Gruppo misto consiglio Lamezia: “Recuperare strutture esistenti”
“L’adozione del PSC è da considerarsi un atto dovuto di oggettiva responsabilità e sobrietà amministrativa nei confronti di una cittadina che storicamente non è abituata a decidere e di una popolazione, quella lametina, che in larga parte non ha mai smesso di sperare mantenendo attaccamento e aspettative nella propria terra”. È quanto sostiene il gruppo misto del consiglio comunale di Lamezia Terme.
“Il conseguimento di tale traguardo in questi lunghi anni doveva presupporre un percorso politico obiettivamente diverso, trasparente e inclusivo che fin dall’origine si sarebbe dovuto porre l’obiettivo di analizzare attentamente il contesto e programmare lo strumento in una visione d’insieme dinamica capace di essere pubblico, partecipato e sostenibile per il governo responsabile del territorio.
Ai nostri giorni, su questo delicatissimo argomento d’interesse generale e di scottante attualità, non sono affatto trascurabili gli effetti di una crisi che ha le sue origini finanziarie e propaga i suoi effetti negativi a livello economico, sociale, ambientale ed energetico con ineludibili ripercussioni sul piano locale anche per l’avvenire della nostra città.
Il PSC dovrà quindi necessariamente tenere conto delle trasformazioni epocali in atto e di conseguenza devono mutare le previsioni esageratamente espansionistiche delle aree urbanizzabili valorizzando il concetto della “Smart City” nell’ambito di due strategie, una locale e l’altra globale. La prima dovrà puntare fortemente al recupero dell’identità di Lamezia Terme: la distinzione tra paesaggio urbano e rurale, la valorizzazione dell’agroalimentare, il termalismo e l’inesplorata vocazione turistica, la centralità geografica e la mobilità delle persone e delle merci. La seconda dovrà tendere alla sostenibilità: il contenimento del consumo di suolo, la densificazione edilizia, la città digitale, il risparmio energetico e la prevenzione sismica e idrogeologica.
Può darsi che sia pretestuoso programmare nel dettaglio l’avvenire della città, ma sarebbe un errore fatale continuare a rimanere fermi o addirittura rinunciare attraverso le indispensabili modifiche al PSC ad avere progetti avveneristici in un contesto in cui le più importanti aree urbane della nostra regione hanno comunque in atto modificazioni strutturali che segneranno importanti effetti sul piano dello sviluppo economico e sociale anche in relazione alla programmazione degli interventi della spesa comunitaria 2014-2020.
In tempi di profonda crisi e di contrazione economica anche nella nostra città, lo scambio tra urbanizzazione e rendita immobiliare, spesa pubblica e tassazione locale, non è più sostenibile. Il mercato immobiliare dall'inizio del 2008 è in profonda crisi e, dopo circa un lustro di congiuntura favorevole all'investimento immobiliare, sono in atto variazioni con tendenza segnatamente inflazionistica e al ribasso. Tale situazione è dovuta a contesti economici di scarsa produttività e competitività per la saturazione del mercato che vede un aumento dell'offerta, favorita anche da una stretta del credito bancario, a fronte di una diminuzione della domanda per incertezza, mancanza di lavoro e precarietà generalizzata. In queste condizioni è difficile oggi pensare ad una ripresa del mercato immobiliare con la conseguente ulteriore diminuzione dei valori delle case.
Per queste ragioni il PSC dovrà necessariamente puntare al recupero di volumetrie esistenti, come i centri storici di Nicastro e Sambiase o le ampie zone edificate senza programmazione le cosiddette zone di edilizia diffusa (i quartieri popolosi di Scinà, Capizzaglie e Lagani) storicamente caratterizzate dall’abusivismo che devono essere recuperate e rese parte integrante e sostanziale della città, dando notevoli incrementi premiali alla riqualificazione affinché si possa finalmente disporre di un adeguato patrimonio immobiliare con criteri sismici d'avanguardia ed elevate classi energetiche. In tal caso si otterrebbe il contenimento delle risorse e del suolo e, nello stesso tempo, si potrebbero migliorare gli standard edilizi esistenti e programmare risparmi dei costi di gestione a vantaggio dell’intera collettività.
Altro aspetto da tenere ben presente nell’adozione del PSC è la rivalutazione delle aree da destinare a nuovi insediamenti produttivi lungo l’arteria di Via del Progresso per dare finalmente compiuta risoluzione alle richieste dei tanti operatori economici che hanno manifestato adesione e interesse a realizzare investimenti nel nostro territorio a beneficio dell’asfittica economia cittadina e della fiscalità locale”.