Luca e Piero: diversamente abili, eccezionalmente unici!

14 febbraio 2012, 11:25 Il Fatto

Ascoltando le storie di Luca e Piero, due ragazzi affetti da disabilità, ci si rende conto che in questi due ragazzi c’è la voglia ed il bisogno di parlare, di costruirsi un futuro migliore capace di regalargli qualche sorriso e frammenti di serenità. Questi due ragazzi mostrano di possedere un'abilità smisurata di smascherare l'ipocrisia, il buonismo di maniera, la cerimonialità forzata; con il loro sguardo disarmano, tolgono ogni difesa, scavano nel profondo alla ricerca di quel briciolo di umanità che tutti possiedono. Questi due splendidi ragazzi hanno dimostrato che non è solo possibile, per loro, far ciò che fanno gli altri, ma sono stati anche capaci di dare concreti insegnamenti di vita; sentire, ad esempio, Piero dire che non gli manca niente o Luca che vuole prendere il suo futuro nelle mani, è una lezione di vita che difficilmente si cancellerà dalla memoria. Queste due piccole storie di universi paralleli raccontati in questo video, parlano del percorso che giornalmente essi compiono, a bordo dei loro mezzi di locomozione; percorso non certo agevole, ed in alcuni tratti, anche difficoltoso. Qualcuno vi potrà leggere allegoricamente il percorso della vita, che non è forse altrettanto pieno di ostacoli, già difficile per i normodotati, ed ancor più impegnativo per chi ha come scomodo e perenne compagno di viaggio un handicap. I sorrisi di Luca e Piero sono fiori che non sbocciano così frequentemente come gli altri, e per questo più preziosi; sono proprio questi piccoli tesori che bisogna coltivare.

Integrazione: parola semplice, "fertilizzante" prodigioso che fa crescere questi fiori. E guardando i loro gesti e sentendo le loro esperienze comincia a nascere la consapevolezza che le differenze si possono superare, e che spesso la presunta impossibilità di farlo nasce da comodi alibi che ci creiamo per far tacere l'assordante silenzio delle nostre coscienze. Ma in questi due ragazzi, in particolare, colpiscono gli occhi, che si fanno leggere e che dicono: “Sapessi com’è difficile vivere in questo mondo, quando hai delle diverse frequenze musicali rispetto agli altri. La vita corre via come le note del jazz, con lunghi spazi lasciati alla improvvisazione, mentre gli altri presentano e spesso obbligano ad uno spartito diverso. Quello che vogliamo suonare é un jazz con contaminazioni: ancora non conosciamo bene le note, ma nessuno può impedirci di suonare”.