Cariati, il liceo ricorda il giureconsulto Stefano Patrizi
Ricorre, il 30 settembre, il terzo centenario della nascita di Stefano Patrizi, l’illustre giureconsulto e letterato cariatese del settecento, al quale è intitolato (dal 1986) il liceo scientifico di Cariati.
Lo ricorderanno in un convegno organizzato dalla deputazione di storia patria per la Calabria, in collaborazione con l’istituto scolastico che porta il suo nome, esponenti del mondo della cultura e della scuola.
Il convegno avrà il carattere di una “Giornata commemorativa” e lo scopo di illustrare a quanti interverranno, la vicenda umana, professionale e culturale dell’illustre uomo di legge e di lettere nonché di intellettuale, di Stefano Patrizi, evidenziando l’attualità del suo pensiero e l’alto valore del suo messaggio educativo.
Dopo una breve introduzione della Dirigente scolastica, Ida Sisca, e i saluti istituzionali del Sindaco di Cariati, Filippo Sero, ad illustrare la vita, le opere ed il pensiero del Patrizi sarà il Franco Liguri, storico, già docente del Liceo di Cariati, attualmente membro della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, a nome della quale si è fatto promotore dell’iniziativa ed organizzatore del convegno.
Franco Liguori, che nel 1986 propose al Collegio Docenti l’intitolazione al Patrizi del liceo cariatese, è autore di numerosi articoli e saggi sul celebre giurista di Cariati, tra cui “Stefano Patrizi, un riformatore del Settecento”, edito nel 2004. Dopo di lui interverrà Giuseppe Caridi, docente di Storia moderna all’Università di Messina e presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, il maggiore storico attuale della nostra regione, autore di molte pubblicazioni sulla storia del Mezzogiorno, tra cui il recente volume “Carlo III. Un grande re riformatore a Napoli e in Spagna” (2014).
Seguirà l’intervento di Gian Pietro Calabrò, docente di Filosofia del Diritto al Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Unical, che fu, negli anni Settanta, insegnante di lettere al Liceo di Cariati. E’ previsto, inoltre, il contributo del giornalista e scrittore Francesco Pitaro, curatore, per molti anni, della pagina “Cultura e Spettacolo” di “Gazzetta del Sud”.
Seguiranno gli interventi di tre uomini di scuola, legati alla storia del Liceo di Cariati : il preside ANTONIO LATANZA, sotto la cui presidenza venne ufficializzata, con una storica cerimonia ( 1990 ), l’intitolazione del Liceo a Patrizi e fu commemorato a Napoli ( 1997) , nel secondo centenario della morte, l’illustre personaggio; il preside Pietro Calabrò, sotto la cui presidenza (nel 1986) fu deliberata l’intitolazione dal Collegio Docenti e dal Consiglio d’istituto e fu avviata la pratica burocratica, che arrivò a conclusione, con decreto del Provveditore, nel 1989; Ignazio Russo, per oltre un ventennio primo collaboratore dei presidi che si sono succeduti alla guida del Liceo Patrizi e, quindi, testimone diretto di tutte le iniziative “patriziane”. Moderatore dell’incontro culturale sarà il giornalista de “Il Crotonese” Giuseppe Pipita, legato affettivamente al Liceo di Cariati, per avervi studiato nella prima metà degli anni Ottanta, e conseguito la maturità.
Nel corso della manifestazione si procederà allo scoprimento di un grande pannello iconografico-storico sulla vita del Patrizi e sulla storia della intitolazione del liceo, ideato dal prof. Franco Liguori, che rimarrà fissato stabilmente su una parete dell’ Aula Magna, al fine di tenere viva la memoria dell’illustre personaggio, nell’ istituto d’istruzione che porta il suo nome.
Ma chi è Stefano Patrizi? Lo abbiamo chiesto al prof. Liguori, che ci ha fornito questa sintetica nota illustrativa. “Stefano Patrizi, nato a Cariati nel 1715 e morto a Napoli nel 1797, fu dottissimo giureconsulto e stimato uomo di lettere. Visse, quasi tutta la sua vita, a Napoli, dove si era recato, dal suo paese, a studiare Giurisprudenza. Fu attivo sotto il regno di Carlo di Borbone (1734-1759) prima e di Ferdinando IV dopo, in uno dei periodi culturalmente più felici e vivaci della capitale del Regno delle Due Sicilie, allorquando essa era uno dei massimi centri di diffusione delle idee e della cultura illuministica in Italia e vi operavano intellettuali del calibro di Antonio Genovesi, Giuseppe Maria Galanti, Gaetano Filangieri, Domenico Grimaldi , Bernardo Tanucci, con i quali l’intellettuale cariatese ebbe modo di relazionarsi alla pari e di collaborare, nel tentativo di modernizzare lo Stato, liberandolo dall’ipoteca feudale e dalla pesante soggezione alla Chiesa. Ricoprì le più alte cariche della Magistratura del Regno, tra cui quelle di Capo Ruota della Real Camera di S. Chiara e Presidente del Supremo Tribunale di Guerra e Casa Reale; insegnò Diritto Feudale all’Università partenopea e lasciò numerose opere giuridiche, la più nota delle quali è intitolata “Consultationes sacri et regii iuris”, pubblicata nel 1770. Per i suoi molteplici meriti, fu nominato socio onorario della Reale Accademia delle Scienze di Napoli. La sua personalità di intellettuale e di “scrittore legale” s’inquadra in quel movimento di pensiero politico e culturale che si diffuse a Napoli nella seconda metà del Settecento, e va sotto il nome di “anticurialismo” o “giannonismo”, dal nome di Pietro Giannone, strenuo difensore dei diritti dello Stato contro le ingerenze della politica della Chiesa, che ne fu il principale ispiratore.”