Amnesty: “La legge Rosarno fa aumentare lo schiavismo dei migranti”
“I dati sullo sfruttamento dei lavoratori migranti non sono purtroppo completi proprio perché moltissimi sono clandestini e, quindi, più ricattabili“. Lo ha detto il direttore di Amnesty International Italia, Gianni Rufini, intervenendo ad una manifestazione promossa dall’organizzazione umanitaria a Rosarno.
All’iniziativa, nel corso della quale è stato presentato il rapporto “Lavoro sfruttato due anni dopo. Il fallimento della ‘Legge Rosarno’ nella protezione dei migranti sfruttati nel settore agricolo in Italia”, hanno partecipato anche il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza; il procuratore facente funzioni di Palmi, Emanuele Crescenti, e delegazioni della Carovana Migranti di cui facevano parte, tra gli altri i messicani Pepe Melica, sindacalista, e padre Aleandro Sorica, sacerdote.
Sono stati illustrati alcuni dati sull’applicazione del decreto legge varato nel 2012, dopo la rivolta degli extracomunitari a Rosarno, dal Governo e definita, appunto, “Legge Rosarno“. “Assistiamo, nonostante il varo del decreto legge– ha aggiunto Rufini – all’aumento di forme di schiavismo e di sfruttamento di questi lavoratori. Il fenomeno è più forte in Calabria, Puglia, Campania e Sicilia ma esistono nicchie di sfruttamento anche in altre regioni. E’ una realtà che, purtroppo, ci preoccupa perchè sfruttamento e schiavismo si associano spesso a forme di xenofobia e di razzismo che si basano su concezioni e dati non assolutamente certi, come il fenomeno dei possibili contagi di malattie rare”. Chiara Garri, di Amnesty, ha spiegato le ragioni per le quali la cosiddetta Legge Rosarno non garantisce completamente i diritti dei migranti e non colpisce fino in fondo il loro sfruttamento. “Si tratta – ha sottolineato Garri – di un decreto legge varato in fretta e furia dal Governo per mettersi in regola con le direttive della Comunità europea in materia di sfruttamento“. Alla manifestazione erano presenti rappresentanti del Comune di Rosarno e della Cgil della Piana di Gioia Tauro.