Corruzione elettorale, Aiello (Ncd) chiede il rito abbreviato
L’ex assessore regionale Piero Aiello (parlamentare Ncd) vuole il giudizio abbreviato. La richiesta è stata formulata oggi nel corso dell'udienza preliminare a suo carico e a quello di Giovanni Scaramuzzino. Aiello e Scaramuzzino sono e coinvolti nell'inchiesta della Dda di Catanzaro che nel luglio 2013 portò alla maxi operazione "Perseo"contro la cosca Giampà di Lamezia Terme.
L’istanza di abbreviato è stata fatta Nunzio Raimondi, legale del parlamentare, che ha presentato al giudice Giuseppe Perri una documentazione. Il magistrato ha ammesso il rito alternativo al dibattimento che si svolge allo stato degli atti.
Per Scaramuzzino (difeso dagli avvocati Francesco Siracusano e Francesco Gambardella) si proseguirà invece Proseguirà attraverso l’udienza preliminare. Per entrambi si tornerà in aula il prossimo 16 giugno.
Il rinvio a giudizio dei due imputati è stato chiesto dal Elio Romano, sostituto procuratore della Dda di Catanzaro. Ad Aiello è stata contestata la corruzione elettorale: secondo gli investigazioni avrebbe "inquinato" il voto delle Regionali del 2010, all’epoca terminato con la vittoria schiacciante di Giuseppe Scopelliti. Sempre secondo l’accusa l’ex assessore, in concorso con l'avvocato Scaramuzzino (a cui viene contestata anche l'aggravante del metodo mafioso) avrebbe stretto contatti Giuseppe Giampà, ritenuto il boss dell’omonimo clan lametino ed ora collaboratore di giustizia, riuscendo così ad ottenere il sostegno dalle cosche.
In cambio di voti, sostengono gli inquirenti, Aiello avrebbe promesso di mettersi a disposizione in occasione dell'affidamento di appalti per la fornitura di materiale.
La Procura aveva inizialmente chiesto i domiciliari per l’ex assessore negate allora dal Gip Abigail Mellace. Da qui il ricorso della Dda al tribunale del riesame che, l'8 gennaio del 2014, lo respinse. I pm però si rivolsero alla Cassazione ed ottennero un annullamento con rinvio della pronuncia del collegio catanzarese.