Crotone. Meo e la guerra alla fontana di via Venezia: “Le barriere le crea! Ma perché fate così?”

19 dicembre 2023, 08:28 Opinioni&Contributi
Fabrizio Meo davani alla costruenda fontana

Nelle ultime ore, da quanto riferito dal consigliere comunale Fabrizio Meo, la Soprintendenza ai beni paesaggistici avrebbe stoppato i lavori per il rifacimento di una traversa di via Firenze a Crotone, che incrocia Corso Vittorio Emanuele proprio difronte al Palazzo Comunale. Secondo un esposto dello stesso Meo le basole che l’adornavano fino ad ora, che si ritiene posate da almeno una settantina d’anni, non avrebbero dovuto essere toccate, né l’amministrazione avrebbe chiesto l’autorizzazione ai lavori alla stessa Sovrintendenza. Ma non solo…


di Fabrizio Meo*

La vicenda dell’avvenuta edificazione di un’enorme vasca nella parte terminale di Via Venezia, con conseguente rimozione della pavimentazione in basole sino a lambire il Corso principale e l’inevitabile ordinanza di sospensione dei lavori imposta dalla Soprintendenza, impone delle valutazioni che mi spingo a rendere note, prima ancora di leggere delle ragioni della Soprintendente, la cui professionalità ed il cui attaccamento al nostro territorio ho avuto modo di conoscere nel corso dei laboratori dell’antica Kroton.

Intanto deve evidenziarsi che questa ordinanza di sospensione lavori è la seconda irrogata in danno del Comune, per dei lavori pubblici, dalla Soprintendenza, in pochi mesi, purtroppo si tratta di un autentico record, ed è facile pronosticare che così come legittima ed opportuna è stata quella relativa ai lavori del Piazzale del Teatro, altrettanto dovrà dirsi di quest’ultima.

Erroneamente, infatti, si ritiene che l’unico elemento che legittima l’intervento della Soprintendenza sia la vetustà del bene tutelato, ma non è così.

Nello specifico, intanto, i lavori, realizzati con il dichiarato intento di “abbattere le barriere architettoniche in Via Venezia”, in realtà tutto fanno, tranne che effettivamente assolvere a tale scopo.

L’opera interviene su un contesto che assai poco necessitava di un intervento in tal senso ed in effetti più che abbattere barriere, semmai le crea, finendo per elevare una vasca che oltre a costituire un pugno nell’occhio, sbarra il passo a chiunque, impedendo il libero attraversamento della strada, uno strano modo d’intendere l’utilizzo di simili risorse, ma del resto, in materia di tutela dei portatori di disabilità, quest’Amministrazione non perde occasioni per distinguersi, lo dimostra il contegno della medesima a fronte della mia proposta di rendere effettivamente fruibili a quest’ultimi, i siti culturali della nostra città.

Soprattutto, l’opera realizzata, tutto ha fatto, tranne che abbellire, ciò che ne è venuto fuori è in effetti un obbrobrio inguardabile che tale appare essere in quanto totalmente avulso dal contesto storico e culturale del centro cittadino, pregiudicandone il collegamento identitario con l’ambiente circostante, caratterizzato da un basolato che a me pare, a noi tutti crotonesi appare, avere un notevole pregio artistico, oltre che culturale e fortemente identitario.

Che diritto avevano di distruggere un pezzo di questo patrimonio, per sostituirlo con una vasca in cemento inguardabile. Intendiamoci, la stessa opera realizzata in un diverso contesto sarebbe stata apprezzabile, ma invece, in una via la cui pavimentazione originaria risale ai primi del novecento, risulta essere fuori posto, fuori luogo e fuori dalle regole.

Va pure detto che gli interventi di restauro e di salvaguardia del basolato del centro cittadino si sono succeduti nel tempo ed hanno un tratto in comune, sono stati tutti molto apprezzati ed hanno avuto un costo assai cospicuo.

Nel corso dei decenni, a quanto pare, sono state via via inserite nuove basole, piuttosto che è facile ipotizzare, riutilizzate quelle in un primo momento asportate a causa di scavi e di attività manutentive.

Ebbene, mi domando, come avrà fatto l’Amministrazione ad accertare che neppure una delle basole rimosse appartenesse alla pavimentazione originaria del centro cittadino, si sarà spinta ad effettuare l’esame del carbonio 14?

Ma ove pure neppure una sola delle basole rimosse avesse più di un paio di anni, ma lo sanno al Comune che prima di intraprendere anche soltanto dei lavori di manutenzione straordinaria in un contesto urbano che abbia caratteristiche altamente identitarie come è nel caso di specie è d’obbligo coinvolgere la Soprintendenza e che se la Soprintendenza avesse avuto il minimo sentore di quanto anche solo si progettava, l’avrebbe impedito.

Ed allora di cosa stiamo discutendo, una volta di più andrebbe ringraziato un cittadino che in solitaria, sin dal primo giorno, ha denunziato quanto stava accadendo e come sempre è stato totalmente ignorato, anzi, ostracizzato ed insultato, nel convincimento forse che l’impossibilità di poter provare la vetustà “dell’annata”, (neppure si trattasse di Dom Pèrignon), delle basole rimosse, piuttosto che la loro ipotizzabile recente creazione, mettesse gli amministratori al riparo da tutto, quando abbiamo visto non è così, sarebbe piuttosto bastato chiedere, confrontarsi, ma si sa: “chi non accetta consiglio non può essere aiutato”.

Si potrebbe ancora aggiungere che una tale realizzazione, se dovesse sopravvivere, altererebbe per sempre la viabilità cittadina, tra l’altro ostruendo una possibile “via di fuga” o di accesso che risulterebbe molto utile ad esempio nel caso dell’organizzazione di eventi in Piazza della Resistenza.

Infine, manifesto l’assoluta certezza che tutto sia stato fatto senza violare alcuna norma penale, ma il realizzarsi di questo mio auspicio, cosa cambia in ordine al pregiudizio che è derivato.

Non mi pare il caso aggiungere altro se non porsi un angosciante interrogativo: “ma perché fate così”.

*Consigliere comunale di Crotone