Pd: non c’è più spazio per caporali, feudatari, valvassini e nostalgici supponenti

14 febbraio 2025, 09:57 Diderotto

Confesso, non sono assolutamente omologabile all’attuale Governo nazionale e, pertanto, ho accolto con interesse la notizia che a Crotone si sarebbe tenuta una Assemblea provinciale del Pd il 13 febbraio c.a. E ci sono andato, mosso da curiosità e speranza. Amaramente, devo dire, entrambe deluse.


di Diderotto

Innanzi tutto per le presenze, sempre più assottigliate di reduci e nostalgici della loro gioventù, non innervate significativamente da nuove adesioni, ma anzi mortificate dall’assenza dei noti serventi al pezzo della cosiddetta imprenditoria locale, impegnati alla greppia dei nuovi padroni.

E poi perché gli interventi ascoltati, tranne uno, davano l’idea di una serie di boe saldamente ancorate al ‘900, tutt’altro secolo e tutt’altra società.

Il dato incombente è stato quella della mancanza di presa di coscienza da parte del PD di aver subito una costante erosione della sua base di riferimento, smarrita in fenomeni carsici di astensione al voto, sicuramente figlia sia della perdita d’identità del messaggio politico che dal naturale sfinimento della vecchia guardia che, ancora, dalla assenza di consapevolezza civile della nuova “società consumata”.

Proprio quest’ultima emergenza necessita d’essere compresa ed affrontata. La “società liquida” di Popper è già alle spalle, ora ci troviamo in mezzo al guado d’un passaggio delle consegne fra l’Homo sapiens-sapiens e l’Intelligenza Artificiale, che prefigura la deresponsabilizzazione dell’elemento umano fino all’epilogo della sua totale irrilevanza.

Non è l’Apocalisse, ma è un credibilissimo inizio.

In questa temperie diviene imperativo salvare il tessuto civile, andare oltre gli steccati di Partito ed aprirsi alle sensibilità, alle istanze spontanee, alle grida di fuori di tutti quei pezzi, anche marginali, di una società che non si arrende alla disumanizzazione, che, anche confusamente, continua a voler decidere il proprio presente per sperare in un proprio futuro, che non vuole essere acquistata come schiava dal neocapitalismo tecnocratico, e con essa costruire un’alternativa democratica.

Non c’è più spazio per caporali, feudatari, valvassini e nostalgici supponenti, occorre costruire un baluardo, aggregando ed accogliendosi reciprocamente fra uomini e donne di buona volontà, senza idee di supremazia o di guida preconcetta, tutti parimenti legittimati, Partiti e gruppi sociali, da una resistenza condivisa.

Le impellenze tematiche potranno essere collante pratico di una visione di Governo, locale o altro, ma primaria si impone la necessità di una empatia civile che ora troppo ricorrentemente viene messa in pericolo dai nuovi padroni del vapore.