Trasporto pubblico, tra autobus stracolmi e poche corse è ancora dura la vita dei pendolari calabresi

10 novembre 2023, 11:00 Imbichi

Si moltiplicano le segnalazioni di disagio dei numerosi pendolari che si affidano al trasporto pubblico regionale, sopratutto su gomma. Le poche corse garantite sono spesso sovraffollate, con il rischio di farsi un viaggio in piedi o, nel peggiore dei casi, di non riuscire a salire proprio sul mezzo.


di Francesco Placco

La mobilità, sopratutto se sostenibile o ecologica, è un punto su cui il governo regionale ha puntato molto. Negli ultimi mesi sono decine e decine gli annunci riguardanti investimenti, fondi e programmazioni di un “sistema regionale” in grado di permettere spostamenti omogenei su tutto il territorio, con particolare attenzione alla rete ferroviaria ed ai famigerati treni a idrogeno.

Proprio lo scorso 30 ottobre l’assessore regionale tracciava un bilancio della sua attività, specificando di essere al lavoro per “recuperare il gap” accumulato negli anni (LEGGI). Un lavoro sicuramente non facile, che sembra essere incentrato quasi esclusivamente sull’ambito ferroviario che pur merita particolare attenzione, ma non a scapito del trasporto su gomma, che ad oggi continua ad essere molto utilizzato (se non il più utilizzato) dai pendolari regionali.

Per comprendere come ci sia ancora molta strada da fare, basterebbe prendere un qualsiasi autobus per andare da un capoluogo all’altro. Le corse sono poche, in orari non sempre accomodanti, senza contare il concreto rischio di trovare il mezzo al completo, sopratutto negli orari serali e rimanere dunque “a terra”.

Un esempio pratico ci viene fornito dalla fermata di Germaneto, dove in questi giorni si sono verificati numerosi disservizi che hanno portato gli utenti a segnalare il disagio vissuto. Non parliamo di una fermata sperduta tra le montagne, né di una tratta secondaria: parliamo della fermata presso l’università ed il polo ospedaliero, proprio alle spalle della Regione Calabria, che come tante altre tratte principali non è servita da altri mezzi pubblici.

Il rischio, per chi decide di affidarsi al trasporto pubblico, è quello di trovare i mezzi pieni. Anzi, strapieni, con tanto di passeggeri costretti a stringersi e viaggiare in piedi pur di non rimanere a terra. Circostanza contro la quale stanno lottando da anni diverse sigle sindacali, ma che si sta avviando verso una sostanziale normalizzazione: sono sempre di più le Regioni che autorizzano una quota di viaggiatori “in piedi” sulle linee extra-urbane ed autostradali coperte dal servizio di trasporto pubblico (si veda il recente caso del Friuli-Venezia-Giulia), ma tra queste non figurerebbe ancora la Calabria.

Al momento è ancora in vigore il programma pluriennale definito nel 2019 (QUI), che definisce una spesa complessiva di circa 118 milioni di euro all’anno per il trasporto urbano ed extraurbano. Attualmente viene prorogato il programma di esercizio definito per il biennio 2020-2021 (QUI), come specificato anche nell’obbligo di relazione del luglio scorso (QUI), e proprio ad inizio ottobre è stato prorogato, fino a fine anno, l’affidamento d’emergenza del servizio (QUI). Il tutto, spiegano dalla Regione, è necessario per “evitare l’interruzione del servizio pubblico”, che tuttavia dovrà essere necessariamente riprogrammato a partire dal 2024, ossia al termine dei due anni di proroghe garantiti dalla normativa europea in vigore.

Sarebbe dunque interessante sapere cos’ha in mente la Regione Calabria, per il trasporto pubblico tramite autobus. Regione alla quale va comunque dato atto di aver reso operativo il CORE (QUI) dedicato proprio alla mobilità regionale, ma che nei fatti, in pratica, non allevia il disagio dei pendolari. Che vivono quotidianamente la scelta di rinunciare all’auto come un’incognita, non avendo garanzia di un servizio per il quale pagano (vale la pena ricordarlo) un regolare abbonamento mensile.

Ben vengano dunque le programmazioni concordate con RFI, i progetti infrastrutturali nuovi e l’elettrificazione tanto attesa della fascia jonica. Ben vengano i treni! Ma ci si ricordi anche la rete ferroviaria calabrese si estende per circa 850 chilometri, contro i 6.700 della rete stradale. Un modo per ricordare che i treni non arrivano da tutte le parti, mentre gli autobus (bene o male) si, e sarebbe anche ora di interessarsi di più al loro potenziamento.