma del resto, il destino di questa fortezza, pare, essere quello di essere sede di “uffici”, così è stato prima e dopo l’otto settembre 1943, altra occupazione evidentemente, non ci meritiamo.

*Consigliere comunale di Crotone