“A ra prova u milunu”. Non è che sia gradevole essere sempre malpensanti, ma nel nostro caso è quasi obbligatorio, con tutte le fregature che ci continuano a rifilare negli anni.
di Diderotto
Basti pensare a quello che ci sta apparecchiando il Ministero dell’Ambiente per la discarica ENI, talmente indigesto da aver indignato persino il Presidente Occhiuto… che è dei loro.
O il rebus che fa capolino all’orizzonte con il Piano Porto illustrato dall’Ammiragliato di Gioia Tauro, ancora oggettivamente incompreso sia nelle linee che nelle finalità dai più, tanto da non consentire neppure di parlarne male vista l’estrema fumosità dell’insieme.
A quanto sopra ed altro, molto altro, ancora si accoda l’apertura del Corso di Laurea in Medicina. Encomiabile e graditissimo, intendiamoci bene, ma incartato in un pacchetto troppo spesso per non suscitare qualche legittima perplessità.
Vengo e mi spiego. “Generalmente i luoghi operativi e, comunque, di addestramento professionale degli studenti in Medicina sono i Policlinici”, scrive il Dott. Emilio De Masi, e pone il dito nell’implicita piaga.
Cioè, se il nostro Ospedale viene sistematicamente declassato e depauperato di servizi, se non viene, non diciamo innalzato al ruolo di Policlinico universitario, ma almeno rimpinguato di servizi e riqualificato, anche in termini normativi, che respiro potrà avere la benedetta Facoltà di Medicina crotonese?
Ha un senso provare a formare giovani medici in un deserto mai testimone d’un fiore? Le Autorità stanno provando un bluff? Un contentino a termine, magari elettorale, fino allo “sparatto” prossimo venturo?
Ecco, senza voler infliggere condanne preventive, ma quelli che realmente vogliamo una vera Università degli Studi di Medicina a Crotone “aspittamu u milunu a ra prova. E ra prova è ru Spitalu!”
A promemoria di Sindaco e Presidenti vari officianti le inaugurazioni.