Emergenza Afghanistan, il “don Caporale” ai borghi: accogliere i profughi
Aprire i borghi per accogliere i profughi dell’Afghanistan. È la richiesta mossa da Fabrizio Costarella , Fabio Impera, Elena Grimaldi, Alberto Tiriolo, Antonio Garcea e Francesco Saverio Macrina del centro studi politico sociali “Don Francesco Caporale”.
“Bisogna creare “ponti” di salvezza e nello stesso tempo intervenire in loco per prevenire ogni forma di discriminazione e abuso. Noi da questo angolo di mondo possiamo solo unirci all’appello delle associazioni che in tutto il mondo chiedono di intervenire a sostegno delle donne afghane, e rilanciare l’appello all’accoglienza, che rivolgiamo soprattutto ai sindaci delle aree interne, che amministrano piccoli borghi nel cuore della Calabria in grado di offrire protezione e umanità”.
“Il mondo riscopre l’Afghanistan e le storie dei loro diritti negati - all’istruzione, al lavoro e alla libertà di movimento – tornano di drammatica attualità, dopo 20 anni, a quattro giorni da quando la capitale Kabul è caduta definitivamente nelle mani dei talebani sancendo la vittoria degli studenti coranici. L’Italia e l’Europa non possono rimanere inermi: devono soccorrere le donne afghane e i loro bambini. Si creino dei corridoi umanitari, per tutte, ma con particolare riguardo per le donne di religione cristiana che non potrebbero sopravvivere alla persecuzione islamica. La nostra regione costituita da piccoli borghi che rischiano lo spopolamento che non solo sono capaci di dimostrare grande spirito solidale, ma aprendo le proprie porte a questa popolazione in fuga, troverebbero una rigenerante linfa di umanità e futuro. Il Ministero dell’Interno raccolga la disponibilità dei sindaci ad aprire le proprie porte”.