Crotone, la bonifica e il nullismo populista: il rispetto si conquista con i fatti e non con le chiacchiere

10 agosto 2024, 09:46 Opinioni&Contributi

Il rispetto per i cittadini crotonesi, e per i cittadini calabresi, si dimostra in un solo modo. Portando a termine la bonifica del Sin di Crotone per come deciso e stabilito nel decreto del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica. Qualsiasi altra decisione, e mi duole dirlo e non me ne voglia nessuno, ha il malcelato odore di opportunismo. Demagogico. E populistico.


di Giovanni Lentini

In tutta sincerità, da parte del presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto, un politico e un amministratore accorto e lungimirante, quest’opposizione al decreto del Mase (QUI) non me la sarei aspettata.

La trovo una caduta di stile istituzionale. Non c’è bisogno di ricordarlo, ma lo faccio lo stesso, che con gli enti gerarchicamente sovraordinati, come nel caso di specie con il Ministero, si parla e si discute e ci si confronta e non si arriva, se non in casi estremi, agli appelli e ai ricorsi.

Lo ripeto. È una questione di stile. E francamente un’opposizione di questo genere non me la sarei aspettata da nessuno degli enti istituzionali coinvolti perché così facendo si continua nella solita storia, quella di sempre.

Una storia che ormai data da oltre trent’anni. Una storia che vede una città, Crotone, che in maniera inesorabile e inarrestabile sprofonda. Sempre più isolata. E sempre più marginale.

Con l'aggiunta di una preoccupante e pericolosa aggravante. Di non secondaria importanza. La poca considerazione, nei fatti e non certamente nelle parole di cui si abusa a mani basse, della salute dei residenti.

Atteso che la discarica presente nelle ex aree industriali data da oltre cinquant’anni ed è la sommatoria non aritmetica ma esponenziale di lavorazioni pesanti e invasive che sta lì, di fronte al mare antico, che rilascia quotidianamente, senza controlli e senza sicurezza, tutta la sua carica distruttiva. Dell’ambiente. E della salute.


Una brutta pagina

di storia italiana


Per finire questa mia considerazione mi vien da dire che su Crotone si sta svolgendo e si sta scrivendo una brutta pagina di storia italiana. Certamente una delle più brutte della nostra città, almeno dalla nascita della repubblica.

Brutta storia di cui, nei tempi e nelle modalità da valutare, dovrà essere messa al corrente la comunità crotonese e calabrese. Da monito. Per non ripetere gli stessi errori.

Una storia priva di interpreti e di protagonisti veri e con tante comparse di basso livello che recitano a soggetto, senza un copione. Una storia in cui diventa il più bravo e il più scaltro non chi ha veramente a cuore gli interessi dei crotonesi ma chi improvvisa e chi la dice più grossa.

E succede tutto questo perché chi potrebbe e chi dovrebbe, sull’onda e sulla coda di un populismo che ritenevo morto e sepolto per sempre, almeno dopo la caduta del governo giallo verde, ha rinunciato al ruolo e alla funzione per cui si trova ai vertici istituzionali e fa di tutto per non apparire e per nascondersi. Per quieto vivere. E per non sporcarsi le mani.

Da tempo - e chiudo con queste considerazioni - mi agita un dubbio, divenuto, a dire il vero, negli ultimi tempi, quasi una certezza. In questa dolorosa e triste vicenda della bonifica di Crotone si sta svolgendo, ormai anche in modo maldestro, un delittuoso e vergognoso gioco delle parti di cui ho fatto cenno.


Tra dinosauri

e parvenus

della politica


Presumo, pur non avendone le prove, orchestrato e diretto alle spalle e sulle spalle di Crotone e dei crotonesi. Un gioco delle parti in cui nessuno vuole restare con il cerino in mano che, con regolarità ormai consolidata e ripetuta nel tempo, viene passato di mano in mano, nella speranza che a bruciarsi le mani sia l'ultimo della fila.

Un gioco delle parti che certifica, ove ve ne fosse ancor bisogno, la morte della politica. Politica che, ricordo agli smemorati, è fondata sull'etica della responsabilità e della realtà e non sulla (falsa) etica dei principi e delle intenzioni (a questo riguardo leggete e approfondite, ve ne prego, il filosofo tedesco Max Weber) che sembra invece impazzare in tutte le discussioni.

Nel caso di Crotone la politica e l'etica sono stati sacrificati sull'altare del nullismo populistico e demagogico, rappresentato, tra l'altro, da dinosauri della politica che ritenevo estinti e da parvenus della politica che ritenevo, se non estinti, almeno sulla via dell'estinzione.

Mi duole dirlo e scriverlo ma devo prendere atto che purtroppo non è così. Non si sono estinti né gli uni né gli altri, si è invece estinta la forza e la determinazione e il coraggio e la speranza dei crotonesi. E di quest’estinzione, purtroppo, anche a bonifica avvenuta, ne pagheranno le conseguenze le prossime generazioni.