Associazioni sulle famiglie: no al registro delle unioni civili a Reggio Calabria
"Apprendiamo con sorpresa che l’amministrazione comunale, con la riunione del 26 febbraio della ‘Commissione Permanente Speciale Statuto e Regolamenti’, ha inteso iniziare il suo iter per l’istituzione del registro delle unioni civili a Reggio Calabria.
È nota la volontà di questa amministrazione di avviare detto registro, ma stupiscono le modalità con le quali si intende portarlo avanti, ovvero senza un trasparente ed aperto confronto con la società civile. Tali tematiche, di natura etica e perciò molto delicate, necessitano invece di un dibattito e di un coinvolgimento molto più ampio delle sole aule consiliari". A sostenerlo, congiuntamente l’Associazione Italiana Genitori, l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, il Forum delle Associazioni Familiari, il circolo de La Manif Pour Tous, il circolo Voglio La Mamma, che intendono animare per ribadire e motivare la propria netta contrarietà.
Il registro delle unioni civili innanzitutto è un provvedimento illegale! Secondo l’art. 117 comma 2 lettera i) della Costituzione, la materia ed i poteri relativi a “stato civile ed anagrafi” non spettano ai Comuni ma solamente al Parlamento, e di fatto è già in discussione presso la Commissione Giustizia del Senato il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili.
Il registro delle unioni civili risulta così essere uno strumento inutile, non solo perché illegale, e quindi privo di ogni valenza giuridica, ma anche perché l’ordinamento civile italiano di fatto già riconosce la quasi totalità dei diritti rivendicati dalle coppie che scelgono la convivenza al matrimonio. Questo perché, come ha pure sottolineato il nuovo presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di insediamento, lo Stato italiano nell’art.29 della Costituzione riconosce la famiglia naturale fondata sul matrimonio come cellula fondamentale della società. Da altro lato, giustamente, già riconosce anche i diritti individuali dei suoi cittadini i quali fanno altre scelte che però non sono sovrapponibili al matrimonio nè equiparabili alla famiglia naturale. Dividere l’ordinamento dedicato alla famiglia dai diritti individuali non solo è opportuno per non parificare situazioni oggettivamente diverse e creare così una discriminazione nei confronti delle famiglie che si assumono degli impegni di fronte lo Stato, ma è anche educativo nei confronti delle giovani coppie. Pretendere diritti senza alcun dovere, come nel caso delle unioni civili, risulta essere sicuramente una scelta diseducativa per lo sviluppo di ogni tipo di società, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo.
A tal proposito chiediamo al sindaco Falcomatà, quale politica fiscale vuole adottare per alleviare le famiglie reggine che ad oggi risultano essere il più valido ammortizzatore sociale in un tessuto cittadino sempre più povero economicamente e dove si fatica a trovare occupazione? Quale politica sociale intende rivolgere concretamente alle famiglie reggine? A che punto sono i tre asili nido la cui apertura è stata promessa in campagna elettorale? Per tutti questi interrogativi prioritari chiediamo un incontro ufficiale con il sindaco Falcomatà e con l’assessore con delega alla Famiglia, Giuseppe Marino. Nello stesso incontro ribadiremo la nostra contrarietà al registro delle unioni civili perché non basta una firma per fare una famiglia, e se non saremo ascoltati siamo pronti già da ora a scendere in piazza.