Panedigrano sul carcere di Lamezia, appello a Catricalà
"Nelle stesse ore in cui ha finalmente deciso di impugnare il decreto ministeriale sulla chiusura del carcere, Speranza ci fa sapere che avrebbe salvato il Tribunale dalla chiusura rivolgendosi ad ambienti lametini a Roma che lo hanno messo in contatto con l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, eminenza grigia capace per vie traverse e segrete di ottenere la sopravvivenza del Tribunale. Come dire. Speranza si è scritto da solo l’epitaffio per la fine della sua poco invidiabile amministrazione. Epitaffio che si potrebbe sintetizzare in un: “nulla fu come apparve”!". E' quanto scrive Nicolino Panedigrano.
"E vediamo il perché - continua la nota - Speranza si accinge ad impugnare il decreto sulla chiusura del Carcere per carenza di presupposti. Cioè, anche perché vi sta scritto che il Ministro, prima di emetterlo, avrebbe acquisito i pareri positivi dell’amministrazione comunale e degli uffici giudiziari, mentre né il Comune, né i capi degli Uffici Giudiziari hanno mai formulato una qualche atto o parere scritto a favore della sua chiusura. E le pubbliche amministrazioni si esprimono solo con atti scritti e non con chiacchiere da cortile.
Ma se contemporaneamente guardiamo il provvedimento che escluse la chiusura del Tribunale, scopriamo che la ragione per salvarlo fu quella di non privare il territorio di un presidio di legalità, soprattutto in una città che ha avuto ben due Consigli Comunali sciolti per infiltrazione mafiosa. Che facciamo allora questa volta? Dobbiamo credere a quanto sta scritto nel provvedimento o alle chiacchiere sulle vie traverse e oscure del Richelieu di Giannetto II°? Qualche dubbio è lecito. Anche perché abbiamo subito visto come di salvatori del Tribunale, a cose fatte, ne siano spuntati più d’uno, in primis il Galati e la D’Ippolito, senza contare quello che sull’epopea della battaglia per il Tribunale decise, cavalcando volgari esposizioni di bare e infantili tentativi di farsi ammanettare, di costruirci la sua candidatura a Sindaco.
In ogni caso il caro Sindaco farebbe bene a impostare il suo ricorso al TAR anche e soprattutto sul fatto che, come sarebbe avvenuto per il Tribunale, la chiusura del Carcere toglie un presidio di legalità ad una città con cotanto pedigree di scioglimenti per mafia e con quel popò di indagini della DDA, retate e confessioni di pentiti che ancora adesso sta venendo fuori.
Nulla però fu come apparve anche per il disavanzo di bilancio e per l’affaire ICOM. E a quegli stessi ambienti lametini a Roma Speranza si è rivolto per correre ai ripari quando la polvere ormai sbucava da sotto il tappeto. Dobbiamo aspettarci fra tre anni qualche altra favoletta che, come questa, avrebbe dovuto restare segreta e inconfessabile?".