Scomparsa medico a Nocera Terinese, il figlio: “s’indaghi per sequestro o omicidio”
Non si dà pace il figlio di Antonio Blaganò, il medico 67enne scomparso da Nocera Terinese nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 luglio scorsi (QUI).
L’ultima volta l’uomo è stato visto nella cittadina del catanzarese dove prestava servizio notturno alla Guardia Medica locale. Si spostava a bordo di una Nuova Seicento blu, rinvenuta all’alba di venerdì 25, abbandonata in una stradina secondaria nei pressi di San Mango d’Aquino.
Il figlio Francesco, dunque, non crede ad un allontanamento volontario o ad un malore del padre, ed anzi chiede con forza che la Procura iscriva immediatamente una notizia di reato contro ignoti per l’ipotesi di sequestro di persona o addirittura di omicidio, così da poter attivare tutti gli accertamenti tecnici.
Le richieste di Francesco
L’avvio di una indagine consentirebbe infatti di verificare tabulati e celle telefoniche nelle fasce critiche, ovvero gli orari in cui si presumo che il medico sia scomparso; ma permetterebbero anche di sequestro delle immagini delle telecamere e dei varchi targa di cui “molte videoregistrazioni vengono cancellate automaticamente dopo qualche giorno”.
Infine si potrebbe avviare anche una perizia forense sull’auto (sul carburante, sui comandi, sulle impronte, sulle tracce di pneumatici, e finanche accertare la presenza di Dna); oltre che estrarre i dati dei navigatori dell’auto.
“No ad ipotesi sommarie”
“Molti di questi controlli – afferma il Francesco Blaganò - non possono essere attivati se non c'è l'iscrizione di una notizia di reato, e quello che temiamo è che stiano cercando mio padre solo con i protocolli per cercare un disperso”.
“Mio padre - incalza il figlio - non stava facendo escursionismo, le circostanze sono tutto tranne che chiare: effetti personali lasciati in ufficio, esce repentinamente durante l'orario di lavoro (non aveva ancora terminato il turno): qualcuno lo ha chiamato? E se sì, sono già attivi i protocolli per verificare queste informazioni? E se lo hanno portato da qualche altra parte?”
“Finché mio padre non viene trovato, il lavoro non è finito. Non fermiamoci a ricostruzioni e ipotesi sommarie basate su poche telecamere. Nel frattempo, grazie di cuore a tutte le persone coinvolte nella ricerca” conclude Francesco Blaganò ringraziando comunque Carabinieri, Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino, volontari e Prefettura per l’incenssante lavoro che stanno svolgendo per ritrovare il padre.