Ambulanti: “Tasse troppo alte, a rischio futuro città”
La Federazione Venditori Ambulanti aderente a Confcommercio Reggio Calabria ha attentamente “analizzato le statistiche che Il Sole 24 Ore ha pubblicato in questi giorni. Sono il triste risultato della gestione dei Commissari, i cui danni provocati forse sono più del male che bisognava curare.
Il nostro sindacato di categoria aveva infatti segnalato che l'aumento smisurato delle tasse poteva essere un boomerang e purtroppo le cifre ci danno ragione. "Tasse più alte, incasso totale più basso" era il nostro messaggio ma non eravamo noi quelli "tecnici" incaricati di comprendere e risolvere le problematiche di una città in ginocchio.
Reggio Calabria ha chiuso il 2013 addirittura con solo il 40,9% di tributi riscossi su 124,6 milioni di euro dovuti. Non arrivando nemmeno alla metà. Peccato perché nel periodo che va tra il 2008 e il 2012 il dato di riscossioni effettive fosse 61.3% , segno da una parte delle difficoltà dei tempi ma anche di una città viva. Il 40.9% del 2013 consegna una città moribonda, incapace di sopravvivere.
Ma non finisce qui perché, per sostenere le casse in sofferenza, infatti, i Comuni potevano presentare un piano di rientro decennale che se accettato dà accesso ad un prestito, proprio come a Reggio Calabria grazie ai Commissari. Certo è che quando la riscossione non funziona le aliquote e le tariffe possono anche raggiungere cifre esorbitanti. Oggi dopo circa 5 mesi di nuova Amministrazione e diversi incontri con il sindaco Falcomatà, impossibilitato a suo dire a ridurre le tasse, ci domandiamo cosa serve per Reggio Calabria. A chiedere in giro ci rispondono tutti un "miracolo".
Noi non molliamo ma credo sia il momento per tutti di mettere in cantiere una manifestazione di protesta rivolgendosi al Governo insieme a tutti i politici reggini , perché se blocchi lo Stretto di Messina fai un danno ancora maggiore a te ma se blocchi Roma forse qualcuno potrebbe infastidirsi. Gli ambulanti ormai hanno difficoltà a portare l'essenziale economico alla loro famiglia, parliamo del cibo quotidiano e non dell'ultimo ritrovato elettronico.
Tutte queste imprese, per lo più a conduzione familiare, sono oggi più che mai sul piede di guerra, solo in attesa di capire nemici e amici prima di agire concretamente”.