Della nostra pregiata Amministrazione Comunale sta circolando il video d’una seduta molto animata, una sorta di riedizione non teatrale delle sparate di Catenacci, capomanipolo in maschera. L’impressione che se ne ricava, al di là della scandalizzata pelosità cui ci si abbandona con estrema facilità, è la fumosità, l’inconsistenza delle ragioni politiche sottese alla “sprasciata” generale.
di Diderotto
Intendiamoci, non è la dimostrazione del decesso della Politica a Crotone, visto che l’evento s’è già consumato più di qualche tempo fa, ma è la certificazione esplicita di un regresso da tempo avvertito in ogni manifestazione politico-amministrativa della zona.
Non c’è, d’altronde, da meravigliarsi. Come esiste il fenomeno dell’analfabetismo di ritorno esiste parimenti un primitivismo di ritorno.
L’Homo erectus si è involuto nell’Homo “arrunchiatus”, perché tutti assieme stiamo dimenticando la “ragione” dello stare assieme, che è la missione principale dell’Uomo, avendo smarrito la consapevolezza del nostro destino comune.
Episodi come quelli offerti alla pruderie moraleggiante di una popolazione in disarmo non sono solo spettacoli dello scadimento pubblico, ma sono il precipitato d’una società in sfacelo, incapace di coniugarsi al futuro se non in posizione subalterna.
E, amaramente si deve concludere, non esistono borghesia, padroni e padroncini del vapore locali in grado di pensare un domani più meritevole d’esser vissuto, perché tristemente tarati dall’ascarismo.
Ho già scritto altre volte di Eni ed A2A, della loro “potestas” sui destini locali e sulla loro sostanziale alterità rispetto al territorio, né v’è da scandalizzarsi di questa ovvia constatazione anche perché, obiettivamente, “l’Imprenditore” non ha obblighi verso le “aree coloniali” pur avendo un potere economico straripante in relazione ai destini del luogo, specie se non bilanciati da players politici attrezzati.
Ecco, oltre a mortificarsi per l’inadeguatezza dei “vilanzini”, i cittadini dovrebbero avvertire l’esigenza di trovare contraltari amministrativi in grado di essere credibili controparti di colossi così determinanti.
Ci sarebbe, anzi sicuramente c’è, lo spazio di interlocuzione per una politica dello sviluppo diffuso con un’imprenditoria di livello primario, anche per evitarci entusiasmi fuori luogo per aver spuntato la promessa di impiego di un qualche opprimente numero di camerieri, massima aspirazione coltivabile ad oggi dall’ascarismo locale.