Teatro comunale “Vincenzo Scaramuzza”: Sergio Cammeriere non è María Martha Argerich

22 settembre 2024, 16:00 Opinioni&Contributi

Con tutto il rispetto per il cantautore crotonese Sergio Cammariere, insignito del “Pitagora d’oro” dalla Amministrazione comunale al pari del suo collega inglese Elton John, proclamato Sir dalla Regina Elisabetta II nel 1998, credevamo e speravamo che il teatro comunale, intitolato dopo tanta fatica da parte di molte associazioni al maestro Vincenzo Scaramuzza, avrebbe visto più degno evento inaugurale che una esibizione (l’ennesima, dal 1996 ad oggi) del citato musicista crotonese per assistere alla quale è addirittura previsto il pagamento di un biglietto d’ingresso (assurdo !).


di Davide Monte

L’ultima di tali esibizioni di Sergio Cammariere nella città di Crotone, sostenuta economicamente dalla Provincia, fu preceduta da feroci polemiche circa il cachet pattuito con il suo agente.

Si parlò di oltre trentamila euro per una sola serata, sborsati da un ente che lo aveva praticamente sostenuto economicamente sino al debutto sanremese che ne decretò l’affermazione definitiva nel panorama musicale italiano. Alla faccia della gratitudine…

Credevamo e speravamo che l’inaugurazione del teatro Scaramuzza riportasse a Crotone la più grande e apprezzata pianista del mondo, Martha Argerich che del maestro Vincente Scaramuzza è stata allieva prediletta.

Lei venne a Crotone nel 2008 in occasione del quarantesimo anno dalla scomparsa del suo maestro. Fu un evento sontuoso, insieme a lei al teatro Apollo, che poteva contenere circa 700 spettatori (pare che il nuovo teatro possa contenerne un paio di centinaia in meno) si esibirono grandissimi pianisti come il croato Ivo Pogorelich.

L’evento fu voluto dalla Provincia di Crotone e nonostante il prezzo del biglietto per assistervi fosse relativamente alto, non fu possibile soddisfare le richieste che pervennero da tutta la Calabria, dalla Puglia e dalla Sicilia.

L’evento era annunciato a Crotone come tappa di una tournee che toccava i grandi capoluoghi italiani, dalla Lombardia alla Sardegna. In quella occasione la Argerich volle visitare la casa natale del suo maestro, in via Pescheria nel centro storico, senza aver modo di nascondere la sua commozione.

Forse questo piccolo particolare, della grande pianista a Crotone, non era a conoscenza dell’assessore comunale alla cultura che, nell’annunciare l’imminente apertura del teatro Scaramuzza, ha fatto menzione di un pianista che si è esibito quest’estate alla Villa Comunale e che suona secondo il metodo didattico del musicista e pedagogo italo-argentino nato e vissuto sino a 20 anni a Crotone.

María Martha Argerich è nata a Buenos Aires il 5 giugno 1941, è cittadina svizzera. È in assoluto la più virtuosa e famosa allieva del Maestro Vincente Scaramuzza, avendone assorbito gli insegnamenti in maniera globale; dalle tecniche di esecuzione pianistica, secondo il celeberrimo “Metodo Scaramuzzaalle più vaste possibilità sonore e interpretative di ogni singola partitura.

La sua partecipazione al programma “Rumori del 900” all’auditorium “Parco della musica” in Roma è stato un evento quasi irripetibile, e le numerose richieste di repliche non hanno potuto avere seguito per l’indisponibilità della pianista nonostante la prenotazione di biglietti avesse raggiunto cifre da capogiro.

Eppure, riaverla qui a Crotone Martha Argerich non sarebbe stato un problema di quattrini e forse neppure di disponibilità della grande pianista che di sicuro avrebbe valutato positivamente l’occasione offertale: suonare in un teatro intitolato al suo maestro.

Ciò detto, ma che non sarà fatto, le voci di eventi programmati nel nuovo teatro comunale e di volontà gestionali che l’amministrazione Voce avrebbe in animo di porre in essere, non fanno presagire alcunché di buono circa il futuro della struttura teatrale.

Lo “Scaramuzza” sembra essere un teatro di forma anziché di sostanza, in ragione della capienza, anche se palcoscenico e torre scenica sono da grande teatro, di quelli dove è possibile mettere in scena ogni genere di spettacolo, soprattutto la lirica.

Quindi si parla già di darlo in gestione a privati, tramite una pubblica manifestazione di interesse, anziché di attrezzarsi a gestirlo nel migliore dei modi.

Ciò ben sapendo che una pubblica amministrazione diverrebbe percettore di un misero affitto mensile anziché di finanziamenti europei, statali e regionali, divenuti sempre più cospicui negli ultimi anni, ancorché rinunciando a esercitare la sua funzione amministrativa in materia di politiche culturali.

Ma questa amministrazione in carica, il teatro è una delle tante cose che ha ereditato dalle precedenti e con esse finanziamenti e lasciti (compreso quello di 17 milioni dall’ENI che prima erano 20 e che dovevano servire per potenziare l’ospedale, visto l’impegno assunto davanti al tribunale di Milano nel 2014).

D’altra parte il programma di governo dell’ingegnere Vincenzo Voce consisteva in un solo punto: mettere il sale sulla coda all’ENI, avviando la bonifica e portando via i rifiuti tossici.

Il resto che gli è capitato di gestire è tutto grasso che cola e quando manca un annetto per il ritorno alle urne, si torna a parlare di veleni, di bonifica e di ENI cialtrona.

Se non è un fallimento questo, allora cosa lo è?