La ‘ndrangheta, la lotta alla criminalità ed i finocchi freschi di… legalità

17 febbraio 2011, 17:25 Il Fatto

Italia- Calabria-Isola Capo Rizzuto. Qui una volta era tutta campagna. Una volta nella terra si piantavano cose che germogliavano, che si vedeva crescere, che dava frutti. Poi, invece, le uniche cose che si sono piantate sui terreni sono cose che producono energia e soldi. Adesso, però, il vento sta cambiando e si sta riscrivendo la storia di questa terra martoriata.

LA STORIA SI RIPETE in un continuo divenire con protagonisti diversi ma un copione che sa tanto di deja vu. In una terra, come il Crotonese, protagonista in passato delle lotte per la conquista delle terre da parte dei contadini contro i latifondisti, si sta vivendo in questi ultimi tempi una storia simile, con la riconquista dei terreni finiti nelle mani delle cosche della ‘ndrangheta. Se in passato la conquista è stata ottenuta con la lotta, anche a costo di sacrifici umani, come accadde per i fatti di Melissa, con lo Stato dalla parte dei padroni, adesso le forze dell’ordine sono scese a fianco delle popolazioni locali.

SE UN TEMPO LA LOTTA era fatta con le armi, con il moschetto, pistole o fucili a canne mozze, adesso la rivoluzione di Isola è fatta brandendo 100 quintali di finocchi freschi di legalità e qualche manciate di orzo. Lo Stato, dunque, in questo lembo di Crotonese, dove per indicare le strade si fa riferimento alle persone che sono state uccise nei pressi, ha dato un segnale forte, ha fatto sentire la sua presenza che si è materializzata con il rumore di una moto trebbiatrice. Il percorso nasce dall’operazione Restitutio che ha portato a successive tappe, descritte dal prefetto di Crotone Vincenzo Panico.

IN CALABRIA SONO 1.544 I BENI sottratti alla criminalità organizzata: 1.431 immobili tra case, terreni e magazzini e 113 aziende. Dati, forniti dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, che ha sede a Reggio. A livello nazionale la Calabria si pone al terzo posto, dietro Campania e Sicilia. In particolare a Isola Capo Rizzuto, i terreni confiscati alle famiglie Arena e Maesano sono nelle località Vermica, Cepa, Cardinale, Bordogna, Santa Domenica e San Giovanni; altri terreni, poi, sono dislocati nel comune di Cirò.

ED IL MODELLO CROTONE della gestione dei beni confiscati alla ‘ndrangheta è un modello da esportare. Come sostiene Davide Pati, di Libera. Per gestire i beni confiscati alla ‘ndrangheta è stata costituita un’associazione temporanea di scopo tra Libera Terra Crotone, Camera di Commercio di Crotone, Arssa Calabria e con il sostegno di Fondazione Telecom e Unipol Gruppo Finanziario. E’ stato, poi, promosso un corso di formazione che si terrà presso la Camera di commercio di Crotone, una nuova tappa verso la costituzione della cooperativa sociale che dovrà gestire i terreni agricoli confiscati alla 'ndrangheta ad Isola di Capo Rizzuto e Cirò. Si potrà aderire al corso dal 16 febbraio fino al 16 marzo. Il numero ammesso dei partecipanti è di 30 persone che verranno selezionate anche con criteri di eticità.

Le parole del prefetto sui requisiti etici e soggettivi degli aspiranti soci della cooperativa sono una risposta eloquente a chi, come il vice presidente del Consiglio provinciale Raffaele Martino, del Pdl, aveva chiesto che i beni confiscati potessero essere gestiti anche da i figli dei capi clan.

Quando si agisce è segno che ci si aveva pensato prima: l'azione è come il verde di certe piante che spunta appena sopra la terra, ma provate a tirare e vedrete che radici profonde”, scriveva Alberto Moravia.

E dalle radici piantate su questi terreni sottratti alla ‘ndrangheta parte un messaggio di speranza sul futuro di questa terra martoriata.