I numerosi incidenti mortali che si registrano lungo le strade calabresi, sopratutto in estate, non possono essere sempre e solo derubricati a non meglio specificate "colpe" della strada. Perchè le carenze infrastrutturali, anche in termini di sicurezza, sono tante: e ciò dovrebbe indurci a guidare meglio, cosa che purtroppo non avviene.
di Francesco Placco
Quand'è stata l'ultima volta che avete assistito ad un sorpasso in un tratto di strada con linea continua, o con doppia linea? O ad un soprasso in curva? O ad un sorpasso incurante delle auto che provengono dalla direzione opposta, costrette a spostarsi all'improvviso?
Sono tanti i comportamenti sbagliati che si possono osservare quotidianamente guidando tanto in città quanto sulla 106, strada alla quale oramai abbiamo affibbiato l'appellativo "della morte" come se fosse l'ovvia causa di ogni sinistro che si verifica.
Vale sempre, però, la metafora del coltello, strumento che può essere usato in modo utile o per fare del male: a decidere però è chi lo impugna.
Lo stesso si può dire dell'auto che guidiamo, che può essere un utile mezzo della nostra quotidianità ma anche una vera e propria arma, che dipende, nella maggior parte dei casi, solo ed esclusivamente da chi la conduce.
Secondo l'ultimo rapporto Istat sugli incidenti stradali (QUI), il 36,5% dei sinistri è causato da episodi di distrazione alla guida, dal mancato rispetto della precedenza e dalla velocità troppo alta.
Seguono poi le manovre irregolari (7,7%), il mancato rispetto delle distanze di sicurezza (6,9%), il mancato rispetto delle precedenze verso i pedoni (3,4%) ed infine i comportamenti errati da parte dei pedoni (2,8%).
Se sommiamo tutti questi numeri, viene fuori che oltre il 57% degli incidenti che si verificano in Italia, ogni anno, sono riconducibili a fattori umani.
Queste "cattive abitudini" alla guida, ne sono certo, le può confermare ognuno di noi. Comportamenti errati che conosciamo bene, che ci ripetono sin dalla scuola guida, ma che una volta alla guida... si dimenticano.
E vale la pena mettersi nel gruppo dei trasgressori, perché ognuno di noi, di tanto in tanto, ha azzardato qualche sorpasso, ha guidato parlando al telefono, ha passato un semaforo allo scoccare del rosso. Ammettiamolo. Critichiamo tanto la "vita frenetica" del nord Italia e millantiamo una calma ed una tranquillità che, in realtà, non esiste.
Si stima che in Italia, negli ultimi 30 anni, siano morte oltre 300 mila persone (QUI) per incidenti stradali. Oggi il tasso di mortalità sta lentamente calando: nel 2024 è diminuito di un ulteriore -1,5%, con l'Italia che è stabile al 19° posto della classifica europea (QUI). Aumentano, però, le vittime tra gli anziani e sopratutto tra i giovani ed i giovanissimi, spesso neopatentati.
Quindi si, la Statale 106 è una strada pericolosa - come tutte le altre strade del resto, anche perchè non è tra quelle dove si verificano più incidenti a livello nazionale (QUI) - ma non può essere un alibi.
Trincerarsi dietro alla "colpa della strada" vuol dire non voler neppure considerare le responsabilità di chi guida. E, sia ben chiaro, non per fargliene una colpa: ma solo ed esclusivamente per capire che su una strada di per se già pericolosa, occorre semmai maggiore prudenza.
Se vogliamo ridurre questi incidenti, dobbiamo semplicemente guidare meglio. Non ci vuole poi molto: si potrebbe iniziare da oggi stesso.
Sacrificare qualche minuto, avere un po' di pazienza in coda, non cercare sempre di "fregare" chi ci sta davanti... Sempre che ci sia la volontà di farlo, ovviamente.