Medico scomparso, il figlio non ci sta: “non è fuori di testa! Aiutateci a trovarlo vivo”

Catanzaro Cronaca
Antonio Blaganò

La scomparsa di mio padre è tutto tranne che quella di un escursionista che si è perso tra le montagne. Perché, durante il suo servizio, è uscito repentinamente alle 5:00 del mattino? E dove si dirigeva? Qualcuno lo ha chiamato?”

Continua a porsi diversi interrogativi, Francesco Blaganò, il figlio del medico 67enne Antonio, scomparso da Nocera Terinese nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 luglio scorsi (QUI).

Già lunedì scorso aveva lanciato un messaggio chiaro, un invito, più un appello agli inquirenti affinché andassero a fondo ad una vicenda ancora dai lati troppo oscuri, chiedendo che si iniziasse ad indagare addirittura se non per omicidio quantomeno per sequestro di persona (QUI).

“Dal momento della scomparsa - sostiene infatti Francesco Blaganò - le autorità hanno iniziato una serie di ricerche a tappeto con elicotteri, droni, cinofili e volontari, per verificare se fosse sperduto vicino a dove hanno trovato l'auto. Ieri nel tardo pomeriggio hanno proceduto a controllare un burrone vicino a dove i cani molecolari avevano rinvenuto delle tracce: si pensava potesse essere nel burrone, ma arrivati fino in fondo non l'hanno trovato”.

Il rammarico della famiglia

Poi il rammarico del figlio per l’unico procedimento che pare sia stato attivato per rintracciare il padre, quello appunto delle persone scomparse: “E parliamoci chiaro - puntualizza - credo che vigili del fuoco, squadrone cacciatori, carabinieri in generale con elicotteri, droni, stiano facendo un grandissimo ed egregio lavoro. Ma le indagini? Attenzione, non gli accertamenti preliminari a un indagine che assolutamente non permettono di fare gli accertamenti tecnici di cui ho parlato in precedenza (v. celle e tabulati telefonici)”.

“Controllate il suo cellulare”

Francesco di pone però un interrogativo grave:E se qualcuno sia dietro la scomparsa di mio padre?”. “Le indagini per quello che mi consta non sono iniziate, ancora non mi è stata confermata l'iscrizione di notizia di reato, e la prova ne è che il cellulare, come hanno dichiarato le autorità alla giornalista di Estate in Diretta ieri pomeriggio, ‘sarà controllato nei prossimi giorni’. Nei prossimi giorni...”

“L'unica ragione valida per cui il cellulare di mio padre non sia stato controllato - precisa ancora - è perché se non c'è l'iscrizione come notizia di reato. O almeno, così mi è stato detto nei giorni passati e non mi sembra che sia cambiata la cosa. Se qualcosa è cambiato e come vogliono far intendere alla mia famiglia e alle reti televisive, ‘si sta verificando su ogni pista’, allora quando inizierete ad aprire il suo cellulare?”.

La richiesta d’aiuto

Da qui una accorata richiesta d’aiuto alle istituzioni: “Comprenderete bene - dice Francesco - che la mia premura è la tempistica: se mio padre fosse ancora vivo, nella mani di qualche malintenzionato o anche solo se potessero dal telefono ottenere informazioni per localizzarlo, perché aspettare e ridurre ancor di più le chance di trovarlo vivo? Non basta solo trovarlo, ma anche trovarlo subito, se vogliamo trovarlo in vita”.

"Non ha svuto un malore"

Blaganò, infine, smonta e smentisce l’eventuale ipotesi di una persona, il padre, disorientata o che abbia avuto un malore o che sia uscito di testa perdendosi tra le montagne: “Non lo dicono in questi termini, ma è chiaramente questo il significato di voler porre l'accento su questi dettagli completamente inutili, sminuendo in modo vergognoso la prova più importante che hanno nelle mani, il cellulare, come qualcosa che verrà controllato nei prossimi giorni”.

“Mi dispiace – aggiunge - ma io conoscevo mio padre e tutto era tranne che fuori di testa. Ha sempre avuto questa peculiarità di non allacciarsi le scarpe e in generale non prestare molta attenzione al tipo di calzato: è questo un motivo per giudicare una persona e soprattutto sentenziarla nell'oblio? Per escludere la possibilità che va bene, questo dottore è uscito un po' disorientato e con poco gusto per le scarpe, ma se qualcuno lo ha chiamato e lo ha portato con sé? O gli ha fatto del male successivamente? Se una persona fosse stata minacciata, uscirebbe tranquillo?”

Le ricerche ridimensionate?

Francesco Blaganò, infine, rivale che ieri sera gli è stato comunicato che da questo pomeriggio si potrebbe decidere di ridurre gli uomini impiegati nelle ricerche.

“Insomma, come potete immaginare, realisticamente, mio padre potrebbe finire come uno dei tanti dispersi di cui non si sa più nulla, o non si vuole sapere più nulla. Mi aiutereste, per favore, affinché questo non accada?”, conclude il figlio del medico scomparso.