Calabria Etica: lavoratori occupano la sede della Fondazione
“Nel silenzio e nell’indifferenza più totale un gruppo di lavoratori di Calabria Etica da ieri ha occupato la sede della Fondazione di Catanzaro perché senza stipendio da mesi. - Lo rende noto in un comunicato Igor Colombo, Portavoce Regionale Forza Nuova Calabria - Calabria Etica al centro di vicende, oseremmo dire più mediatiche che giudiziarie nel corso dell’ultimo anno, è servita più da strumento di attacco per determinate forze politiche verso altre o meglio dire nei confronti del suo ex Presidente, piuttosto che di un’ attenta analisi seria ed approfondita di come questi Enti e Fondazioni rappresentino da anni solo un inutile spreco di denaro pubblico che pesa sulla collettività.
Nel marasma generale di Enti sub regionali che non producono nulla di concreto, al contrario la stessa Calabria Etica sotto la Gestione del Presidente Pasqualino Ruberto sembra aver invertito questa odiosa tendenza andando ad attuare tutti i progetti relativi alla funzione della stessa fondazione e spendendo tutti i fondi a disposizione.
La posizione di Forza Nuova è chiara e ferma da sempre riguardo a tali questioni, noi siamo per l’abolizione in toto di tutto l’ente regionale, inutile sperpero di denaro pubblico, creato 45 anni fa per soddisfare la sete di potere e di poltrone che la varia partitocrazia in quegli anni cominciava ad avere, fase di gemmazione quella di buona parte del debito pubblico che abbiamo in Italia, specie al Sud ed in Calabria, dove paghiamo lo scotto di tutto questo malaffare e di questa “malapolitica” in settori cruciali quali, sanità, lavoro ed ambiente.
D’altro canto però, scevri da una qualsiasi considerazione di carattere politico, ci sentiamo essere vicini a tutti quei lavoratori di Calabria Etica che stanno manifestando il loro malcontento perché senza stipendio da mesi, esposti da una certa stampa in alcuni momenti al pubblico ludibrio, loro unica colpa essere alle dipendenze di Calabria Etica.
Ci auguriamo - conclude Colombo - che questa vertenza possa risolversi nel migliore dei modi per tutti questi lavoratori e padri di famiglia, molti dei quali hanno come unica fonte di sostentamento lo stipendio di questa Fondazione, esprimiamo verso di essi la nostra piena solidarietà, nell’auspicio che l’anello più debole della catena, che sono appunto i lavoratori, non debbano pagare e scontare colpe e responsabilità di certo non loro, ma che hanno diversa natura e diversa connotazione.”