I finti ricchi, i finti poveri e “a rrobb”. A Crotone la verità non è mai dove appare né quella che appare

18 ottobre 2024, 08:00 Diderotto

Passeggiando “sanza meta” per Crotone e dintorni, si ha la straniante sensazione che la nostra Città sia un prototipo, molto d’avanguardia, di territorio con pilota automatico. È un locus che pare non abbia né guida riconoscibile né un tragitto definito, in cui tanti perseguono un proprio disegno, meno che l’Amministrazione comunale in quanto tale (e salvo fughe personali), a rimorchio di pupari e pupetti più piacenti all’apparato pubblico.


di Diderotto

Le decisioni per il territorio, insomma, paiono avere tutte gravidanze esterne, qua si viene solo a figliare perché magari abbiamo ancora un qualche appeal in ambito ambientale, o in quello della “prenditoriad’assalto, ivi considerate le gesta Eni, molto meno nella dimensione culturale, compresa la specifica universitaria, della sanità pubblica e privata d’alto lignaggio, dell’imprenditoria vera.

È un mercato degli specchi, in cui la verità, sempre pare, non è mai dove appare né quella che appare, popolata, per di più, da “uomini dello schermo”: capitani d’Industria che sono in realtà “commessi d’Industria”, inspiegabili risorti da vicissitudini giudiziarie, finti ricchi e finti poveri.

Tutto fuorché la verità. Una sorta di Teatro dell’Assurdo, di Alice nel Paese delle Meraviglie, in cui l’unica costante è che “a rrobba” se la mangiano gli Innominati, e che alcuni fra gli indigeni vivono vita ancillare, seppur resa agiata da compartecipazioni più o meno ricche ai banchetti che contano.

Ah, dimenticavo. In tutto questo i Partiti non capiscono, non contano, non esistono. Ma soprattutto non guidano. Come dicevano a Roma “tamquam non essent” (come se non ci fossero).

Non credo siano necessari elenchi.